Che aria respiriamo a Pisa?

I cittadini vogliono saperlo e chiedono al sindaco di ripristinare le centraline di monitoraggio della qualità dell’aria (soppresse nel 2010 dalla Regione) a Porta a Mare e nelle aree a rischio così come ha fatto (a proprie spese) il Comune di Pontedera

ambiente

E così come è stato chiesto da tutti i consiglieri comunali nel gennaio 2015 quando fu approvata, all’unanimità, una mozione presentata da Una Città in Comune – Rifondazione comunista.

“Che aria si respira a Porta a Mare? Che aria si respira a Pisa?”

Sono queste le domande che da anni si pongono i cittadini che risiedono nel quartiere di Porta a Mare, a Pisa, e che, dopo aver tentato tutte le strade possibili per sollecitare un intervento da parte dell’amministrazione comunale, oggi pretendono con forza una risposta.

Il quartiere di Porta a Mare, infatti, è una delle zone più inquinate della città, gravato da decine di anni da un traffico pesantissimo che riversa migliaia di auto al giorno sull’Aurelia che porta a Livorno e che si è notevolmente aggravato da quando sono state costruite la Coop, le residenze “Ville Urbane” ed infine il megastore IKEA in località Navicelli.

  • All’inizio del Duemila, precisamente nel 2002, la dura lotta dei residenti, sostenuta dalla Circoscrizione 2, portò ad una decisione coraggiosa da parte delle istituzioni pisane (Provincia e Comune) che decisero di deviare il traffico pesante dall’Aurelia all’autostrada A12 con declassamento della stessa. L’inquinamento del quartiere Cep-Porta a Mare fu ridotto drasticamente ma l’esperimento durò solo un anno e tutto tornò come prima. Anzi peggio. Perché la centralina di via Conte Fazio, che era stata posizionata all’incrocio con via R. Sardo nel 1992 per monitorare gli inquinanti dell’aria, nel 2006, a seguito (secondo l’Arpat) di un guasto smise di rilevare i pm 10. Senza dati a disposizione i cittadini furono privati di uno strumento fondamentale per le future rivendicazioni a sostegno del diritto a vivere in un ambiente sano e respirare aria pulita.
  • Il colpo finale fu dato pochi anni dopo, nel 2010, con l’approvazione della legge regionale n.9 che, con la motivazione del recepimento obbligatorio di una direttiva europea, ha spento quasi due terzi delle centraline funzionanti in Toscana passando, in un primo momento, dalle 97 del 2006 alle 80 del 2010 e poi alle 32 del 2011. Alla fine di febbraio di quell’anno la consigliera regionale Monica Sgherri della Federazione della Sinistra-Verdi presentò un’interrogazione all’assessore all’Ambiente Bramerini chiedendo spiegazioni sui motivi che avevano spinto la Giunta regionale ad abbattere “in maniera abnorme” il numero delle centraline regionali per la rilevazione della qualità dell’aria. La consigliera aggiungeva che una tale riduzione si avvicinava “ai livelli minimi” previsti dalla direttiva della Comunità Europea 2008/50 che faceva pensare “più a una ricerca di risparmio che di efficienza, efficacia ed economicità”; per questo richiedeva alla Regione di incrementare il numero delle stazioni di misura riportandole almeno al doppio, da 32 a 64. La risposta della Bramerini fu ambivalente. Da una parte, difese a spada tratta la decisione della Regione in quanto, nel recepimento della Direttiva europea ed in base anche al decreto legislativo 155/2010, sarebbero state sufficienti 21 centraline di rilevamento in luogo delle 32 lasciate sul territorio ma, dall’altra, assicurò che si sarebbe trattato di un anno di prova al termine del quale sarebbe stato possibile intervenire sulla rete di rilevamento regionale in base ad osservazioni avanzate dalle Province. Così non fu. Perché a Pisa rimasero attive solo due centraline, quelle “salvate” dalla giunta regionale, ovvero la centralina di via del Borghetto (o meglio, piazzetta Del Rosso) che misura il livello di inquinamento del traffico (che in quel punto è di bassa intensità) e quella posizionata nel quartiere de I Passi, una zona alla periferia della città e poco trafficata, che misura l’inquinamento del fondo. La centralina di porta a Mare continuò a rimanere inattiva.

Una situazione al limite del paradosso, data l’oggettiva percezione di un forte inquinamento dell’aria nel quartiere, vissuta con preoccupazione ed allarme da parte dei residenti del quartiere che, ancora oggi, non si vogliono arrendere all’inerzia dell’amministrazione comunale. Per questo hanno voluto fare una conferenza stampa nei pressi della centralina disattivata di via Conte Fazio, a Porta a Mare, chiamando a raccolta i rappresentanti di una lotta per la salute del quartiere e della città che negli anni hanno speso forze ed energie senza ottenere assolutamente nulla dal Comune. Ovvero Rifondazione Comunista, Una Città in Comune, Legambiente, il Comitato provinciale per il diritto alla salute ed il comitato “Non bruciamoci Pisa”. Erano presenti, infatti:

  • per Rifondazione Comunista, Guido Cerbai, già presidente della Circoscrizione 2 e membro del Circolo “Luciano Turini” di P.ta a Mare insieme a Massimo Buzzo, segretario del circolo, Alberto Madrigali e Daniele Iannello che nel 2014 lanciarono la campagna “lenzuoli bianchi” per denunciare il forte inquinamento nel quartiere raccogliendo in tre giorni 240 firme certificate di residenti.
  • Legambiente con Roberto Sirtori, per anni presidente del Circolo di Pisa e storico sostenitore dei diritti dei cittadini a vivere in un ambiente salubre che si è occupato, fin dal 1995, della tematica della qualità dell’aria in città.
  • Marco Ricci, consigliere comunale del gruppo Una Città in Comune-Rifondazione comunista, successore di Sirtori nel ruolo di presidente del Circolo di Legambiente di Pisa fino alla nomina comunale, che, il 15 gennaio 2015, ha presentato una mozione d’iniziativa popolare a doppia firma, insieme a Ciccio Auletta del gruppo UCIC-PRC, per il ripristino del monitoraggio della qualità dell’aria a Porta a Mare. La mozione fu approvata all’unanimità da tutti i consiglieri comunali sia di maggioranza (PD) che di opposizione ma, ad oggi, è rimasta lettera morta.

protesta pisa“Questa non è la battaglia del Circolo di Rifondazione comunista ma è la battaglia di tutto il quartiere di Porta a Mare, una battaglia che viene da lontano – ha esordito Daniele Iannello – . Dal marzo 2014 abbiamo chiesto sempre con maggiore forza la riattivazione della centralina, arrivando a portare in consiglio comunale, nel gennaio 2015, una mozione di indirizzo popolare, mozione che in pochi giorni ha trovato il sostegno e la firma di centinaia di abitanti del quartiere, segno di quanto sia sentita la questione della tutela ambientale e della salute dei cittadini”. “La mozione ha trovato tutte le forze politiche d’accordo ed è stata approvata all’unanimità -continua il consigliere UCIC-PRC Marco Ricci-. Con questa mozione l’amministrazione comunale si è impegnata a “mettere in atto tutti gli strumenti a disposizione per monitorare la qualità dell’aria di Porta a Mare e anche di Riglione-Oratoio, colpiti da problemi analoghi, principalmente col ripristino delle centraline oppure col conferimento ad Arpat dell’incarico di posizionare in quelle zone il laboratorio mobile di rilevamento.

Da quel momento però è calato il silenzio da parte di chi governa la città.

coop porta a mare pisaNonostante i continui solleciti del nostro gruppo consiliare, nonostante i preoccupanti dati sui pm10 che le centraline ancora attive continuano a rilevare, nonostante le campagne di sensibilizzazione come quella di Legambiente, ad oggi l’impegno preso dal consiglio comunale votando quella mozione è stato ampiamente disatteso”.

Porta a mare pisa“Dopo quasi un anno e mezzo dall’approvazione della mozione in consiglio comunale non sappiamo ancora quale sarà la decisione del Comune, eppure il 30 marzo la prima Commissione doveva darci una risposta definitiva. A che punto sono i lavori? -si è chiesto Guido Cerbai-. Questo silenzio è decisamente inaccettabile. A Pontedera il Comune ha deciso di ripristinare a proprie spese la centralina che era stata cancellata dalla Regione, se lo ha fatto Pontedera perché non lo può fare anche Pisa? La politica che governa questa città sceglie ancora una volta di mettere la salute dei cittadini e l’attenzione per l’ambiente in fondo alle proprie priorità. Da parte nostra non molleremo un millimetro fino a quando non verrà attivata la centralina nel quartiere di Porta a Mare e in tutti gli altri quartieri a rischio”.

Image and video hosting by TinyPicE di rischio per la salute ha parlato Marcello Pantani del Comitato Salute Pisa: “Questa non è solo una battaglia per avere una centralina di monitoraggio della qualità dell’aria, è una battaglia di giustizia che i cittadini portano avanti a difesa del proprio diritto alla salute di cui è responsabile di fronte alla legge il sindaco della città, Marco Filippeschi, che noi, con questa azione, vogliamo richiamare alle proprie responsabilità verso la città”. Responsabilità che sono innanzitutto politiche ovvero di indirizzo politico per risolvere un problema di fondo che è quello del traffico “che va affrontato complessivamente”.

Come ha sottolineato Roberto Sirtori informando che anche le due centraline rimaste in città e posizionate non in aree di traffico intenso hanno rilevato superamenti dei limiti di legge: quella de I Passi di 6volte nel mese di dicembre e quella di via del Borghetto di ben 26 volte tra novembre e dicembre. “Come Legambiente nazionale abbiamo prodotto un dossier “Mal’ARIA di città 2016” sull’inquinamento atmosferico ed acustico nelle città italiane e, qui a Pisa, il nostro Circolo -ha informato Sirtori- ha preparato un corposo dossier sulla qualità dell’aria che respiriamo in città in rapporto alla mobilità attuale, “Cambio di passo. Muoversi bene a Pisa in salute e sicurezza”, dove abbiamo suggerito anche soluzioni praticabili per cambiare il tipo di mobilità e migliorare l’aria che noi tutti respiriamo”.

La storia in pillole: cronologia dal 2002 ad oggi:

  • 2002: deviazione del traffico pesante dall’Aurelia all’Autostrada A12 con declassamento della stessa , per ridurre l’inquinamento del quartiere Cep-porta a mare
  • 2006: disattivazione del rilevamento dei pm10 a seguito di un guasto (secondo Arpat)
  • Marzo 2014: Il Circolo di Rifondazione di Porta a Mare lancia la campagna “lenzuoli bianchi” per denunciare il forte inquinamento nel quartiere.
  • Aprile 2014: Il Circolo scrive una lettera ad Arpat nella quale si ribadisce l’esigenza di riattivare la centralina in via conte Fazio.
  • Maggio 2014: Arpat risponde alla lettera del circolo di Rifondazione ribadendo che “pressioni specifiche possono essere indagate anche tramite mezzi mobili, soprattutto qualora nel territorio siano intervenute modifiche sostanziali”.
  • Novembre 2014: Parte la raccolta di firme nel quartiere su una mozione di indirizzo popolare per chiedere la riattivazione di sistemi di monitoraggio della qualità dell’aria. In pochi giorni a Porta a Mare si raccolgono più di 200 firme autenticate.
  • 15 gennaio 2015: La mozione viene presentata dal gruppo UCIC-PRC e approvata all’unanimità.
  • 1 aprile 2015: Si riunisce la 1 commissione che si impegna a produrre un progetto di monitoraggio con quadro economico (in relazione anche con l’indagine epidemiologica), coinvolgendo il LAMMA, entro il mese di aprile. Impegno disatteso.
  • 3 febbraio 2016 (10 mesi dopo!): Si riunisce per la seconda volta la 1 commissione sulla questione delle centraline. L’amministrazione continua a non proporre niente di concreto. La commissione si chiude con l’impegno di fornire, entro la fine del mese di febbraio, un piano economico per l’istallazione di centraline mobili. Impegno puntualmente disatteso.

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