Quello stress che “brucia” l’insegnante

I consigli dell’Inail per prevenire il burnout

6giugno 2015 da Inail.it

scuola insegnante“Bruciato”, “fuso” è il significato letterale di “burnout”, termine che indica quella situazione di stress e disagio lavorativo cronico che – come rivelano diverse ricerche in materia – vede negli insegnanti una delle categorie professionali più colpite. Per aiutare i docenti – e tutto il mondo scolastico – a prevenire questa sindrome e offrire loro suggerimenti utili ai fini del contrasto l’Inail ha recentemente pubblicato sul proprio portale istituzionale la scheda informativa “Burnout e insegnamento”, curata dal dipartimento di Medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale (Dimeila).

Una categoria sempre più a rischio:

scuola carducci 1Valutata inizialmente come malattia professionale specifica delle attività socio-sanitarie, il burnout si riscontra, in realtà, in tutte le professioni basate sui rapporti interpersonali che comportano un elevato investimento emotivo, colpendo soprattutto i soggetti più motivati e con elevate aspettative nei confronti del lavoro. Tra le categorie particolarmente esposte al rischio spicca, così, quella degli insegnanti. Le conseguenze del burnout – si legge nella scheda – “variano da forme più lievi (assenteismo, lieve somatizzazione, deterioramento della prestazione lavorativa) a manifestazioni gravi (sintomi psico-fisici importanti, richiesta di trasferimento, abbandono volontario del posto di lavoro)”.

Tanti i fattori che lo provocano, dalle classi numerose alla troppe pratiche burocratiche:

scuola Nel documento curato da Marta Petyx, ricercatrice del Dimeila, sono analizzati i fattori che – per la natura intrinseca dell’insegnamento – possono rappresentare delle potenziali cause di stress: tra questi, le condizioni di lavoro (classi numerose, aule ristrette, carenza di attrezzature didattiche e logistiche), l’organizzazione scolastica (orari e riunioni, eccessive pratiche burocratiche, comunicazione interna poco chiara, carenza di percorsi di aggiornamento) e il complesso delle politiche scolastiche (quadro normativo culturale e pedagogico in continua evoluzione, limitata possibilità di carriera, retribuzione insoddisfacente, precarietà e mobilità).

Come prevenirlo, consapevolezza di sé e delle proprie esigenze:

classePer prevenire il “rischio burnout” l’insegnante, come indicato nella scheda, può ricorrere ad alcune strategie in grado di agire sua sulla sfera personale che su quella professionale. Innanzitutto è importante acquisire consapevolezza di sé e delle proprie esigenze, prestando attenzione ai primi sintomi psicosomatici e attivandosi ad interpellare esperti. È importante anche affrontare gli insuccessi lavorativi come un momento transitorio e costruttivo, imparando a gestirli diversamente (per esempio corsi di formazione e letture specializzate), porsi obiettivi realistici – tenendo presente i limiti propri e dell’organizzazione – e impegnarsi per raggiungerli (strutturando il tempo lavorativo in modo efficace e flessibile).

Migliorare la comunicazione e le relazioni all’interno del contesto lavorativo:

scuola1Tra le ulteriori strategie consigliate dai ricercatori del Dimeila anche l’attivazione di una rete sociale e l’organizzazione di occasioni conviviali all’interno della scuola al fine di migliorare la comunicazione e le relazioni nel contesto lavorativo.

Ulteriori fattori sui quali agire, infine:

“imparare strategie per gestire il carico emotclasse 1ivo e individuare fonti di soddisfazioni e gratificazioni anche esterne al contesto lavorativo; formulare al dirigente proposte per ottimizzare gli aspetti critici a livello organizzativo (preferibilmente insieme ad altri colleghi che sperimentano le stesse difficoltà); valorizzare se stessi e le proprie potenzialità proponendosi per gestire particolari ambiti dell’organizzazione scolastica (formazione, rapporti con il territorio, progettualità specifiche)”.

 

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