Referendum trivellazioni: Legambiente e Greenpeace

19 aprile 2016 admin

trivelle.

Legambiente:

“Non sarà il mancato legambiente flagraggiungimento del quorum a salvare le fonti fossili
Ora spetta al Governo rispettare gli impegni presi alla Cop 21 di Parigi e avviare una nuova stagione incentrata sulle fonti rinnovabili”

Nonostante le difficoltà ai seggi, la disinformazione e gli inviti all’astensione. Una straordinaria mobilitazione dal basso ha portato milioni di italiani al voto

“Il quorum non è stato raggiunto ma di due cose siamo certi. La prima è che la proroga senza limiti delle concessioni per l’estrazione di petrolio e gas rimane una colossale ingiustizia, in contrasto con le regole del diritto UE sulla libera concorrenza. La seconda, è che non sarà certamente il mancato raggiungimento del quorum a fermare un cambiamento del modello energetico che sta già mettendo le fonti fossili ai margini, perché esiste un altro scenario più conveniente, pulito, democratico. La nostra battaglia continua e la straordinaria mobilitazione dal basso organizzata in poche settimane, malgrado disinformazione e inviti all’astensione, dimostra il consenso di cui gode tra i cittadini il tema dello sviluppo sostenibile, per combattere i cambiamenti climatici e far crescere le energie pulite”.

Questo il commento della presidente di Legambiente Rossella Muroni ai risultati del referendum sulle trivellazioni. La campagna referendaria, secondo l’associazione ambientalista ha messo in evidenza come l’ambiente sia diventato oggi una questione centrale per i cittadini e trasversale agli schieramenti politici. Il Governo Renzi, malgrado gli inviti all’astensione e le politiche a favore delle fonti fossili, dovrà prenderne atto e accelerare sulle scelte di tutela degli ecosistemi e di sviluppo incentrato sulle fonti rinnovabili. L’Italia possiede oggi risorse naturali e opportunità per ridurre l’utilizzo di petrolio e gas puntando sulle alternative realmente competitive ma bloccate da politiche miopi e sbagliate: l’autoproduzione da energie rinnovabili, il biometano, l’efficienza energetica.

Legambiente annuncia quindi che nei prossimi giorni presenterà una denuncia alla Commissione europea contro la norma che concede concessioni illimitate per le estrazioni di petrolio e gas. Continuerà la battaglia affinché si intervenga da subito sulle numerose criticità emerse rispetto alle attività estrattive in mare, a partire dalla dismissione delle piattaforme che già oggi non sono più attive e per stabilire royalties giuste per tutte le attività estrattive, cancellando un sistema iniquo per cui larga parte delle concessioni non paga le royalties e chi lo fa le deduce dalle tasse. In tutto il mondo si sta andando verso una tassazione legata alle emissioni di gas serra per spingere gli investimenti verso l’efficienza e il nostro Paese avrebbe tutto l’interesse ad andare in questa direzione cancellando privilegi assurdi per i petrolieri.

Greenpeace:

trivelle fossiliReferendum trivelle, niente quorum. Affluenza al 32%, ma il dato contro le lobby fossili è chiaro.

Dobbiamo ammetterlo: non siamo riusciti, neppure con quanti insieme a noi hanno sostenuto le ragioni del Sì, a convincere un numero sufficiente di italiani dell’importanza di questo voto. Sappiamo che a determinare questo risultato hanno contribuito i tempi contratti della campagna referendaria, il rifiuto di indire un Election Day e una strategia politico-mediatica che a lungo ha tenuto sotto silenzio il tema del referendum sulle trivelle.

Noi crediamo che la partecipazione alla consultazione non debba essere ignorata: anche se non siamo riusciti a raggiungere il quorum, non dimentichiamo che non tutti hanno giocato pulito in questa partita. L’invito all’astensione venuto dal governo rimane una brutta pagina nella storia della nostra democrazia.
Crediamo che Renzi e il suo governo dovrebbero invece ascoltare il segnale che viene dalle urne. Verificheremo nelle prossime ore il rapporto tra i Sì e i No, ma hanno votato circa 15-16 milioni di italiani, quasi il doppio di quanti votarono nel 2013 per il PD e – come emerge dai primi dati – in maniera massiccia contro le trivelle. Parliamo dunque di una maggioranza nettissima rispetto al voto che ancor oggi legittima la premiership di Renzi.
Un governo attento alla democrazia, all’indomani di un esito referendario come questo, aprirebbe un serio dibattito pubblico sul futuro energetico del Paese.

Noi naturalmente non ci fermiamo qui. Continueremo a batterci per la tutela dei mari e la rivoluzione sostenibile del sistema energetico: l’eliminazione dei combustibili fossili è un obiettivo irrinunciabile se si vuole proteggere il clima e garantire alle prossime generazioni un Pianeta ospitale.
Il nostro primo passo ora sarà dare immediato seguito all’impegno referendario. La norma che assegna ai petrolieri concessioni senza una precisa scadenza, infatti, viola lo spirito e la lettera della Direttiva 94/22/CE, recepita dall’Italia con D.Lgsl. 625/96, secondo la quale “l’estensione delle aree costituenti oggetto di autorizzazioni e la durata di quest’ultime devono essere limitate”. Invieremo un atto di denuncia alla Commissione Europea per segnalare questa e altre violazioni che denotano sistematici aggiustamenti delle norme e dei principi del Diritto comunitario a favore degli interessi dei petrolieri.

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