Contestazione alla Meloni: richiesta di diritto alla replica, da un discreto numero di proletari

meloni giorgiaI giornali hanno parlato della contestazione a Giorgia Meloni a Pisa solo riportando le opinioni espresse da questa ultima. Un “bel modo” di fare cronaca, ascoltare solo una delle parti, ovviamente quella mediaticamente più forte

22maggio 2015 da Cobas Pisa

manifestazioneSe il comizio non fosse stato disturbato da 40/50 (altro che sparuto gruppo come ha scritto più di un giornale) ma interrotto da lanci di uova o pietre, oggi i protagonisti dell’episodio avrebbero i clamori della ribalta. Ormai per fare notizia bisogna seguire un copione rituale per consentire alla stampa di ricamarci sopra confezionando qualche articolo al vetriolo.

I media sono ormai i principali evocatori dei black block o presunti tali.

polizia caricaEmblematico è l’esempio delle notizie riguardanti il Comune di Pisa, raramente le denunce del sindacato hanno spazio sui media , eppure parliamo di disservizi al cittadino, di sperpero del denaro pubblico, di una macchina comunale che non funziona, del salario accessorio non erogato ai dipendenti mentre i dirigenti si aumentano il loro salario, d9i atti non leggibili dal cittadino nel disprezzo delle regole sulla trasparenza e sulla anticorruzione.

Ci hanno descritto come figli di papà e centri sociali ma i contestatori erano studenti medi ed universitari, gli stessi che in questi giorni contestano la Riforma Renzi, gli stessi che contestano la Regione e i suoi tagli al diritto allo studio. C’erano anche gli antiproibizionisti a difendere il diritto a manifestare e qualche Cobas a ricordare che la memoria storica non si manipola, a ribadire che le campagne contro rom e migranti non sono accette in una città che si dice (ormai a parole ma non nelle politiche intraprese)  tollerante e solidale.

Qualcuno potrà obiettare che è sbagliato contestare un comizio ma noi ribadiamo il diritto al dissenso, solo che questo dissenso viene ridicolizzato e svilito da chi si è soffermato su qualche slogans senza preoccuparsi di indagarne le ragioni , magari per esorcizzare contenuti e pratiche etichettandole con qualche stereotipo.

Un giornalismo serio dovrebbe fare altro e non soffermarsi sulle parentele di qualche giovane contestatore ai quali sembra si voglia contestare la provenienza borghese. Anche nel sessantotto si usavano questi mezzi per arginare la contestazioni, la storia dovrebbe essere fonte di insegnamento ma forse ci sbagliamo.

Per onore di cronaca non abbiamo chiesto il cud dei presenti, possiamo rassicurarvi sulla presenza di un discreto numero di proletari.

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