Industria 4.0: un’occasione per la Costa Toscana, la relazione di Alberto Ricci, Assemblea di Confindustria Livorno Massa Carrara

05ottobre 2017 da Confindustria Livorno Massa Carrara

Dall’Assemblea Generale di Confindustria Livorno Massa Carrara, del 3 ottobre 2017, la relazione del Presidente Alberto Ricci. Industria 4.0: un’occasione per la reindustrializzazione della Costa Toscana 

Lo scenario politico amministrativo

Ad una situazione di emergenza e di crisi perdurante non corrisponde un cambio di passo nelle iniziative pubbliche, per cui, oltre ai ritardi di attuazione dei piani di riqualificazione e di reindustrializzazione, permangono carenze infrastrutturali, burocrazia farraginosa, alti costi delle utilities e assenza di attrattività per nuovi insediamenti, tutti fattori che non aiutano a consolidare né a  sviluppare il sistema industriale esistente. La reindustrializzazione e la conseguente ripresa dell’occupazione non si realizzano limitando gli interventi normativi al mero “obbligo di formalità” ma occorre che sia perseguito anche “l’obbligo di risultato”. 

Le bonifiche delle aree industriali

Nel panorama delle farraginosità burocratiche spiccano certamente le bonifiche dei siti industriali, che da anni si trovano in totale stallo, pur essendo uno dei passaggi indispensabili per la reindustrializzazione. La lentezza delle procedure per le bonifiche ha causato un freno a qualsiasi azione di attrazione imprenditoriale, oltre ad aver ostacolato gli investimenti nella Zona Industriale Apuana e nei territori di Livorno e Piombino. A Massa Carrara, rimane  indeterminato il ruolo del Consorzio Zona Industriale per il quale, non si percepisce una riflessione adeguata circa le funzioni e la sostenibilità economico-finanziaria.  L’approvazione del Regolamento Urbanistico di Massa costituisce quindi un atto fondamentale per il riordino funzionale del territorio e anche per una ripresa del settore edile che ha pagato in questi anni di stagnazione economica prezzi pesantissimi.   Altrettanto preoccupante la situazione del SIR di Livorno, che completa il quadro non consolante del capitolo bonifiche. Il dialogo istituzionale risulta carente, in particolare sulle procedure in atto per l’individuazione dei soggetti responsabili dell’inquinamento, nei casi in cui questi non siano già noti. Sta di fatto che le bonifiche tra Piombino e Livorno sono ben lungi da essere ultimate. Inoltre preoccupa che, nel Programma Regionale di Sviluppo 2016-2020, non vengono espressamente allocate risorse finanziarie, lasciando conseguentemente indefiniti i tempi di bonifica delle aree. Tutto ciò incide pesantemente sull’attrattività del territorio poiché eventuali investitori esigono istruttorie con tempi certi. 

Le multinazionali insieme alle pmi 

Nonostante queste carenze, la presenza sul territorio di numerose imprese multinazionali rappresenta un importante fattore attrattivo, sia per gli aspetti dimensionali sia per l’altissima tecnologia e le competenze che caratterizzano i processi industriali. Massa, Carrara e Livorno, insieme a Firenze, sono i territori dove sono localizzate il maggior numero di imprese multinazionali, rispetto al resto della Toscana. Per questo motivo, è stato costituito il Coordinamento Multinazionali e Grandi Imprese, raggruppando un totale di 52 realtà che occupano oltre 9.000 dipendenti. Particolare attenzione è stata dedicata anche ai temi della formazione e dei rapporti con l’Università e le Scuole, poiché divulgare la cultura d’impresa ed i valori delle competenze e del merito rappresenta un obiettivo primario per il sistema industriale.  Si tratta di valori indispensabili a consolidare il valore sociale dell’impresa, per contribuire a produrre lavoro e benessere, nel rispetto dell’ambiente e delle peculiarità del territorio.

Bilanci Sociali per rendicontare la chimica, il porto e il lapideo

Sono state incrementate le attività nel campo della responsabilità sociale e della promozione dello sviluppo della cultura industriale sul territorio. Il Bilancio di Sostenibilità del Comparto Chimico e Petrolifero Toscano è ormai giunto alla diciassettesima edizione. Il progetto, nato nel 1999 tra le imprese della provincia di Livorno, ha nel tempo ampliato il proprio perimetro fino a divenire, dallo scorso anno, un progetto regionale, che vede la partecipazione di imprese operanti anche in altre province. Proseguendo nel solco della cultura della Responsabilità Sociale d’Impresa, stiamo progettando il Bilancio Sociale anche del Comparto della Portualità e della Logistica.  Mentre, lo scorso luglio, abbiamo presentato la prima edizione del Bilancio di Sostenibilità del Settore Lapideo, evidenziando i risultati dell’indagine condotta tra le Aziende del settore, soprattutto per conseguire gradi di miglioramento per la sicurezza del lavoro e il perfezionamento della tutela ambientale. A fronte di tutto ciò, anziché diradarsi, si sono intensificati provvedimenti e protocolli, tutti sostanzialmente improntati a limitazioni, controlli, verifiche, ispezioni, supervisioni. 

“Non rifiutiamo tutto questo pregiudizialmente. Siamo per il rispetto delle regole. Ma, certamente, l’affastellamento di norme crea di fatto un’incertezza operativa. Ciò nonostante, il riflesso economico del lapideo sul territorio, (salari, imposte e tasse, acquisti da fornitori locali), è cresciuto di 500 milioni di euro ed occupa con l’indotto 8.000 addetti, rappresentando più del 30% dell’export di Massa Carrara.”

I porti della Toscana

Nello scenario economico dei nostri territori, spicca un altro settore strategico, rappresentato dalla logistica e dalla portualità. Doppio è stato il primato raggiunto, lo scorso anno, dal Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale: primo posto in Italia per traffico dei passeggeri dei traghetti e di vacanzieri delle navi da crociera con 9,6 milioni di turisti e primo posto In Italia nei traffici delle Autostrade del Mare con ben 16,8 milioni di tonnellate.  I traffici sono cresciuti anche a Marina di Carrara segnando un incremento del 35%, con La Spezia che potrebbe chiudere il 2017 con il record assoluto di traffici container. Nei primi 6 mesi del 2017, infatti, la crescita è stata del +14,2%, raggiungendo i 713.434 teu. Ma il quadro generale della portualità presenta anche molte ombre, specialmente per quanto concerne l’incertezza e l’esitazione che ha contraddistinto l’attuazione del Decreto Legislativo 169 dell’agosto 2016. Senza contare che l’accorpamento del Porto di Carrara al Porto di La Spezia ha determinato lo smembramento del Sistema Portuale Toscano, da cui deriveranno certamente ripercussioni sul PIL della Toscana, senza che, almeno fino ad oggi, siano state delineate motivazioni fondate di tale scelta.  L’auspicio è che con le nuove governance delle due AdSP finalmente operative, si proceda speditamente per velocizzare i tempi di attuazione dei progetti sospesi, unitamente alla  piena integrazione con il Porto di Piombino.  L’integrazione delle due realtà di Livorno e Piombino rappresenta, infatti, il presupposto per avviare sollecitamente verifiche per una strategia collaborativa con l’ A.d.S.P. di La Spezia. La riforma portuale impone certamente un cambiamento di mentalità poiché il futuro richiede collaborazione e coesione, quali presupposti basilari per contrastare la crisi profonda che ha rischiato di deindustrializzare completamente i territori della Costa Toscana.

Holding dei territori per la Costa Toscana

Purtroppo, fino ad oggi, il dialogo tra le principali Istituzioni del territorio è stato carente, con la conseguente disarticolazione delle policy urbanistiche ed infrastrutturali. Ecco la ragione per cui più volte abbiamo proposto di promuovere una “Holding di Territorio”, che tenga in squadra le Amministrazioni dei territori dell’area vasta della Costa. In tal modo si attenuerebbero le conflittualità nella pianificazione delle infrastrutture e nella programmazione economica, dando così forza alle rispettive potenzialità, ma soprattutto obbligando tutti a scelte e comportamenti coerenti con le esigenze dei rispettivi contesti socio-economici.  In varie parti d’Europa sono già in essere formule di governo del territorio denominate “macroregioni” che stanno facendosi strada anche in Italia e potrebbero essere efficacemente sperimentate proprio sulla Costa Toscana, per puntare alla saldatura attraverso un asse virtuale con l’Area metropolitana di Firenze. Per questo obiettivo teniamo l’attenzione fortemente concentrata sulla definizione di una gerarchia di priorità funzionali all’integrazione del Piano Strategico di Sviluppo della Costa con il Piano Regionale di Sviluppo 2016-2020.   Condividiamo le finalità del Piano tese a riequilibrare il divario tra costa e interno, la cosiddetta Toscana “a due velocità”, con una visione unitaria e di prospettiva strategica, partendo dalla riorganizzazione dell’assetto istituzionale e dal superamento dei localismi. Il nostro appello è che, da questo importante lavoro di inquadramento dei temi strategici, discenda la puntuale identificazione della gerarchia di priorità sulle quali convogliare adeguate risorse economiche, con la predeterminazione di tempi certi per il raggiungimento degli obiettivi. 

“Per cambiare realmente passo e dare impulso ai processi di riconversione e reindustrializzazione, dobbiamo riuscire a fare in modo che gli adempimenti amministrativi e burocratici, collegati alle varie iniziative progettuali, abbiano un inizio e una fine esplicitati, al contrario di quanto avvenuto fino ad oggi. Potremo agganciare la ripresa a condizione che le decisioni marcino alla velocità giusta, mentre, il fattore tempo troppo spesso continua ad essere una variabile indipendente rispetto alle esigenze di reindustrializzazione e troppo spesso piegato a logiche non economiche.”

“Lo slancio, il coraggio e la speranza che ci hanno saputo regalare i giovani e giovanissimi “Angeli del fango“, nei frangenti del post alluvione di Livorno hanno rappresentato una ulteriore spinta – forte ed irrinunciabile – a continuare nelle nostre attività. Il modo più bello e concreto per dire loro “grazie” è quello di perseguire come obiettivo prioritario il sostegno alle nuove generazioni, continuando ad incrementare i livelli produttivi, per aumentare le occasioni di lavoro e restituire ai nostri giovani speranze e prospettive per il loro futuro. In questo modo, contribuiremo a recuperare una parte di quei quattordici miliardi di euro che rappresentano il costo per il nostro Paese della cosiddetta “fuga dei cervelli” all’estero!”

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