Diritto di replica su: mostra patrocinata dal comune di Pisa, “Venezuela,Umorismo/Dolore”

Venezuela, Umorismo Dolore4In merito all’articolo dell’8novembre, a firma dell’Associazione di amicizia Italia Cuba, nel quale si richiedeva formalmente che il Sindaco di Pisa presentasse le scuse alle ambasciate di Venezuela e Cuba” a seguito della  mostra realizzata dall’associazione A.D.M.I, tenutasi dal 27 al 31 ottobre e intitolata “Venezuela Umorismo/Dolore”, avendovi rilevato distorsioni della realtà e elementi denigranti per i popoli venezuelano e cubano ed i rispettivi governi, pubblichiamo integralmente, per diritto di replica, l’intervento di Hugo Estrella:

“Ho avuto l’enorme piacere di poter inaugurare la mostra “Venezuela, Umorismo e dolore”, presso la sala d’ingresso del Comune di Pisa”

21novembre da Hugo Estrella, Pisa

Populismo autoritario e militarismo in Venezuela. Come Sudamericano e come Italiano, conosco benissimo e ho sofferto, i danni del fascismo latinoamericano, sia per via delle dittature militari, sia per via delle altre dittature, quelle autoritarie e bonapartiste. Tra queste ultime, un caso che per anni mi fa litigare con alcuni miei cari amici di certa sinistra italiana, sfortunatamente non abbastanza antiautoritari ne antifascisti.  Ma la cui intelligenza e compromesso politico rispetto.

Non posso, però, tollerare il mancato rispetto di quei compagni, e tanto meno insulti e bugie per pensarla diversamente, per battersi per la Libertà e per i Diritti Umani.  Le “libertà formali” che una volta tanti comunisti sdegnavano e che finalmente si rivelarono come quello che sono: diritti fondamentali di tutte le società di tutti i tempi e di tutti gli esseri umani. Non è meno criminale un Pinochet che un Pol Pot, ne meno corrotto un Fujimori che un Lula da Silva. Anche se uno ruba o ammazza nel nome di Dio, della Libera azienda o chi lo fa nel nome del Socialismo, o dello spirito Latinoamericanista di Bolivar.

La suddetta mostra, che non parla come partito oppositore, ma invece come una enumerazione illustrata dei diritti sistematicamente violati dal regime. Un regime corrotto fino al midollo, criminale e fascista nei discorsi e modi, ma che per comoda virtù di attraversare il Giordano del discorso anti USA, diventa un meritevole esercizio di “Revolucion del Pueblo”. Un popolo, il venezuelano che nonostante la giustissima misura presa agli inizi del Chavismo di alzare la tassa sul petrolio dal 1% al 30% , e che con prezzi del greggio moltiplicati per 15, ha percepito incassi che corrispondono a 10 piani Marshall (Aponte, 2014’Resultados de la Economia Venezolana 1999/2014) vive ancora in preda di un regime di terrore, con tantissime persone nella fame e che non fa altro che sbattere in prigione e torturare oppositori, montando processi, ammazzando studenti, e chiudendosi in un delirio paranoide senza paragoni.

Il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione di condanna al regime denunciando la persecuzione e le violenze contro gli oppositori (476 voti contro 109 negativi e 49 astenzioni18/12/14). Le elezioni, del 2013, sospettate di truffa dopo essersi negato il governo a ricevere osservatori internazionali non sospetti, come quelli della UE, o dell’Organizzazione di Stati Americani, furono una vergogna di manipolazione di mancata libertà di parola, e vicine al surreale, nelle dichiarazioni di Maduro raccontando i suoi dialoghi con Chavez incarnatosi in un uccellino. La violenza contro i diritti umani, come politica di stato del regime, nonostante gli amici e compagni credano siano montature, sono state certificate da organizzazioni al di sopra di dubbi politici, come Amnesty International, che nel rapporto 2014 conferma la tortura, l’incarcerazione di miglialia di persone senza processo, e il via libera ai gruppi armati filo governativi in uno spiraglio di violenza. Sommando a questo la fuga del PM incaricato dei brogli processuali contro il leader dell’opposizione, parla poco bene della qualità istituzionale di quella sofferta nazione.

Sulla inesistenza dell’incidente militare tra Cuba e Venezuela, ricordiamo che allora Cuba sosteneva diverse guerriglie in America Latina e nel mondo, come quella di Angola e Bolivia con la presenza del Che. L’8 maggio 1967 sbarcarono un gruppo di rivoluzionari Venezuelani, e militari cubani nel noto “Incidente di Machurucuto”, che fu la causa della rottura di relazioni diplomatiche tra i due paesi fino a 1974. Insomma, arrabbiarsi con lo specchio fa male soltanto a chi non vuole vedere.  E un bravo compagno, non dovrebbe accecarsi per dogmatismo, ma fare invece come diceva Che ai suoi figli: “Soprattutto, siate sempre capaci di sentire nel più profondo qualsiasi ingiustizia commessa contro chiunque in qualunque parte del mondo. È la qualità più bella di un rivoluzionario”

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