Nelle sale Dune dopo la prima alla Mostra del Cinema di Venezia

Ambientato a migliaia di anni nel futuro, “Dune” narra la storia di Paul Atreides, un giovane spinto dal destino in una lotta di potere intergalattica.

Foto di Giorgio Zucchiatti

24 Settembre 2021, di Donatella Nesti

Figlio dell’amato e combattuto sovrano duca Leto e della potente sacerdotessa guerriera Lady Jessica, Paul dovrà affrontare la prova decisiva: vincere la sua paura quando il destino – e potenti forze invisibili – lo trascinano inesorabilmente sulle sabbie del remoto pianeta Arrakis   sede di una civiltà indigena chiamata Fremen e nota a questi nativi come Dune, aspramente contesa per generazioni. L’umanità combatte per il controllo della Spezia, una risorsa naturale rara e di grande valore, capace di espandere la mente, a cui ruotano intorno i viaggi  nello spazio, la conoscenza, il commercio e l’esistenza umana. Ma coloro che cercano di raccogliere la Spezia devono sopravvivere al caldo inospitale del pianeta, alle tempeste di sabbia, alla forza degli uragani e ai monolitici Vermi delle sabbie, giustamente temuti con la riverenza solitamente riservata agli dei.

Immaginato per il grande schermo dal regista candidato all’Academy Award, Denis Villeneuve, “Dune” è basato sul romanzo di Frank Herbert del 1965, considerato uno dei libri più influenti del XX° secolo e accreditato di aver ispirato molti dei più grandi film di tutti i tempi. Basta guardare lo strepitoso documentario di Alejandro Jodorowsky per comprendere quando possa risultare difficile tentare di tradurre in immagini le pagine del romanzo di Frank Herbert. Pure David Lynch, al netto delle disavventure produttive, nel 1984 non ebbe successo, soprattutto per un problema di durata eccessiva e per non incappare nello stesso errore, questa versione datata 2021 è stata divisa in due capitoli. Il film è ricco di effetti visivi e scene madri ma non convince sul piano emotivo anche per una musica assordante che non permette di identificarsi con nessuno dei numerosi personaggi interpretati da un cast  stellare composto da Timothée Chalamet, Rebecca Ferguson, Oscar Isaac, Josh Brolin, Stellan Skarsgård, Dave Bautista, Sharon Duncan Brewster, Stephen McKinley Henderson, Zendaya, Chang Chen, David Dastmalchian, con Charlotte Rampling, Jason Momoa e Javier Bardem.

Foto di Giorgio Zucchiatti

Giusta la scelta del protagonista  Timotheé Chalamet  adatto al ruolo di Paul (UN GRANDE UOMO NON CERCA D’ ESSERE UN LEADER, È CHIAMATO AD ESSERLO.) e  tra i numerosi personaggi,  spicca la Jessica di Rebecca Ferguson,  Jessica è una Bene Gesserit, un gruppo di donne dotate di enorme forza e poteri. Sono guardie del corpo, sono combattenti, possono leggere le persone hanno un potere nelle loro voci che mettono le persone nel loro completo controllo, l’unico personaggio alla quale il regista ha dedicato un  approfondimento psicologico. La sabbia, la polvere   sono sempre presenti  ciò ha significato girare in Ungheria, Giordania, Abu Dhabi e Norvegia, dove Villeneuve e il suo team di artisti, tra cui il direttore della fotografia Greig Fraser e lo scenografo Patrice Vermette, hanno creato il loro pianeti remoti. Paul Lambert e Gerd Nefzer e le loro squadre si sono occupati rispettivamente degli effetti visivi e degli effetti speciali, Tom Struthers ha curato i numerosi stunt della sceneggiatura ricca di azione.

Parafrasando Cocciante lo definerei un film “bello senz’anima”.

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About the Author: Michele Faliani