Ex Lucchini e Jindal. Se entro fine aprile non ci sarà Piano industriale e finanziario a valutazione del territorio, torni l’ipotesi della nazionalizzazione

Man mano che i giorni passano, aumentano le indiscrezioni giornalistiche sulle attività di Jindal

14aprile 2018 da Coordinamento Art.1-Camping CIG, Piombino

Nonostante che nessuna fonte ufficiale – o anche ufficiosa – del gruppo abbia mai rilasciato una dichiarazione, tutti ritengono di sapere quali sono le strategie del gruppo, tutti ritengono di conoscere con buona approssimazione il piano industriale. L’impressione è che tutto l’attivismo di Jindal, tutti i suoi incontri siano finalizzati a capire quanti soldi pubblici gli verrebbero dati, quali facilitazioni potrebbe ottenere, quanta libertà d’azione gli verrebbe concessa. In altre parole,  sembra che ancora non esista alcuna certezza su un intervento di Jindal. Mentre già i nostri politici tessono le lodi di questo “imprenditore serio”.

Sembra che in forme diverse sia iniziato un nuovo ciclo di incertezze, di rinvii, di vaghe promesse in cambio della  acquisizione di vaste aree, importantissime per lo sviluppo futuro della citta’. Se veramente c’è qualcosa di concreto nell’aria, allora che vengano fissati dei termini temporali invalicabili: se entro la fine di aprile non sarà presentato un Piano industriale e finanziario da sottoporre a una seria valutazione del territorio, si torni all’ipotesi di nazionalizzazione della fabbrica da parte dello stato attraverso l’ acquisto di quote (come già fatto per altri settori, attraverso la cassa depositi e prestiti) e si prepari un piano di rilancio serio.

Come le organizzazioni sindacali hanno già espresso, e come noi del Coordinamento Art.1-Camping CIG insistiamo da tempo col Ministro Calenda e con i candidati eletti delle altre forze politiche, non ci vogliamo trovare di nuovo a decidere all’ultimo minuto sotto il ricatto “o questo o niente” ma vogliamo essere attori partecipi all’elaborazione del nostro futuro. Quindi: discutere le prospettive; garantire il ripristino dei livelli occupazionali con concrete garanzie per il futuro, anche per l’indotto (studiando modelli di lavoro); garantire le condizioni di agibilità sindacale, di sicurezza lavorativa e di tutela dell’ ambiente.

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