140 iscritti provenienti dalle università e dai centri di ricerca di tutto il mondo – Tufts, Delft, Lille, Firenze, Seoul, Bristol, Coimbra, Cambridge, Trento, Max Planck – hanno partecipato alla settimana dedicata alla Soft-robotics, qui a Livorno, dal 25 al 30 aprile 2016
30maggio 2016 di Ruggero Morelli
Cardine dell’operazione il centro di biorobotica situato nella nuova costruzione allo Scoglio della Regina, che è uno dei vari laboratori creati dalla Scuola Sant’Anna, diretto dalla prof. Cecilia Laschi:
“L’Italia è uno dei paesi leader nel mondo nel settore della robotica. Ma si può e si deve fare di più“. Parla così Cecilia Laschi, in un’intervista al Corriere dell’Università.
Nel dicembre scorso la professoressa Laschi è stata inserita nella speciale classifica delle 25 scienziate geniali al mondo che hanno dato un contributo decisivo alla robotica, stilata da RoboHub, la maggiore comunità scientifica internazionale degli esperti di robotica.
All’organizzazione del prestigioso evento ha collaborato la prof. Barbara Mazzolai, dell’Iit di Genova, anch’essa nata a Livorno, che in una delle tante interviste ha detto:
’’E’ una scommessa vitale, perché senza ricadute pratiche non arrivano i finanziamenti.’’
Nelle sale dell’Hotel Palazzo e dei Pancaldi si sono tenuti seminari, lezioni, tavole rotonde per approfondire lo stato attuale della robotica, in particolare quella soft, e le prospettive della ricerca e dell’applicazione nel mondo della salute, delle infrastrutture, della logistica e quindi in generale del mondo del lavoro.
I giovani ricercatori, parlando tutti un ottimo inglese, hanno partecipato attivamente alle discussioni ponendo domande e riferendo di esperimenti in corso. Con quella libertà che dimostrava la loro notevole preparazione. E’ stato un vero piacere sentirli parlare e vederli in abiti decisamente non formali, e molto simili nonostante le provenienze più diverse; le targhette appese alle magliette con i nomi di alcune università che invero erano poco conosciute. Il prof.Paolo Dario ha diretto la tavola rotonda centrale con la sua comprovata esperienza maturata in varie parti del mondo dove sono state sottoscritte collaborazioni con le università per ricerche nel settore della robotica (Usa,Svizzera, Cina, Giappone ecc.).
La discussione sullo stato della robotica soft e sulle prospettive si è incentrata su quattro filoni: Strength – Weaknes – Opportunities and Threats (ne parlerò’ in altra nota ad hoc). Poi per due giorni le squadre dei ricercatori hanno presentato i loro lavori ed hanno dimostrato in diretta le caratteristiche dei robot della locomotion e quelli della manipulation.
Lo scopo che guida la ricerca è quello di creare strumenti a beneficio della salute e delle cure, come di alleggerire la fatica e migliorare la sicurezza nel mondo del lavoro.
Soft- robot e quindi realizzati con materiali morbidi che migliorano la flessibilità e consentono ad esempio di penetrare nel nostro corpo senza provocare danni. Oppure consentono di allargare o restringere o piegare parti della loro struttura per passare attraverso luoghi stretti. Oppure infine di spostarsi e prendere cose con la massima delicatezza, evitando ogni ostacolo che si presenta.