Slavina al Teatro Rossi di Pisa, il report

26 Maggio 2015, di Enrico Bulleri – foto di Simona Pampallona

slavina_foto_simona_pampallonaLa sera di Venerdì 22 aprile è tornata in scena a Pisa al Teatro Rossi Aperto Slavina, la sex performer di “Insight” nell’ambito del progetto femminista di corti porno pensati e realizzati da donne “Le Ragazze del Porno” e che già era stata in città con il monologo “Poetiche e Politiche dell’Osceno”, messo in scena anche questa volta come ai Cantieri San Bernardo l’anno scorso.

La versione portata di fronte al pubblico in una città come Pisa non è certamente quella che dopo la teoria passa a tanto di pratiche “sex workshop” presumibilmente da parte del contributo diretto di Slavina e del pubblico, e così portata in piena “azione” ad esempio nell’ambito di alcuni ben piu’ impermeabili centri sociali di Milano. Qui si parla parla parla, e si scopa per nulla, ma ci vengono mostrati come pubblico dei contributi video di cosiddetta post-pornografia “alternativa” e molto amatoriale da “real core anni ’90 e senza accezioni di “utilizzi finali”pipparoli, contraddizione in termini, ma sulla quale una certa concezione femminista punta molto, tanto che è stato anche scritto una sorta di “Manifesto” a riguardo…

Nel quale si parla ancora di “un sesso non adatto agli stolti o ai servi dei propri pregiudizi”: ovvero che “il sesso ha il proprio campo d’azione in quella zona d’ombra dove tutto e’ concesso, tutto e’ praticato, dove vengono prese le radicali decisioni che possono sconvolgere la vita di una persona…” Sì, ma se proprio come quei lacciuoli e lacci veri che la società costrizionista ci ha stretto attorno, di sesso continuiamo appunto a “cerebralmente” troppo parlare e in definitiva filosofeggiare, e non a farlo….Importante nella sua pratica come è, e guarda caso su tale dichiarazione d’importanza ci ha chiuso persino una carriera cinematografica nientemeno che Kubrick, per la battuta pronunciata da Nicole Kidman…

Il manifesto del movimento femminista “post-pornografico” del quale Slavina si annovera come una delle piu’ importanti rappresentanti vorrebbe dunque “liberare l’erotismo tra uomo e donna” ovvero quello che nei fatti ogni azione del movimento femminista e gender transnazionale ha sempre più’ pervicacemente combattuto, nei fatti, nelle leggi, e nei comportamenti applicati correntemente. Proprio perché il femminismo del quale la post-pornografia è una espressione e contraddizione in termini, non vuole assolutamente il libero incontro dell’uomo e della donna, in solitudine con sé stessi nel loro micro/macrocosmo di generi rigidamente divisi e inconciliabili,Ma casomai, soprattutto la solitudine per emarginazione del maschio, e lo sdoganamento effettivo delle loro rivendicazioni a livello di un porno di lesbiche per lesbiche e senza uomini se non grassi, laidi e flaccidi dunque fallaci e disgustosi per immagine e definizione, assolutamente non patinato ed estetico, ma casomai con tutti gli stilemi e i risultati espressivi del Real Core anni ’90. Scegliendo dunque questa forma sì di “essere quello che vogliono”, ma soprattutto seguendo i codici del gender “queen”, ovviamente preferibilmente, qualcosa di non piu’ definito come “maschio-femmina” negli stessi rapporti sessuali….

“La porno ribellione si propaga come un’infezione” e magari nell’assunto di una societa’ sempre piu’ virtuale in tema di sessualita’ e sentimenti e non piu’ “carnale” e materiale fosse vero, anche se non attraverso il “controllo” del porno mainstream che il movimento del post-porno tanto rigetta e vorrebbe rovesciare, come codici estetici, immaginari formali ed “espressivi”.

“L’erotismo è comunicazione”, magari fosse vero, ma ad ennesimo esperimento l’altra sera non è stato proprio il caso tra nessuno e con nessuno che già non si conoscesse come le varie coppie formate presenti, vuoi perché appunto l’incontro si è svolto in una città di provincia come Pisa, vuoi ancora perché a Pisa concetti come quelli di serenità e soprattutto libertà sono proprio antitetici con quella che è la concezione dei rapporti sociali e personali se non addirittura “privati” e ancora, “di classe” impostati. Ma non per l’atteggiamento di un “potere” che tutto soggioga e controlla quanto molto piu’ banalmente e se vogliamo persino “prosaicamente”, per l’approccio dalle varie “fighe di legno” dell’imperante mondo studentesco, e universitario, allo stesso “evento”. Ragion per cui non si tratta nemmeno piu’ di quanto possa ancora essere “strano” il porno a Pisa, ma proprio velleitario e fumoso al massimo, almeno “venduto” in questa forma. Ovvero che le “logiche totalitarie” che il movimento transgender del “post-porno” si promette appunto di voler abbattere e rovesciare, “nelle mura domestiche, e appunto nelle UNIVERSITA’ come nei RAPPORTI SOCIALI”. Almeno qui, siamo veramente troppo lontani da poterlo anche solamente fantasticare..Qui non si tratta neppure di contestare “le modalità del coito e le cose che dobbiamo e possiamo fare”, dato che bisognerebbe innanzitutto sapere da dove cominciare e riprendere, per solo praticarlo il sempre piu’ parlato e ben poco soddisfatto coito, e non è che difendendosi con la critica a qualcosa che innanzitutto neppure esiste si riaffermi alcuna libertà, o di riappropriamento di sé come è sempre negli obiettivi di propaganda del movimento “post-porno” all’interno del femminismo di cui è dichiarata e diretta emanazione, appunto perchè è soltanto una rivendicazione e riaffermazione di uno spazio da prendersi ulteriore, per per coprire e non con “il drappo di seta dei buoni costumi” ma direttamente con ii pesanti sudari delle mummie, il maschio sempre più’ inteso come immondizia inutile lui sì, di cui disfarsi al piu’ vicino cassonetto di una raccolta solamente differenziata, messa in atto da un altro pensiero già dominante e tendenzialmente totalitario che ne vuole soltanto sostituire -persino a colpi di leggi- un altro pre-esistente e dominarci anche come immaginario maschile pornografico ed erotico, nel caso di cui stiamo parlando quello del femminismo e del pensiero trans-gender. Alla bella faccia della comunicazione e della compatibilità determinata dalla natura ma ormai inesistente, fra i sessi e fra i corpi.

L’erotismo e’ comunicazione, trasmette disagio e sporcizia o serenità’ e libertà’: questo pero’ non dipende dai corpi intrecciati, ma dall’immondizia che ognuno si porta dentro coprendola col drappo di seta dei buoni costumi. Di fronte a quel pensiero totalitario che portale sue logiche tra tra le mura domestiche, nelle università, nei rapporti sociali… E anche nel rapporto sessuale, di fronte a quelle leggi non scritte che ci prescrivono le modalità del coito, le cose che dobbiamo e possiamo fare, l’unica arma di difesa e’ la critica, l’unico modo per riaffermare la propria libertà e riappropriarsi di se’ e dei propri spazi. Se l’erotismo prende la forma della critica l’esercizio di domino operato dal potere può’ essere rovesciato.

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