Non chiamatele puttane …

donne e sessoDonne di vita, vita di donne.

La scelta di Erika: “diglielo a Ferrero ed agli altri comunisti, di smettere di fare le “anime belle” e che anche noi siamo lavoratrici, come le operaie, le insegnanti, le impiegate…”

aprile 2015 di Silvia Gesess

donneLo scorso anno ho avuto modo di approfondire un argomento piuttosto delicato, quello che comunemente viene definito “prostituzione”.

Grazie ad alcune compagne di un collettivo femminista impegnate nella lotta per i diritti civili delle sex workers (lavoratrici del sesso), ho partecipato ad una manifestazione indetta per denunciare le violenze subite da parte delle forze dell’ordine.

donne bella e intelligenteFino allo scorso anno conoscevo ben poco questo mondo e mi rendo conto soltanto adesso che ne avevo una visione parziale e distorta, probabilmente i luoghi comuni e gli stereotipi che da sempre accompagnano la narrazione della professione più antica del mondo erano riusciti a permearmi.

Siamo abituati al racconto di donne sfruttate e costrette con la forza o con il ricatto alla prostituzione, ma ignoriamo una parte di questa realtà, quella di coloro che hanno scelto in maniera del tutto libera di usare il proprio corpo come mezzo di produzione. Sono quindi a donarvi un punto di vista alternativo, quello di Erika, 35 anni, laureata e lavoratrice del sesso, che ho avuto modo di intervistare lo scorso anno e che ringrazio per avermi dato il consenso alla pubblicazione.

(Per motivi ovvi non citerò il cognome, ne pubblicherò foto).

Iniziamo dalla tua storia, da dove vieni e com’è la tua famiglia?

Vengo da un paesino della Toscana, come te, i miei hanno un’azienda agricola e negli ultimi anni hanno aperto un agriturismo, ho una sorella più piccola che vive e lavora con loro. Direi una famiglia normale, gente semplice, babbo è un vecchio comunista, mamma un filino troppo cattolica.

La mamma cattolica come vive la tua scelta professionale?

All’inizio malissimo, mi ha fatto soffrire, ripeteva che le provocavo vergogna e che non capiva dove aveva sbagliato. Per due anni non sono potuta andare a casa, riuscivo soltanto a vedere mia sorella ed a parlare con mio padre. Adesso le cose vanno meglio, ma non credo lo accetterà mai fino in fondo.

Quindi tuo padre ha reagito meglio?

donne e prostituzioneDirei proprio di no! Voi comunisti siete bacchettoni….sapevi che uno dei maggiori sostenitori della legge Merlin fu Terracini? Ahah! Povero babbo, ricordo che disse: “quand’ero giovanotto qualche volta so’ andato a puttane, ma non avrei pensato di ritrovarmici la figliola!”. Poi si è preoccupato delle malattie o delle ipotetiche violenze, alla fine, da uomo pratico quale è ha riconosciuto che la vita è mia.

Quando hai iniziato?

Al secondo anno di università, quasi per gioco, con un professore che aveva perso la testa per me, ebbene si, all’inizio ero una di quelle studentesse-prostitute tanto antipatiche al sindacato milanese. Poi ho capito che ero brava e che quel lavoro mi avrebbe dato una certa tranquillità economica e tempo libero per studiare e coltivare le mie passioni.

Hai mai subito violenze durante il tuo lavoro?

donne prostituzioneSi, mi è capitato una volta, i primi tempi, alle volte andavo nei locali per trovare clienti. Una notte uscii dalla discoteca con un ragazzo, ma fuori ad aspettarci ce n’erano altri due, visibilmente fatti, mi caricarono in macchina, mi portarono in un campo lì vicino e mi stuprarono a turno. Il tutto non aveva senso, non capivo le botte e gli sputi, poi andarono via senza pagare e lasciandomi lì quasi svenuta. Ho passato mesi d’inferno, terrorizzata all’idea di aver preso qualche malattia, per fortuna quei maiali erano sani! Da allora non ho mai più cercato i clienti in giro.

donne prostitutaCome trovi i clienti? Inserzioni sui giornali? Internet?

Ma sei pazza? Mica voglio essere beccata! Con il passaparola, accetto soltanto persone raccomandate da clienti abituali.

Beccata? Ma la prostituzione non è reato, anzi c’è una sentenza della Corte di Cassazione del 1 ottobre 2010 che definisce la prostituzione tra adulti un’attività lecita.

Giusto, vallo a spiegare alle forze dell’ordine e poi mia cara c’è l’agenzia delle entrate in agguato.

prostitute 4Ma tu guadagni molto, dovresti pagare le tasse…

Sarò felice, insomma, di pagarle quando verrà istituito l’albo delle prostitute e quando avrò gli stessi diritti delle altre lavoratrici.

Lo credi possibile?

prostitute 2Credo che non sarà per niente facile, questo è un Paese bigotto, si preferisce far finta di niente, piangere quando viene ammazzata una puttana,  pensando che sotto sotto se l’è cercata! Le esperienze di Pordenone, con il comitato per i diritti civili delle prostitute e quello del sindacato milanese, nato in seno all’assemblea del Leoncavallo, non sono sufficienti a scuotere l’opinione pubblica.

Alla nostra vertenza manca una sponda politica, diglielo a Ferrero ed agli altri comunisti, di smettere di fare le “anime belle” e che anche noi siamo lavoratrici, come le operaie, le insegnanti, le impiegate… Dopo la legge 75 del 1958 in Italia si è scelto di non regolamentare più la prostituzione, sperando forse che svanisse nel nulla, ma questo ha generato soltanto più illegalità, sfruttamento ed evasione fiscale.

Hai mai pensato di entrare in Politica?

prostituzioneLa faccio, con il volontariato e cercando nel mio piccolo di aiutare gli altri, ma nei Partiti non credo più, li trovo vecchi, pesanti, impegnati soprattutto per loro sopravvivenza e poco o per niente per migliorare le cose.

So che tu adesso devi rientrare, c’è un’ultima cosa che hai voglia di dire?

Prima di tutto ti ringrazio e poi spero sinceramente di averti dato un punto di vista diverso su di un mondo avvolto dai pregiudizi.

maniDal giorno in cui ho conosciuto Erika il mio punto di vista è cambiato ed ho iniziato a documentarmi ed a creare legami con le lavoratrici del sesso, sperando prima o poi di riuscire a trovare nella sinistra di alternativa qualche orecchio non sordo alla vertenza delle prostitute.

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