L’Aquila: la rinascita dopo il terremoto del 2009

In tanti a Livorno, dai vigili del fuoco alle associazioni di volontariato, dallo sport ai tifosi si sono mobilitati nel momento dell’emergenza per salvare ed aiutare, a ridosso del terremoto del 2009, la popolazione dell’Aquila e dei tanti paesini della zona.

1settembre 2015 di Gisella Seghettini

Mi è sembrato opportuno, quindi, scrivere dell’Aquila, oggi, a sei anni dal sisma.

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Spesso ho visitato l’Aquila in questi sei anni, dopo quella notte del 6aprile del 2009, quando il terremoto l’aveva distrutta colpendola nel cuore della città vecchia, portandosi via tante, tantissime persone anche in molte piccole frazioni.

Dopo due anni dal sisma,

i calcinacci ancora invadevano le strade e, gli Alpini erano a presidiare la zona rossa per evitare incidenti o episodi di sciacallaggio.

Ma soprattutto era il silenzio che sovrastava una città morta.

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Gran parte delle persone deportate in alberghi e residence in tutta la regione oppure nelle tanto decantate newtowns di Berlusconi (che peraltro stanno già cadendo a pezzi). Nessuna attività economica nessuna luce nelle case del centro storico.

E ancora il silenzio, più assordante degli anni precedenti.

IMG_0971 (2)Ed ecco il miracolo: a sei anni dal sisma la città di Celestino Quinto, della sua Perdonanza per tutti anche per i poveri e gli indigenti, si riprende, rinasce a nuova vita.

Si innalzano sulla città decine di gru, ma non sono quelle del film “Mani sulla città” di Rosi, non sono quelle di Berlusconi e degli imprenditori sghignazzanti alla notizia del sisma per i loro sporchi affari, che avrebbero volentieri trasformato l’Aquila in una città morta per costruire quartieri dormitorio, ma sono le mani degli Aquilani che si stanno riprendendo la loro città.

Non sempre vale il motto che campeggia sulla volta all’entrata di un antico palazzo della città : non sempre virtus in infaustis fortior.

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Ma i risultati sono per ora splendidiIMG_1039 (2)IMG_1007 (2)IMG_0985 (2)IMG_1006 (2)

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Molti palazzi sono stati restaurati in modo impeccabile.

I cortili  di nuovo teatro di concerti e mostre. Molte le strade e i vicoli di nuovo praticabili. Tanti locali aperti, dove prima c’erano solo rovine. Di nuovo il piacere diffuso di camminare nelle vie della propria città, complice anche una temperatura al di sopra della media anche la notte e le giornate di Festa per la “Perdonanza”.

Tante ancora le ferite aperte: nella via xx settembre accanto ai tanti palazzi e condomini costruiti ex novo, le rovine della Casa dello Studente e sulle transenne gli oggetti che ricordano i tanti ragazzi morti sotto le macerie.

Le loro famiglie ancora attendono giustizia e tante  sono ancora le persone che vivono in alloggi di fortuna.

Ma l’Aquila immota manet dopo i tanti terremoti che l’hanno colpita: anche questa volta, sono sicura, la volontà degli aquilani di risorgere sarà più forte di qualsiasi ostacolo che si frapponga alla totale ricostruzione della loro città.IMG_1044 (2)

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