“Jukebox songs” è il nuovo album di Stella Burns & The Lonesome Rabbits – L’intervista e, in anteprima esclusiva per Pisorno.it, l’audio di “While the dust gets up”, cover di Piero Ciampi

Stella Burns cdImpersona un cowboy venuto dallo spazio armato di chitarra dal nome Stella Burns

Stella Burns liveIn realtà si chiama Gianluca Maria Sorace

(nato in Sicilia ma trapiantato da piccolo a Livorno) ed ha attraversato gli ultimi 25 anni del rock alternativo italiano con diverse band tra le quali gli Hollowblue

03Settembre 2016 di Michele Faliani

Dopo il debutto da solista di quasi tre anni fa con “Stella Burns loves you”, è arrivato il momento del secondo album, “Jukebox songs”, non soltanto un disco di cover. Disponibile dal prossimo 14settembre, verrà presentato ufficialmente sabato 24 con un concerto all’Ex Cinema Aurora, che segna anche l’inaugurazione della quarta stagione di concerti del locale livornese.

Lo abbiamo raggiunto per una breve chiacchierata per parlare di questa sua nuova creatura.

Michele Faliani: Comincio subito con la domanda che sicuramente ti faranno tutti: perché un disco di cover?
Gianluca Maria Sorace: Il disco di cover nasce dall’esperienza maturata nei live con Mario Franceschi, Franco Volpi e Davide Malito Lenti. Dopo l’uscita del primo album “Stella Burns loves you” abbiamo passato due anni a suonare in giro per l’Italia arricchendo la scaletta con diverse cover. Normalmente il disco di cover arriva un po’ più in là nella carriera di un cantante o di un gruppo, ma per quanto Stella Burns sia un progetto giovane, in realtà io e i miei amici abbiamo suonato per tanti anni nei più svariati progetti. Ad un certo punto abbiamo pensato che fosse giusto dare dignità alle nostre versioni di tante canzoni altrui, suonate nei nostri live, registrandole tutte insieme su un album ufficiale. Se il primo disco era un disco di Stella Burns con alcuni contributi di amici, questo è invece un album a tutti gli effetti pensato da Stella Burns and The Lonesome Rabbits.
MF: Se “Jukebox songs” è un disco più pensato come band significa che rispetto a “Stella Burns loves you” c’è stato un lavoro di gruppo più ampio. Quali sono i pro e i contro di un lavoro del genere? Succederà anche nel prossimo disco in studio?
GMS: I pro sono sicuramente la possibilità di un maggiore scambio e la sorpresa nell’ascoltare il lavoro degli altri. Considera che molte canzoni le abbiamo suonate insieme appunto nei live e sapevamo che risultato aspettarci, altre le abbiamo registrate a distanza. Per cui è stato molto interessante ascoltare le parti degli altri man mano che mi venivano inviate. Lavorare in democrazia con altre persone non solo arricchisce le tue idee creando punti di vista molteplici della canzone ma ti costringe positivamente anche a mantenere un certo ritmo. Non vedo nessuna contropartita negativa. Non in questo lavoro. Lavorare sulle mie canzoni è invece un processo più intimo in cui ho bisogno – nonostante le collaborazioni siano comunque vitali (e chi mi conosce o ha seguito il mio percorso musicale lo sa bene) – di avere il controllo completo. Nel prossimo disco di inediti sarà così anche se, e può sembrare un controsenso, allargherò il numero di collaborazioni e ospiti. Ma avrò comunque l’ultima parola e tornerò in quel caso ad essere il despota di sempre!
MF: Mi ricordo che qualche tempo mi dicesti che il disco di cover avrebbe dovuto essere un Ep destinato solo alla vendita ai concerti, come mai poi è diventato un cd a tutti gli effetti? Sarà disponibile anche negli store on line?
GMS: Di fatto non si troverà negli store digitali. Ti confermo che sarà acquistabile ai nostri concerti o scrivendoci direttamente. Però è vero che pensavamo fosse un disco di passaggio, che fosse doveroso e ovviamente un piacere farlo, ma che non valesse la pena lavorarci più di tanto. Invece nel processo ci abbiamo preso gusto ed entusiasmo. Abbiamo aggiunto alcune canzoni che da sempre avremmo voluto fare, e se all’inizio pensavamo di fare un lavoro un po’ artigianale abbiamo invece poi coinvolto Francesco Giampaoli (Sacri Cuori e molto altro) per il mixaggio e Jim Blackwood (lavori per Calexico e Giant Sand tra gli altri) per il mastering.
MF: Ma la scelta dei pezzi da coverizzare è tutta tua o hai ricevuto proposte anche dagli altri? Più in generale, qual è stato il criterio di scelta delle canzoni, se ce n’è stato uno?
GMS: Si… scelte mie iniziali, ma comunque sempre condivise da tutti. Alcune anche per certe occasioni presentatesi nel tempo. “Louie Louie” è nata perché tempo fa siamo stati invitati ad una maratona radiofonica di Orme Radio dedicata a quella canzone, il brano di Piero Ciampi per una giornata dedicata a Ciampi celebrata a Livorno, il pezzo di Cohen per una compilation del magazine on line Sons of Marketing. Essendo comunque io a cantarle è stato naturale partire da scelte legate alla voce. Beh… certo, anche perché le adoro, ma ci sono anche tante canzoni che mi piacciono ma non sarei in grado di cantare. Comunque si, non avremmo potuto lavorarci se non ci fossero piaciute. Una eccezione è forse “Louie Louie”. In effetti se non fossimo stati invitati a farla, non credo proprio che l’avremmo scelta. Ma ci è venuta bene, buffa, atipica… ed è diventata il primo singolo e video. Sicuramente una cosa insolita per quanto mi riguarda è che non c’è un pezzo di Bowie. Ma stavamo registrando l’album quando è scomparso e non ce la siamo sentita. Uscirà comunque qualcosa on line. Se potessi e fossi in grado farei un disco intero di cover di Bowie, ma poi.. che senso ha fare qualcosa di irraggiungibile?
MF: Ho sentito il disco diverse volte, conosco tutti gli originali tranne il pezzo di Mino Reitano. Sembrano davvero pezzi tuoi, come attitudine, arrangiamenti ed atmosfere. Credo che a parte “Lucky” dei Radiohead e “Bird on a wire” di Leonard Cohen, famosissime, le altre (che sono sconosciute ai più) potrebbero essere scambiate per canzoni originali. Il merito è solo vostro e degli arrangiamenti o credi che davvero ci sia terreno comune fra Calexico e Little Tony, Reitano e Handsome Family, Ciampi e Divine Comedy?
GMS: No, solo merito nostro (Ride, ndr). A parte gli scherzi, grazie perché è quello che volevamo raggiungere. In effetti i pezzi sono molto distanti tra loro. Scritti in periodi molto diversi, in nazioni molto lontane fra loro… ma forse qualcosa in comune c’è, una certa tensione struggente che è poi quello che spesso cerco di infondere anche nei pezzi che scrivo.
MF: Dicci qualcosa sulle collaborazioni presenti in questo disco e su come verrà promosso.
GMS: Come ti dicevo è stato un gran piacere lavorare per il mixaggio con Francesco Giampaoli che è musicista attentissimo e ha dato molto valore al nostro lavoro. C’è poi da sottolineare la partecipazione della cantante Australiana Carla Lippis (Baby Carla) che canta con me nel pezzo degli Handsome Family (che molti conoscono perché sigla della serie “True Detective”). Lei ha un modo di interpretare e una voce straordinari. Il disco verrà promosso principalmente attraverso i concerti e le partecipazioni radiofoniche. Il 24 settembre presenteremo l’album a Livorno all’ex Cinema Aurora, luogo al quale siamo molto legati e che è anche il posto in cui abbiamo girato il video di “Louie Louie”, appena uscito.
MF: C’erano altre cover che avevi pensato di fare e che non sono finite sul cd?
GMS: Prima o poi vorrei fare qualcosa di Sufjan Stevens e come ti dicevo alcune canzoni di Bowie le sto registrando in questo periodo e vorrei pubblicarle on line. C’è altro che mi è capitato di cantare e al quale sono affezionato (canzoni degli Smiths, di Elliott Smith, di Jackson C. Frank, di David Sylvian e altri ancora) e chissà che non le proporrò talvolta nei live.
MF: So che stai anche lavorando al seguito di “Stella Burns loves you”, a che punto sei?
GMS: Ho una ventina di canzoni alle quali sto lavorando e che dovrò poi selezionare. Ci saranno i miei cari amici musicisti abituali ma anche tante collaborazioni con altri amici e grandi musicisti italiani e stranieri che stimo molto. Potrei farti qualche nome (e ogni tanto lo faccio), ma forse è meglio che prima proceda nel lavoro e poi li sveli in modo definitivo. Spero che sia pronto per il prossimo autunno, ma prima cercherò di pubblicare anche un Ep con Luca Swanz Andriolo dei Dead Cat In A Bag.
MF: All’Ex Cinema Aurora hai fatto un concerto dentro un autobus degli anni 70, uno di cover al bar, hai cantato con Poliziotto, con Kensico, con Emma Tricca, in apertura a Barzin… da questo concerto cosa ci dobbiamo aspettare? E cosa invece ti aspetti tu?
GMS: Bella domanda. Non lo so neanche io cosa aspettarmi di preciso. Sicuramente per noi ci sarà l’emozione di suonare alcune canzoni per la prima volta, di Little Tony o di Mino Reitano ad esempio, mai suonate live. Per quanto riguarda il pubblico, mi piacerebbe che fosse un punto di partenza per approfondire il lavoro di certi musicisti un po’ bistrattati. Sicuramente faremo qualcosa del primo disco e insomma… tutto quello che puoi normalmente aspettarti da un cowboy innamorato e da un gruppo di conigli solitari!

IN ANTEPRIMA ESCLUSIVA PER PISORNO.IT L’AUDIO DI “WHILE THE DUST GETS UP”, COVER (E TRADUZIONE) DI “SI ALZA LA POLVERE” DI PIERO CIAMPI:

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