Ha appena compiuto 80 anni Woody Allen, ha al suo attivo 45 film, quattro Oscar, una vita sentimentale burrascosa, l’umorismo yiddish, la passione per il jazz, l’amore per la cultura europea ed è ancora protagonista con il suo ultimo film presentato a Cannes fuori concorso
20dicembre 2015 di Donatella Nesti
Questa volta l’alter ego di “Irrational man” ora nelle sale è un disilluso ed alcolista professore di filosofia che arriva in un college di provincia preceduto dalla sua fama di uomo sexy e tormentato, Abe Lucas è un insegnante sui generis. È lunga la lista di allieve passate per il suo letto, ha sempre pronta la inseparabile bottiglietta di whisky e l’aria stranita.
Lo interpreta Joaquin Phoenix, adatto per personaggi ambigui e angosciati, che per la parte è ingrassato di 15 chili. Abe incontra la collega Rita Richards(Parker Posey )che cerca di sedurlo per mettere fine ad un matrimonio fallito. C’è però anche la migliore studentessa del corso, Jill Pollard,(Emma Stone) che subisce il suo fascino e nonostante il bravo e giovane fidanzato, progressivamente gli si avvicina. Un giorno i due ascoltano, del tutto casualmente, la disperata lamentela di una madre che si è vista togliere la tutela di un figlio da parte di un giudice totalmente insensibile a qualsiasi esigenza umanitaria. Abe, in quel preciso momento, sente di poter fare qualcosa per quella donna e, con questo, di poter ridare un senso alla propria vita.
Abe insiste con i suoi allievi nelle aporie filosofiche anzi definisce le teorie filosofiche una ‘stronzata’ e cita Kant ed è qui secondo Abe che nascono i problemi perché un mondo kantiano privo della seppur minima menzogna sarebbe l’ideale ma comporterebbe, ad esempio, la denuncia della famiglia Frank dinanzi a una precisa domanda dei nazisti. Forse una lettura più approfondita del grande Immanuel avrebbe chiarito meglio l’universalità della legge morale che il professore pretende di riscoprire con un gesto estremo. Visto dunque che secondo Sartre ‘l’inferno sono gli altri’ il professore cerca a suo modo di rendere la vita migliore ma non ha fatto i conti con la giovane ragazza vera portatrice della legge morale.
Il film si colloca nelle scia noir di “Match Point” con il gioco del caso e delle coincidenze che dava luogo ad un thriller avvincente cosa che sembra mancare a questo ultimo film ancora una volta sospeso tra delitto e castigo per un dramma morale ispirato a Dostoevskij ed a Hitchcock nella impossibile ricerca del delitto perfetto. Woody Allen si è sempre interessato alla filosofia, complice la visione dei film di Ingmar Bergman. “Hanno avuto una grande presa su di me”, racconta. “A quel tempo non avevo ancora letto Nietzsche o Kierkegaard, filosofi molto amati da Bergman, ma quei film mi hanno fatto scattare la molla” . Importante il ruolo del caso “Credo molto nella casualità senza senso dell’esistenza”, dice Allen. “Lo avevo già predicato in Match Point e Abe fa lo stesso nella sua classe. La nostra esistenza è solo una cosa senza poesia o ragione d’essere. Tutti noi viviamo soggetti a una fragile contingenza di vita. Sapete, serve soltanto una svolta sbagliata per strada”. Purtroppo però il tentativo di Abe di dare un senso alla propria vita attraverso un gesto estremo non ha la brillantezza di altri film ironici e divertenti di Allen risultando alquanto assurdo e privo dell’ humour nero al quale il regista ci aveva abituati anche se la regia, l’ambientazione e l’interpretazione sono eccellenti, ottima colonna sonora con lo swing dei Ramsay Lewis Trio.