Venerdi 12 Giugno, i lavoratori/ci delle portinerie e delle pulizie che lavorano per la Provincia di Pisa hanno scioperato e si sono riuniti in assemblea perché se entro il 30 Giugno non sarà trovata una soluzione in 40 perderanno il loro posto di lavoro.
14giugno 2015 da Cobas Pisa
I lavoratori/ci non devono farsi illusioni il mondo del lavoro oggi è senza rappresentanza politica ed istituzionale, le forze politiche che hanno governato ieri e quelle che governano oggi rappresentano un unico partito del capitale, che si divide nella cabina elettorale ma poi agisce unito quando c’è da colpire il mondo del lavoro.
Urlare contro le passate malefatte di Berlusconi e Brunetta per attenuare le responsabilità del governo Renzi e del suo partito non regge più, è un esercizio che lasciamo volentieri alla demagogia del segretario della camera del lavoro di Pisa Francese che dimentica il ruolo attivo degli ex sindacalisti oggi parlamentari nel votare le peggiori malefatte possibili.
Se l’ex consigliere di forza italia Gambini dice che gli amministratori e politici del P.D locale hanno regalato alle banche 14 milioni di euro con la questione derivati, dice solo una sacrosanta verità, cosi come quando denuncia il pozzo senza fine di denaro pubblico che rappresenta la vicenda Gaslini. Allora perchè accanisrsi con veemenza e offese gratuite contro Gambini nel corso di una assemblea del personale?
Probabilmente per celare il sostegno attivo della Cgil di Pisa alle scelte di Filippeschi (non ultima l’aeroporto e le privatizzazioni) e deviare l’attenzione dallo sperpero di denaro pubblico operato per una quantità esagerata di posizioni organizzative e dirigenti. Se Francese, di fronte a questi fatti, si arrabbia e si comporta da arrogante è perché ormai è alla disperazione politica. Ma la ragione è anche un’altra: dopo avere accolto con favore la Legge Del Rio , il segretario Cgil non ha alcuna idea su come salvare concretamente questi 40 posti di lavoro.
Francese e Viale invece di limitarsi a dipingere le carrozze dei treni lasciando che la direzione la decidano pochi potenti non eletti da nessuno, dovrebbero provare, per una volta, a fare una scelta coraggiosa, a rompere quei patti di stabilità e vincoli di bilancio, quelle scelte nazionali che sono alla base della soppressione dei posti di lavoro negli enti e negli appalti.