Sulle navi dei “dannati e reietti della terra” e sulle politiche di respingimenti ogni volta è sempre peggio

Livorno contro la barbarie

25agosto 2018 da Stefano Romboli, BuongiornoLivorno

Certo ci sono colpe e responsabilità diffuse: l’Europa che continua a favorire spinte e soluzioni nazionalistiche e di chiusura, governi e partiti di centro sinistra che hanno preparato il terreno e che solo dall’opposizione sembrano riscoprire la centralità della razza umana.
Ma l’escalation degli ultimi mesi col governo giallo-verde è davvero preoccupante.
Tanto da spingere alcune Procure della Repubblica a valutare l’ipotesi del sequestro di persona perché ci sarebbe “trattenimento illecito”. Cose mai viste.

Ogni giorno chi rappresenta il Governo e dovrebbe garantire coesione e stabilità sembra sfidare le regole e la minima pacifica convivenza, fosse solo per verificare quanto sia possibile alzare l’asticella, tanto da tentare partite che odorano di colpi di Stato. Siamo davanti a un piano di assoluta emergenza. Per la nostra democrazia (già precaria e in crisi), per i nostri riferimenti e fondamenti, per la nostra umanità.
Un ribaltamento del contratto sociale è in atto. I virus dell’egoismo, della vendetta e della cattiveria sembrano dominare. Perché in fondo a preoccupare davvero non è tanto un manipolo di cialtroni e di stronzi che stanno governando, Salvini in testa, ma il consenso popolare sempre più diffuso e una certa buona rappresentazione politica del nostro tempo che sembra poter vantare questa classe politica.
I problemi esistenziali (nutriti da precarietà, insicurezze, marginalità e povertà, egoismi e individualizzazioni ecc.) stanno assumendo i criteri di modelli politici. Il Leviatano sta sempre più assumendo le caratteristiche di una enorme Bestia che si nutre di tutte le bestialità che al contempo alimenta. Bestialità che sono ovviamente frutto del neoliberismo e del capitalismo assoluto.

C’è il rischio che prenda sempre più corpo un regime da far west, dominato da violenza, vendetta, razzismo e egoismo. Passano in secondo piano, anzi spariscono del tutto, proposte e soluzioni sociali e collettive adeguate per sovvertire il piano inclinato e ci si limita a vedere soddisfazione ai propri istinti. E così in fondo appare chiaro che più che il tema dell’accoglienza al centro ci sia quello sull’uguaglianza. Il vero scalpo di chi si atteggia e si comporta da razzista è proprio l’uguaglianza.
Non serve disperarci o farci dominare dalle frustrazioni e dal senso di impotenza, ma è necessario avere la consapevolezza di questa tragica stagione. Sembra di vivere l’agonia di un mondo che sta cambiando senza sapere quali sembianze porterà la metamorfosi.
Per sconfiggere questa incredibile tempesta di merda serve davvero tanto coraggio, lucidità mista a immaginazione e credere sempre di più in quello che possiamo fare assieme, a cominciare dai nostri territori e dalle nostre stesse esistenze. È possibile attraverso una politica municipalista, nei luoghi dove le persone vivono e dove è possibile costruire spazi di vita e di reciprocità, in discontinuità rispetto alle politiche urbane neoliberali improntate alla competitività, alla privatizzazione, all’aggressione e alla privazione secondo l’economia capitalistica.
Una sorta di sovranismo locale e democratico, dove non si voltano le spalle all’interdipendenza globale e anzi si vuole ridemocratizzare l’Europa e le sue Istituzioni, cercando di sperimentare con pratiche fortemente radicate nella dimensione locale nuovi modelli per raccogliere le sfide aperte.

Da questo punto di vista la tradizione di Livorno Città delle Nazioni e Porto Aperto può trovare nuovamente spazio e diventare attuale restituendo colore all’immagine da cartolina sbiadita e in bianco e nero del nostro lontano passato delle origini, collegandoci simbolicamente e non solo a chi questa strada sta coraggiosamente percorrendola non solo a parole, come Napoli e Barcellona. Città ed esperienze municipaliste che conosciamo e con le quali collaboriamo.

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