Renzo Piano e l’alluvione a Livorno

”’Siamo un Paese straordinario e bellissimo, ma allo stesso tempo molto fragile. È fragile il paesaggio e sono fragili le città, in particolare le periferie dove nessuno ha speso tempo e denaro per far manutenzione. Ma sono proprio le periferie la città del futuro, quella dove si concentra l’energia umana e quella che lasceremo in eredità ai nostri figli. C’è bisogno di una gigantesca opera di rammendo e ci vogliono delle idee.” Inizia così quanto scrisse Renzo Piano nel 2014 sole24ore.2014-06-rammendo-periferie

12 settembre 2017 di Ruggero Morelli

Mentre domani festeggerà il compleanno degli 80 anni, con i suoi 150 giovani collaboratori, il senatore avrà forse un’eco della catastrofe che ha colpito la nostra Livorno. Molte zone d’Italia sono state colpite dai terremoti e  la Toscana ha subito frequenti  inondazioni; il Presidente Rossi ieri ha detto al microfono di Granducato che non siamo capaci di prevenire e neppure attrezzati per operare bene e tempestivi dopo  eventi atmosferici come quello che provocato morti e distruzioni domenica mattina.

Dopo Amatrice, con il prof.Azzone di Torino, Renzo Piano ha elaborato un progetto per mettere in maggio sicurezza le aree lungo gli appennini, perché purtroppo con i terremoti dobbiamo convivere.  Ed allora altrettanto si spera di poter e dover fare per le zone fragili soggette a esondazioni, e inondazioni; cose che fino ad oggi non è stato fatto. Anzi, come ha denunciato immediatamente il Vescovo Giusti – anche lui al microfono della emittente tv livornese – non è solo la natura la causa dei danni gravissimi che subiamo, ma anche l’uomo che viola con pervicacia il terreno sia costruendo dove non deve che trascurando la manutenzione di rii e boschi. Insieme agli auguri affidiamo a esperti come Renzo Piano l’incarico di elaborare progetti per tutelare il futuro dei nostri figli e nipoti. Centri storici degradati, aree sismiche e territori fragili sono un patrimonio da rammendare perché contengono le migliori risorse derivate dal rinascimento e che ci pongono ancora all’attenzione e l’interesse del mondo. 

I piani di ricostruzione e salvaguardia possono essere un volano di investimenti e lavoro di inestimabile potenzialità, una iniezione positiva alla crisi dell’edilizia ed un’occasione per avviare nuove forme di risparmio di energia. Mi pare che qui tornino  a proposito le tesi che la economista Mariana Mazzucato ha esposto sia con ”Lo Stato imprenditore” del 2013, che con ”Ripensare il capitalismo” del marzo scorso.

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