Nelle sale, “The shape of water” (la forma dell’acqua) di Guillermo del Toro Leone d’oro a Venezia

14febbraio 2018 di Donatella Nesti

Alberto Barbera, direttore artistico della Mostra del Cinema di Venezia  ha dichiarato:

“Guillermo Del Toro è la generosità fatta persona, la cinefilia che non guarda solo al passato, la passione per il cinema capace di emozionare, commuovere e allo stesso tempo far riflettere. Possiede un’immaginazione fervida e una sensibilità rara, che gli consentono di dar vita a un universo fantastico dove rispetto per la diversità, amore e paura coesistono, alimentando un immaginario che si nutre della fiducia nella forza delle immagini. Siamo felici e onorati che abbia accettato di presiedere la Giuria della 75a edizione della Mostra del Cinema, dopo aver illuminato la precedente con la bellezza folgorante di The Shape of Water. Sarà un presidente simpatico, curioso e appassionato”.

Sarà infatti il regista Guillermo del Toro (La forma dell’acqua – The Shape of Water, Il labirinto del fauno, La spina del diavolo) miglior regia ai Golden Globe, 13 nominations agli Oscar, a presiedere la Giuria internazionale del Concorso della 75. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia (29 agosto – 8 settembre 2018), che assegnerà il Leone d’Oro per il miglior film e gli altri premi ufficiali. La decisione è stata presa dal Cda della Biennale di Venezia presieduto da Paolo Baratta, che ha fatto propria la proposta del Direttore della Mostra Alberto Barbera.

Guillermo del Toro nell’accettare la proposta ha detto:

“Essere presidente a Venezia è un onore immenso, è una responsabilità che accetto con rispetto e gratitudine. Venezia è una finestra sul cinema mondiale, e un’opportunità per celebrare la sua forza e rilevanza culturale””.

Nel presentare “The shape of water” a Venezia il simpatico e disponibile regista aveva confessato:

”Fin da piccolo ho sempre provato compassione per I mostri, sono coraggiosi esistono nonostante l’oppressione della gente, non mentono mai King Gong è esattamente ciò che sembra, I mostri umani invece sono difficili da individuare:l’uomo più gentile del mondo può rivelarsi malavagio…sono figure di una parabola, tramite loro posso parlare del mondo che ci circonda… credo che I mostri incarnino l’alterità in modo splendido”.

Il grande narratore visionario Guillermo del Toro è stato applaudito da  pubblico e giornalisti con una nuova fiaba adatta tutti, ambientata all’inizio degli anni ’60. Una fiaba gotica ricca di suggestioni fantasy, ambientata nel pieno della Guerra Fredda americana (siamo nel 1962) e incentrata su una giovane eroina che non parla. A causa del suo mutismo, l’addetta alle pulizie Elisa (Sally Hawkins) si sente intrappolata in un mondo di silenzio e solitudine, specchiandosi negli sguardi degli altri, si vede come un essere incompleto e difettoso, così vive la routine quotidiana senza grosse ambizioni o aspettative. Incaricate di ripulire un laboratorio segreto, Elisa e la collega Zelda (Octavia Spencer) si imbattono per caso in un pericoloso esperimento governativo: una creatura squamosa dall’aspetto umanoide, tenuta in una vasca sigillata piena d’acqua. Elisa si avvicina sempre di più al “mostro”, costruendo con lui una tenera complicità che farà seriamente preoccupare i suoi superiori. Thriller, storia d’amore per adulti ma anche metafora del valore della diversità e implicito riferimento alla politica americana verso clandestini ed immigrati.

Esplorare l’idea dell’amore e delle sue barriere, interne ed esterne, è stata fondamentale per Del Toro.

“Volevo creare una storia, bella ed elegante, sulla speranza e la redenzione come antidoto al cinismo dei nostri tempi. Volevo che questa storia avesse la forma di una favola, con un semplice essere umano che si imbatte in qualcosa di più grande e più trascendente di ogni altra cosa nella sua vita. Poi ho pensato che sarebbe stata una grande idea mettere a confronto questo amore contro qualcosa di banale e malvagio come l’odio tra le nazioni, che si esprime al meglio con la Guerra Fredda, e con l’odio razziale, di classe e di genere.”

Il fatto che i due protagonisti del film non parlino, quanto meno in maniera convenzionale, non fa altro che intensificare la storia d’amore spogliandola delle incomprensioni che spesso si creano tra gli esseri umani.

“Una cosa dell’amore è che è così incredibilmente potente, che non richiede parole, dice Del Toro. L’amore non ha forma è come l’acqua diventa ciò di cui hai bisogno per infrangere ogni barriera, ci innamoriamo di persone del nostro stesso sesso, o con il doppio dei nostri anni, che hanno credi ed opinioni politiche opposte, ho sempre sostenuto l’importanza ed il valore delle nostre differenze”.

Del Toro ha anche coinvolto uno straordinario cast di attori per il film, tra cui Sally Hawkins, Michael Shannon, Richard Jenkins, Doug Jones, Michael Stuhlbarg e Octavia Spencer. Le musiche sono del premio Oscar Alexander Desplat. 

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