Si può ridere degli dei? Certamente si sosteneva Omero, che nell’ottavo canto dell’Odissea descrive Ulisse, ospite alla corte di Alcinoo re dei Feaci, mentre assiste ad una scena di canti e balli.
L’aedo intona sulla cetra la storia degli amori fedifraghi tra Ares ed Afrodite la quale era stata data in sposa allo storpio e geniale Efesto. Sorpresi a consumare il tradimento i due amanti vengono incatenati da Efesto e gli dei accorsi per ben due volte scoppiano in fragorose risate.
3dicembre 2015 di Donatella Nesti
I greci erano abituati a ridere delle proprie divinità così antropomorfe da avere talora comportamenti estranei alle religioni monoteiste ” Esistono religioni in cui ridere della divinità è possibile anche da parte di coloro che, contemporaneamente, questa stessa divinità la venerano: e ciò è considerato perfettamente “naturale”. Solo la nostra lunga, ben più che millenaria assuefazione ai quadri mentali delle religioni monoteistiche, fa sì che la possibilità di ridere della divinità ci sembri incompatibile con la pratica religiosa – tanto che, per poterlo fare, si deve necessariamente essere dei non credenti, persone che alla religione guardano da fuori. Tutto al contrario, esistono religioni in cui ridere degli dei è stata ed ancora è pratica comune.” Così Maurizio Bettini filologo e grecista quando ha aperto a Livorno Il Festival del ridicolo.
Certamente ora è diventato tutto più difficile ma gli intellettuali, i vignettisti ed i registi non rinunciano a mettere in ridicolo anche il supremo creatore come ha fatto Jaco Van Dormael con il film “Dio esiste e vive a Bruxelles”, presentato a Cannes ed ora sugli schermi.
Dio esiste veramente, vive a Bruxelles, ed è un po’ un bastardo. Questo è l’incipit del film che, attraverso la voce narrante di una bambina decenne, ci immerge in un viaggio alla scoperta della multiforme natura umana. Protagonista è infatti la piccola Ea, figlia minore (l’altro è il ben più noto Gesù Cristo) di Dio, ben intenzionata a mettere in discussione l’autorità paterna. Una volta penetrata nell’ufficio domestico del padre, la piccola manomette infatti il suo computer, ma non prima di aver inviato a tutti gli uomini, via sms, la data della loro morte.
Jaco Van Dormael ha così commentato l’idea del film “Io e l’altro autore, Thomas Gunzig, siamo partiti dall’idea che Dio esista. E se Dio fosse un bastardo? In più, e se oltre a un figlio avesse anche una figlia di cui nessuno conosceva l’esistenza? E se lei avesse 10 anni e Dio, suo padre, fosse così odioso che lei si vendica di Lui rivelando a tutti gli abitanti del pianeta via SMS il suo segreto più gelosamente custodito, ovvero la data della loro morte? Da lì in poi, qualunque riferimento alla religione si trasforma in una favola surrealista. Non sono credente, ma sono stato cresciuto secondo il cattolicesimo. Sono interessato alle religioni così come alle belle storie. Ricordo che da bambino mi chiedevo: “Perché Dio non ha fatto niente quando Suo figlio è stato crocifisso?” Perché non fa niente quando i bambini muoiono di leucemia? Perché Batman salva le persone, mentre Dio no?”
Dunque mentre lo sciatto e crudele Dio governa il mondo da un personal computer facendo letteralmente il bello e il cattivo tempo sugli uomini, soprattutto il cattivo, Ea, decisa a seguire le orme del fratello ed a fuggire lontana dal padre, dopo essersi confrontata con JC (Jesus Christ) ridotto ad una statuina, evade dall’oblò della lavatrice. Espulsa dentro una lavanderia self-service infila la via del mondo, recluta sei apostoli e si prepara a combattere l’ira di Dio, a cui ha manomesso il computer e di cui ha denunciato il sadismo, decisa a scrivere un nuovo-nuovo testamento ”le tout nouveau testament” (titolo del film).