L’arresto del Vicepresidente della società GESAP, Roberto Helg, che gestisce l’aeroporto di Palermo e l’informazione malata

corruzione1L’arresto del Vicepresidente della società GESAP, Roberto Helg, che gestisce l’aeroporto di Palermo  e che è anche il Presidente della CCIAA  di Palermo, ripropone il grave e irrisolto problema della corruzione nel nostro Paese.

4marzo 2015 di Maurizio Russo, Cobas

corruzione2L’atto criminoso è riferito a fatti ambientali attinenti all’aeroporto e non alla Camera di Commercio ma, l’atteggiamento dei Media (giornali, televisioni, radio e internet) hanno trattato questa notizia evidenziando e puntando tutta l’attenzione sull’arresto del Presidente della CCIAA. Pertanto, non vi è dubbio che attorno all’atto di corruzione si è sommato anche quello di una colpevole mala informazione, si è cioè colto l’occasione per alimentare un clima favorevole ad un attacco mediatico/strategico contro il sistema camerale ad uso e consumo del Governo sulla controriforma, nel riordino delle Camere di Commercio.

Il fatto è che la corruzione, oltre che per l’avidità umana, convive e si alimenta con sistemi istituzionali di incompatibilità ancora irrisolti come l’assenza di norme seria sul “conflitto di interesse“, senza contare il concentramento di cariche e nomine di potere e controllo sulla politica e l’economia.

corruzioneNel caso in oggetto non è un caso che  il sig. Helg collezionasse le seguenti cariche: Presidente CCIAA, Componente consiglio Unioncamere Sicilia, Componente comitato esecutivo Unioncamere Roma, Componente commissione Infocamere, Componente Consiglio CCCF Milano, Componente Comitato terr.le Unicredit Sicilia, Vice Presidente Aereoporto Palermo GESAP, presidente Confcommercio Palermo).

Una situazione che, di per se, produce e istiga a delinquere, si tratta di un sistema incancrenito che va oltre il Parlamento e/o le Regioni e coinvolge, ormai, anche i vertici ed i componenti di CdA di Enti, Istituti, Aziende pubbliche, speciali e Società Partecipate. E allora diventabo legittimi, persino scontati, tutti gli interrogativi su quali siano le motivazioni reali che inducono questo Governo a tagliare risorse ma, nel contempo a non voler affrontano il problema reale della corruzione, ovviamente anche per le Camere di Commercio. Il dilagante fenomeno della corruzione, che fa primeggiare l’Italia e ne mina alla base la credibilità istituzionale agli occhi del mondo, non è più sostenibile ne socialmente ne economicamente, prima ne prendiamo atto e meglio è.

corruzione 3Impossibile continuare in questa indifferenza fatalistica, quando la stessa Corte dei Conti quantifica che la corruzione costa alle tasche dei contribuenti oltre 60 miliardi di euro all’anno. C’è estremo bisogno di futuro per i nostri giovani e per questo Paese: corruzione, malaffare e cattive coscienze sono il primo costo a cui, un Governo degno di questo nome, dovrebbe dare un taglio netto e lineare.

 

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