7 maggio è il 39° anniversario della scomparsa di Franco Serantini: appello per intitolare Piazza S. Silvestro a Franco Serantini

francoIl 7 maggio è il 39° anniversario della scomparsa di Franco Serantini: studente/lavoratore di orgine sarda, anarchico, la cui storia è nota a tutti e che è morto – per le lesioni riportatenel carcere del Don Bosco di Pisa, due giorni dopo il fermo di polizia. La storia di Franco Serantini, orfano e solo in questa città, ragazzo dal viso dolce e amante dei libri, ha segnato profondamente tutta la città di Pisa e non solo.

Negli anni molte manifestazioni cui hanno partecipato migliaia di cittadini e molte iniziative che sono state intraprese anche a livello nazionale hanno tenuto viva la memoria di Franco e oggi le sue spoglie riposano al cimitero di questa città.   https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=0LZRBZr3x1g

seramonUn contributo fondamentale alla conservazione della memoria di Franco è stato il libro del giornalista Corrado Stajano Il sovversivo uscito in molte edizioni (l’ultima del 2008) che ne ha ricostruito tutta la vita e la sua tragica morte, ma anche altre iniziative hanno contribuito a mantenerne vivo il ricordo come l’istituzione nel 1979 a Pisa della Biblioteca a lui intitolata. A Torino alla fine degli anni Settanta era stata intestata a Serantini anche una scuola media statale, mentre in molte parti d’Italia sono stati dedicati a lui diversi circoli culturali etc.
Dopo la morte gli amici e i compagni di Franco, insieme a gran parte della città, lo hanno voluto ricordare apponendo una targa sull’edificio ex collegio Pietro Thouar dove aveva trascorso gli ultimi anni della sua vita e ponendo nell’attigua piazza un monumento di marmo.

franco

Da quel momento per tutti gli amici di Franco, e per tanti pisani in generale, la Piazza San Silvestro è diventata di fatto Piazza Serantini. http://www.activism.com/it_IT/petizione/appello-per-intitolare-piazza-s-silvestro-a-franco-serantini/4688#signnow Oggi crediamo sia giunto il momento di invitare l’Amministrazione comunale ad accogliere la richiesta di intestare anche formalmente la piazza a Franco.

Pensiamo che l’affetto per Franco sia un sentimento ancora molto diffuso a Pisa che da solo basterebbe a motivare questa richiesta ma ancora più forte è il senso civico e lo spirito di solidarietà della comunità nel ricordare la memoria di un suo giovane concittadino, vittima innocente della violenza frutto di un grave abuso di potere. Si tratta quindi di rendergli omaggio, di riparare in qualche modo all’ingiustizia del potere che ancora oggi non ha fatto piena luce sulle responsabilità della morte di Franco e di lanciare un monito affinché ciò non possa più accadere.
Chiediamo dunque al Sindaco di Pisa e alle forze politiche e sociali un atto di coraggio e di rispetto per evitare che l’oblio e la distrazione creino un vuoto nella memoria collettiva.
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Associazione Amici Biblioteca Franco Serantini ONLUS 

Circolo culturale Biblioteca Franco Serantini

Largo Concetto Marchesi, s.n. civ., 56124 Pisa

 

la ballata di franco serantini 
 

Era il sette di maggio, giorno delle elezioni,
e i primi risultati giungan dalle prigioni:
c’era un compagno crepato là,
era vent’anni la sua età.
Solo due giorni prima parlava Niccolai,
Franco era coi compagni, decisi più che mai:
«Cascasse il mondo sulla città,
quell’assassino non parlerà».
L’avevano arrestato lungarno Gambacorti,
gli sbirri dello Stato lo ammazzavano dai colpi:
«Rossa marmaglia, devi capir
se scendi in piazza si può morir!»
E dopo, nelle mani di Zanca e di Mallardo,
continuano quei cani, continuano a pestarlo:
«Te l’ho promesse sei mesi fa»,
gli dice Zanca senza pietà.
Rinchiuso come un cane, Franco sta male e muore,
ma arriva alla prigione solo un procuratore;
domanda a Franco: «Perché eri là?»
«Per un’idea: la libertà».
Poi tutt’a un tratto han fretta: da morto fai paura;
scatta l’operazione «rapida-sepoltura»:
«é solo un orfano, fallo sparir,
nessuno a chiederlo potrà venir».
Ma invece è andata male, porci, vi siete illusi,
perché al suo funerale tremila pugni chiusi
eran l’impegno, la volontà
che questa lotta continuerà.
Era il sette di maggio, giorno delle elezioni,
e i primi risultati giungan dalle prigioni:
c’era un compagno crepato là,
era vent’anni la sua età.

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