Sabato 24gennaio alle ore 18, manifestazione con corteo da piazza Attias dei dipendenti della “People Care”. E il 29 gennaio nuovo incontro Roma

people careLo scorso 23 dicembre People Care ha avviato la procedura di licenziamento collettivo per l’intero organico del call center di Guasticce, nonostante la commessa Seat scada il 31 maggio 2015.

23gennaio 2014 di admin

People Care2Nel frattempo, la trattativa fra le due parti sembra stagnante e People Care si dice impossibilitata a portare nuove opportunità di lavoro per i 450 operatori nei prossimi mesi.

Sollecitate le istituzioni, c’è stato un primo incontro al Mise, con l’interessamento del vice ministro De Vincenti, dimostratosi scettico riguardo al comportamento che l’Azienda sta tenendo su tutta la vicenda, ma deciso a non rinunciare ad ulteriori tentativi di dialogo con la stessa e Seat, per ottenere garanzie sul futuro dei lavoratori.  E il 29 gennaio è previsto un ulteriore incontro Roma, nella speranza che questa situazione di stallo si sblocchi e possa esserci qualche  segnale positivo.

people care1Da 10 anni le lavoratrici e i lavoratori del Call Center di Guasticce svolgono con professionalità i servizi SEAT 12.40 e 89.24.24. Centinaia di lavoratori con alti livelli di istruzione e professionalità hanno permesso che la società (prima Telegate di Seat e poi People Care di Contacta) registrassero bilanci positivi. People Care ha incassato da Seat 60 milioni di euro negli ultimi 5 anni, mentre Seat ha incassato i lauti proventi dei servizi e oggi, come risposta, conferma la volontà di chiudere la struttura di Guasticce e annuncia il licenziamento di 450 persone, mentre Seat si rifiuta di concedere udienza e di trattare rispetto alla concessione delle sue commesse!
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People Care5Per questa  città perdere ancora, altri centinaia di posti di lavoro potrebbe significare rendere vano ogni tentativo e annuncio di rilancio dell’occupazione, a partire dal reinserimento dei tanti lavoratori in mobilità, a questo punto quale concretezza assumeranno gli interventi a favore della reindustrializzazione dell’area di Livorno, promessi dalla Regione Toscana, quando per ammissione dello stesso Presidente Rossi, solo per riportare Livorno nella media Toscana servirebbero 20mila posti di lavoro.

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