Pisa può essere una città davvero accogliente?

Basterebbe davvero poco e non costerebbe niente garantire vivibilità dei luoghi d’accoglienza e i diritti per quei migranti, che sfuggono ad ogni genere di pericolo, violenza e abuso, sia nel proprio paese che durante il viaggio.

7Luglio 2017 da Serena Fondelli, Progetto Rebeldìa e Ass. Africa Insieme Pisa

Il problema come sempre è la volontà di occuparsene e non scaricare le problematiche né sui numeri dell’accoglienza né su chi oggi ha il mandato di gestirla, ovvero la Prefettura. Si tratterebbe semplicemente di uscire dal concetto di emergenza, cosa che ormai ripetiamo da anni, ma a cui l’amministrazione appare selettivamente sorda, e iniziare a gestire un fenomeno che nessun innalzamento di frontiera riuscirà mai a fermare.

Alla Polveriera al CEP, ad esempio, ma in questi giorni non è sicuramente l’unico, troviamo una situazione di sovraffollamento, con circa una settantina di ospiti, così ci raccontano, stipati, perché di questo purtroppo stiamo parlando, tra la struttura in muratura e alcuni container che si trovano all’ingresso dello spazio demaniale gestito dalla Croce Rossa. Tra un letto e l’altro nel container pochi centimetri di distanza, a testimoniare che nessun ospite ha a disposizione alcun spazio vitale. Poco importa poi se ci dicono che i container sono condizionati, cosa che per altro non ci hanno lasciato verificare. Le soluzioni fattibili e a costo zero le proponiamo da tempo e si possono riassumere in una messa a disposizione da parte dell’amministrazione di più spazi, tra i molti inutilizzati in città, adatti all’accoglienza sia di adulti che di minori non accompagnati, e in un aumento della disponibilità di posti in SPRAAR, riducendo così un’accoglienza d’emergenza. 

Semplice raccomandazione di buon senso, sponsorizzata anche dall’ANCI, ma che a Pisa viene colpevolmente ignorata da anni dal governo cittadino.

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