Faust’O, l’icona della new wave italiana al Caracol di Pisa Sabato 15 Febbraio

Arriva al Caracol uno dei cantautori più leggendari della storia della musica italiana, costantemente avanti sui tempi, inafferrabile e inimitabile

12 Febbraio 2020, da Tico Magne

Appuntamento unico per questa icona della new wave italiana. Fausto Rossi si esibisce con band (Skywalkers) proponendo brani estratti dai primi album come “Suicidio”, “Poco zucchero”, “J’accuse… Amore mio”, “Faust’O” fino ad arrivare a “L’erba” ed “Exit”.
Gli Skywalkers sono: Davecrax – basso, Massimo Betti – chitarra, Marco Cucuzzella – batteria.

Fausto, con il suo fare schivo di songwriter , autore e cantante dal profondo sentire emotivo, ma sempre lontano da qualsiasi circuito mediatico. Fausto Rossi nasce a Sacile, in provincia di Pordenone ma la sua famiglia si trasferisce a Milano dopo pochissimo tempo. All’ età di cinque anni inizia gli studi di pianoforte. Dai nove ai quattordici anni scopre una serie di fenomeni musicali che lo porteranno nel tempo ad abbandonare gli studi accademici. Il primo incontro è con la nuova musica inglese; Beatles, Animals, Kinks, Yardbirds ecc…. Subito dopo l’orizzonte musicale si allarga sugli Stati Uniti; dai Beach Boys a Hendrix … e il primo punk americano sul finire degli anni sessanta, tra cui Velvet Underground,MC5,Stooges. Fino alla metà degli anni settanta Fausto rimane praticamente scollegato dalle “faccende” musicali italiane, se non gli echi di improbabili programmi musicali radio-televisivi.
Questa distanza dalla musica italiana risulterà poi evidente dal suo album d’esordio intitolato “Suicidio” della primavera del 1978. Fausto Rossi inizia la sua carriera discografica con un nome d’arte, Faust’O; che non gradirà particolarmente, ma che in ogni caso “porterà” fino alla fine degli anni ottanta. Dal 1978 a oggi ha pubblicato nove album. Precorrendo in Italia un genere musicale, il quale per almeno una decade influenzerà gran parte della musica pop nostrana. Ben presto però l’artista si allontanerà da quel cliché, sperimentando nel tempo forme più personali. Dopo il primo LP, “Suicidio” (CGD), segue “Poco Zucchero”, 1979. Un disco fortemente “orientato”, che risente dei suoni e dei ritmi della New-Wave inglese. Nel 1980 viene pubblicato “J’accuse… amore mio”. Questo lavoro unisce l’esperienza acquisita con sistemi della new-wave inglese alle nuove tendenze della contemporanea wave americana. Si chiude qui una trilogia ideale. Una specie di laboratorio sperimentale di musica pop-rock.
Il disco successivo è del 1982, Faust’O produce un lavoro “indipendente” su etichetta “FG” (creata per l’occasione); “Out-Now”. E’ un lavoro essenzialmente strumentale che viene realizzato utilizzando tecniche derivanti dalla musica-concreta; ma comunque volutamente indirizzato a possibili nuove forme di “musica pop”. Dopo pochi mesi, primavera 1983, un nuovo contratto con la “Ricordi”.
Un nuovo album di canzoni che presentano un’artista “cresciuto”, in grado ormai di trovare le proprie strade. A detta di tanti forse il suo disco migliore. In copertina un titolo molto semplice, “Faust’O”.
Due anni dopo, una di quelle strade porta all’immaginazione di strutture musicali “primitive” quanto immobili. Un ‘sound’ che a che fare con il primordiale, mentre si osserva il futuro. Sono le 6 tracks del nuovo cd di Faust’O, intitolato con tono disinvolto: “LoveStory” ispirato da uno splendido triplo disco dei “P.I.L.”, “Metal Box”. Dal quale Fausto prelieva anche alcuni frammenti sonori di cui si serve per “semplificare” una parte del lavoro. Batteria, basso e voce “recitano” ripetendo brevi frasi ritmiche e melodiche. Solo alcune minime variazioni, come un errore umano..
Da qui le tracce “pubbliche” di Faust’O si perdono per alcuni anni, durante i quali l’artista sposta tutti i propri interessi sulla ricerca di altre espressioni musicali: dalla ‘contemporanea’ all’etnomusicologia alla ‘computer-music’. Acquisendo nel tempo una maggiore conoscenza e consapevolezza del materiale sonoro. E’ il periodo dei “suoni intimi e privati”. Fino al 1992. Anno in cui vede la luce l’album “Cambiano le Cose”; primo disco a nome Fausto Rossi. Strutture musicali e suoni creati dal computer, dove l’autore si “limita” a definire i confini dei parametri musicali. Ne nasce un lavoro di ambientazioni reticolari che si ripetono in sequenza, continuamente osservate da un diverso punto di vista… L’eccezione è una canzone scritta in coppia con Laura Valente; “Morbide Macchine”. Una canzone pop “seducente”, che trova spazio sul disco in maniera del tutto casuale, essendo un elemento apparentemente estraneo al resto dell’intero lavoro. Nel 1994, dopo una serie di vicissitudini personali inizia a lavorare al nuovo CD, che viene pubblicato l’anno seguente con il titolo “L’Erba”. Questo nuovo disco si libera completamente delle macchine: sintetizzatori, computer sequencer… Ne rimangono solo alcuni passaggi ripescati dai provini realizzati circa un anno prima. Per Fausto Rossi è una specie di ritorno alle proprie origini musicali. Basso batteria e chitarre svolgono l’intero compito, integrandosi con voce e testi che si sono fatti più “veloci” e concreti che non in passato.
Ciò che ne nasce è un pop-rock “visionario” filtrato attraverso vent’anni di personale evoluzione. All’inizio dell’estate 1995 Fausto si trasferisce in collina in una casa isolata, in cerca di “silenzio”. Nella primavera del ’96 comincia a lavorare al nuovo progetto musicale. Qui l’unico strumento elettronico superstite è il registratore…solo qualche esperimento acustico durante le registrazioni della band. Il sound qui è orientato in gran parte verso il rock-blues. Le melodie, i testi, cantano la tristezza di un mondo visto trasfigurato. Viene serivito crudo. E’ la primavera 1997, il nuovo CD s’intitola,”Exit”.
Dopo questo lavoro, Fausto Rossi si ritira di nuovo dalla scena pubblica, rendendosi praticamente “invisibile”. Questa volta l’oggetto dell’attenzione non è puramente musicale, ma piuttosto la persona stessa; un lungo viaggio, “durante il quale non ci si aspetta che qualcuno guidi l’astronave al posto nostro”.
Nel dicembre del 2005 si è ripresentato al pubblico in due concerti, a Roma e a Brescia, proponendo nuove canzoni. Ma Fausto, con il suo fare schivo di songwriter , autore e cantante dal profondo sentire emotivo, ma sempre lontano da qualsiasi circuito mediatico o di “establishment” artistico ufficiale ha continuato a lavorare in silenzio, lontano dal riflettori durante tutto questo tempo. Preparando con molta cura il suo rientro. nel mercato discografico. Nel 2009 esce infatti il suo ultimo lavoro dal titolo “Becoming Visible”. Inciso per una nota label indipendente italiana, la Interbeat di Roma, abbastanza attiva nel circuito della nostra migliore canzone d’autore.
“Becoming Visible” è un lavoro molto intimo, essenziale e scarno, composto da 8 nuove ballate, con testi inediti, 8 piccole songs d’autore composte e cantate completamente in inglese. Un disco, distante ma solo apparentemente dal Fausto Rossi di “Exit” un disco anche dolce e, a tratti, venato di una malinconia blues, con le calde sonorità delle chitarre di Massimo Betti e Stefano Brandoni, il basso di Franco Cristaldi, e con la voce e il pianoforte di Fausto che lo rendono un piccolo gioiello.
Un disco destinato a segnare in modo indissolubile, questo suo ritorno sulla scena discografica italiana. Un disco che ripaga tutti di una lunga assenza, quella di Fausto Rossi. Un disco che sancisce la sua nuova presenza, lungamente attesa dai suoi molti estimatori, che avviene dopo oltre 10 anni da “Exit”.

15 Febbraio 2020 ore 22:00
FAUST’O & SKYWALKERS IN CONCERTO
Caracol Contemporanea Casa del Popolo
Via C. Cattaneo 64 – PISA
Ingresso 15€ Riservato Soci ARCI

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About the Author: Michele Faliani