L’agguato… pasticcero

Il Foggia-calcio afferma di essere stato aggredito da un’orda di tifosi del Pisa, che si erano appostati per sorprenderli con un agguato, ma alcune testimonianze non confermano il fatto

7giugno 2016 di E.Z.

Domenica scorsa dopo le 22 a Tirrenia c‘è stata una lite tra una famiglia e alcuni rappresentanti del Foggia.

tirreniaIl giocatore del Foggia, Gerbo, è stato portato al pronto soccorso con un occhio nero e il signor Gega, amico della famiglia coinvolta, è andato anche lui al pronto soccorso a causa di diversi calci ricevuti nelle costole.

Il Foggia-calcio afferma di essere stato aggredito da un’orda di tifosi del Pisa che si erano appostati per sorprenderli con un agguato. Il risultato della vile aggressione sarebbe stato un occhio nero a Gerbo (guarda caso lo stesso giocatore che al terzo del secondo tempo si era procurato proprio un occhio nero scontrandosi con il proprio portiere).

I Pisani coinvolti, una famiglia (formata da babbo, mamma e figliola) più un amico, affermano che la loro unica colpa è stata quella di aver gridato “forza Pisa” e di indossare una maglia rossa con la croce pisana.

Image and video hosting by TinyPicIl Questore di Pisa Francini, in base ai rapporti delle forze dell’ordine che scortavano l’automezzo della società rossonera, conferma che non si è trattato né di un agguato né di tifo organizzato, ma solo di una famiglia che si è trovato coinvolta in una lite con i rappresentanti del Foggia.

Io, però, mi sento di spezzare una lancia a favore del Foggia. Non dobbiamo, infatti, farci ingannare dal fatto che gli indomiti satanelli si siano trovati davanti ad una famigliola e non a dei ferocissimi ultrà: pare, infatti, che la ragazzina brandisse, addirittura, un gelato. Forse è per questo che i piccoli diavoli, minacciati da una tale arma, hanno sentito il bisogno, secondo la testimonianza del signor Gega (l’amico della famiglia), di creare un cordone sanitario intorno alla pericolosissima ragazzina e di spingere, secondo la testimonianza della madre, la quindicenne contro un auto.

Come se non bastasse le nostre “vittime”, dopo la “brutale aggressione” a colpi di dolci e leccornie hanno dovuto difendersi a calci e pugni contro il padre e l’amico accorsi proditoriamente in soccorso della giovane donna e della sua bambina.

Naturalmente questa “vile aggressione” pasticcera ha scatenato l’ira funesta della società foggiana, del sindaco della città e di numerosi tifosi rossoneri. Il primo cittadino, in particolare, ha scritto a tutti: al Ministro dell’Interno Alfano, a Gravina della Lega e a Tavecchio della Figc (scordandosi, però, il tribunale dei diritti umani e il Papa).

Alcune considerazioni:

1) Il Foggia ha chiesto psindaco foggiaer motivi di ordine pubblico di vietare la trasferta dei tifosi pisani. Mi chiedo se sia il caso che la nostra società chieda di giocare a porte chiuse per gli stessi motivi. Le minacce dei tifosi foggiani, tese a creare un clima intimidatorio, sono preoccupanti.
2) Testimoni sul posto affermano, al contrario, che alcuni giocatori e dirigenti del Foggia abbiano aggredito una famiglia con tanto di figlia al seguito. Mi chiedo se non sia il caso che invece la società del Pisa segnali questo fatto alla Lega affinché siano presi provvedimenti contro gli autori di questo gesto.
3) Il Foggia ha mandato il giocatore Gerbo al pronto soccorso per farsi curare l’occhio nero come prova dell’agguato dei tifosi pisani.

Tutti, comunque, hanno visto l’occhio nero del difensore dopo lo scontro in partita con Narciso. E, non forse questo un comportamento da denunciare come antisportivo?
Si potrebbero fare tutte queste cose, ma io credo e spero che non le faremo perché sportivamente preferiamo giocarcela, a viso aperto, allo Zaccheria.

La società del Foggia è, però, in grado di garantire che la gara di domenica sarà una giornata di sport e non di guerriglia?

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