Il 6 Marzo sciopero nazionale di 24 ore dei lavoratori dei porti italiani. Qual è la partita in campo?

porto livornoIl Consiglio dei Ministri ha discusso anche del cosiddetto “pacchetto concorrenza”, presentato dal Ministero per lo Sviluppo Economico (MISE) all’interno del quale vi è anche una parte che riguarda la portualità.

4marzo di Vladimiro Mannocci, Rifondazione Comunista

confindustriaIn pochi articoli chiaramente scritti o suggeriti da Confindustria, si produrrebbe una pericolosa deregolamentazione ben lontana anche dagli indirizi UE, che pure in questi anni si è caratterizzata per tutelare i potenti oligopoli del settore marittimo (armatori) a detrimento del lavoro e dei servizi ad alto valore “sicurezza” come i servizi di rimorchio, ormeggio, pilotaggio.

portoLa proposta del MISE, produrrebbe nel sistema portuale italiano una situazione di Far West con gravi ripercussioni sul piano sociale, della sicurezza sul lavoro, ma anche sul piano funzionale in quanto abbatterebbe i livelli qualitativi dei servizi. Ovviamente se passasse questo articolato verrebbe cancellato anche il Contratto Unico dei Porti, ritornando alla situazione post Prandini, nella quale nel solito porto venivano applicati diverse tipologie contrattuali: dal Commercio, ai metalmeccanici, ed altre tipologia contrattuali che niente avevano a che vedere con il lavoro portuale, che aprirono una spirale concorrenziale pagata dai lavoratori, dalle loro condizioni salariali e normative. Ovviamente il Ministero competente di queste materie dovrebbe essere quello delle Infrastrutture e dei Trasporti, guidato da Maurizio Lupi, che peraltro ha avviato un percorso proprio, avendo attivato un una Commissione di 15 saggi. Tale commissione, di cui fa parte anche il livornese Nereo Marcucci, avrebbe dovuto definire un “Piano della portualità e della logistica”.

porto2Nel solco del Berlusconi-Renzismo questa Commissione di Saggi è stata composta solo di rappresentanti del mondo imprenditoriale, finanziario, e dei livelli apicali ministeriali, lasciando fuori dalla discussione le Organizzazioni Sindacali e quindi il punto di vista del lavoro. Poche settimane fa il Ministro Lupi ha convocato a Roma gli Stati Generali dei porti e della logistica per annunciare gli indirizzi, invero confusi e rabberciati, che dovrebbero stare alla base della nuova riforma dei porti, attraverso le modifiche della L.84/’94. Il Piatto forte di queste proposte enunciate (non è ancora uscito il documento finale), sta nella riduzione del numero delle Autorità Portuali attraverso il loro accorpamento, il rafforzamento dei ruoli di questo Ente in relazione ad altre amministrazioni al fine di velocizzare tempi e procedure che nei porti sono effettivamente molto lenti. L’istituzione di distretti logistici funzionali su cui si dovrebbe estendere il raggio di influenza delle nuove Autority.

porto4La trasformazione delle Autorità Portuali in SPA, con tutte le incognite del caso in merito alla gestione delle aree demaniali portuali. Insomma tanta carne al fuoco, tanta incertezza sul merito delle proposte, sicuramente tanta voglia di andare verso forme di deregolamentazione selvaggia, ormai caratteristica di tutti gli atti di questo Governo che tutela i potenti e massacra i più deboli. Da notare lo sbigottimento creato dall’intervento del nostro Sindaco nel suo intervento, nel quale ha esortato il ministro a procedere speditamente verso la riforma, tirando fuori il logoro “contro le rendite di posizione” la cui traduzione politica altro non è che meno regole più mercato.

porto1Auspichiamo che questa giornata di sciopero sia l’inizio di una battaglia politica e sociale, il cui primo obiettivo deve essere di rendere edotti e consapevoli i lavoratori dei porti su quale è la vera posta in gioco. Il Governo Renzi continua così la sua politica classista a difesa dei ceti più agiati facendo pagare i conti ai lavoratori, attraverso l’abbattimento dei propri diritti e delle proprie condizioni si sicurezza nei luoghi di lavoro. Rifondazione Comunista, parteciperà alle iniziative che a si terranno a livello locale ed attiverà anche una azione autonoma di incontro e di confronto con i lavoratori, con le forze sociali, con le forze politiche, ed i vari livelli istituzionali che possono svolgere un ruolo nella direzione della salvaguardia della difesa sociale nel lavoro nei porti.

 

Purtroppo in questo quadro politico non c’è da aspettarsi niente di buono: rientra tutto in quella “lotta di classe” che anche a livello nazionale stanno portando avanti sia i governi di centro destra sia quelli, si fa per dire, di centro sinistra, sempre di più asserviti a quelle che un tempo si chiamavano classi dominanti.

http://www.mit.gov.it/mit/site.php?p=cm&o=vd&id=3739

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