“Mafie spa, la prima azienda italiana”, 11 maggio con lo storico Franco La Torre al Polo Didattico delle Piagge

Venerdì 11 maggio alle ore 17.00 presso l’aula B2 del Polo Didattico delle Piagge in Via Matteotti 3 si svolgerà un incontro pubblico dal titolo “Mafie spa, la prima azienda italiana”

5maggio 2018 da Arci Comitato Pisa

Ad animare la discussione lo storico Franco La Torre, esperto di infiltrazioni mafiose nel centro-nord Italia nonché figlio del parlamentare del PCI Pio La Torre, assassinato dalla mafia 36 anni fa poco dopo aver scritto la nota legge sulla confisca dei beni ai malavitosi. Ad accompagnare La Torre nella discussione ci saranno Pier Paolo Bruni, magistrato, procuratore della Repubblica di Paola (CS) e il prof. Marco Gesi, prorettore, che porterà il saluto dell’Università di Pisa. Interverranno studenti e associazioni. Moderatore dell’incontro l’avvocato Domenico Morace, legale di vittime di mafia attivo nell’associazione “Agende Rosse” di Bologna. L’iniziativa, che vede il patrocinio dell’Università di Pisa, è organizzata da Arci Pisa ONLUS, da Agende Rosse e dalle associazioni studentesche Sinistra Per e UdU Pisa.

Agende Rosse è un’associazione indipendente nata dalla famiglia Borsellino. Prende il nome dall’agenda scomparsa del giudice Paolo Borsellino il giorno della sua morte, agenda che avrebbe avuto all’interno le prove della trattativa Stato Mafia. E’ appunto il processo sulla trattativa che Salvatore Borsellino, fratello del giudice e animatore dell’associazione, segue da vicino negli ultimi anni. Agende Rosse, che non ha una propria sede pisana, intende con questa iniziativa collaborare con associazioni locali attive nell’antimafia per far nascere un nuovo nucleo di volontari.

“La collaborazione con Agende Rosse Bologna, dichiara la presidente di Arci Pisa Stefania Bozzi, nasce da un progetto forte e duraturo che intende portare nella nostra città magistrati e testimoni dell’antimafia sociale da tutta Italia. Il primo appuntamento non poteva che prevedere la presenza di Franco La Torre, per la sua storia e la lunga battaglia culturale che conduce contro chi vuol far credere che il fenomeno mafioso sia circoscritto al Mezzogiorno”.

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