E’ vero che a a New York nel 1908 è scoppiato un incendio in una fabbrica, ed è vero che incendi ce ne furono molti, in cui le donne morirono, ma non c’entrano niente con l’8 Marzo.
8marzo 2015 di Ennio Succi
Non c’è nessun rapporto, nessuna tradizione, tra un fantomatico caso in cui morirono donne in incendi o manifestando, finendo uccise dalle forze dell’ordine dell’epoca. La vera origine dell’8 Marzo, totalmente rimossa, è che le delegate socialiste americane, forti delle numerose manifestazioni e azioni politiche dedicate alla giornata della donna, proposero alla Seconda Conferenza internazionale delle donne socialiste, svoltasi nella Casa del popolo di Copenaghen, dal 26 al 27 agosto 1910, due giorni precedenti l’apertura dell’VIII Congresso dell’Internazionale socialista , la creazione di una comune giornata mondiale dedicata alla rivendicazione dei diritti delle donne, in primis il diritto di voto.
Negli o.d.g delle risoluzioni approvate in quella Conferenza, non viene evidenziato che le 100 delegate presenti, inviate da 17 paesi, stabilirono il giorno dedicato ai diritti delle donne: risulta però nel Die Gleichheit, (era il bimensile Social Democratico) che una mozione, redatta da Clara Zetkin, per l’istituzione della Giornata internazionale della donna fosse “stata assunta come risoluzione”.
Dà lì, dopo ennesime conferenze, risoluzioni, varie enunciazioni in vari luoghi del mondo per giornate dedicate alle donne, si arriva all’8 marzo 1917, in cui le donne della capitale russa guidarono una grande manifestazione per chiedere la fine della guerra: i cosacchi mandati a reprimere la protesta, lo fecero fiaccamente e ciò incoraggiò successive manifestazioni di protesta, portando al crollo dello screditato zarismo, privo anche dell’appoggio delle forze armate.
Cosicché l’8 marzo 1917 è rimasto nella storia ad indicare l’inizio della “Rivoluzione russa, di febbraio”.
Per tutto questo, e per fissare definitivamente un giorno comune a tutti i Paesi, il 14 giugno 1921 la Seconda Conferenza Internazionale delle donne comuniste, una settimana prima dell’apertura del III Congresso dell’Internazionale comunista, a Mosca stabilì l’8 marzo la “Giornata internazionale dell’operaia”.
L’idea dell’8 marzo da ritrovare in un unico fatto accaduto, che guarda caso sta in un posto che non è mai “precisato”, e in cui morirono in un incendio o in una sommossa mai precisati decine di donne, è da ricercare nel fatto che, essa si impone fortemente dopo il Secondo conflitto mondiale. Allora era importante che si parlasse di quel giorno, anche con un fatto non vero, ma verosimile (ne successero infatti molti di accadimenti che realmente coinvolsero brutalmente le donne) purché si recuperasse la centralità del valore del lavoro. Per di più, con un’immagine che ha a che fare con la storia religiosa: queste donne che muoiono come sante, come martiri che testimoniano la fede per la conquista di un diritto, fondendola con la lotta fondamentale del movimento operaio europeo, cioè il lavoro.
Si poteva anche trascurare il fatto storico che ne determinò la creazione, il diritto di voto delle donne. D’altronde nel post secondo conflitto, in quasi tutta Europa, tranne la Svizzera (la beata Svizzera lo concesse nel 1971), esse votavano, ma era necessario trasformare quel giorno ad uso e consumo del presente.