
Al momento i Comuni ottengono la sospensiva del Tar, sulla chiusura degli Uffici postali che interessano circa 50presidi solo in Toscana. Sentenze simili anche in altre Regioni
5settembre 2015 di Silvio Lami
Questa ordinanza viene accolta con evidente soddisfazione da Anci Toscana, che due giorni addietro aveva organizzato un presidio davanti alla sede di Poste Italiane in via Pellicceria a Firenze, contro la decisione dell’Azienda di chiudere 57 uffici situati in piccoli comuni, in particolar modo quelli montani rurali e maggiormente disagiati.
Sulla vicenda interviene anche il governatore Rossi rivendicando un tavolo con Governo e Poste, per portare a sintesi una soluzione definitiva, che tenga conto della volontà di razionalizzazione degli Uffici e, nel contempo delle esigenze dei cittadini e dei territori.
Ma quanto emerge, anche da questa vicenda, è il totale fallimento delle politiche di privatizzazioni portate avanti, da tutti i Governi, in questo ultimo e disgraziato vent’ennio. Come non vedere infatti, che il contenzioso emerso da questa Udienza riguardava due interessi politicamente contrapposti:
- Da una parte le ragioni dei cittadini che difendono la continuità di un un presidio sul proprio territorio, spesso abitato da molti anziani, a cui si rivolgono non solo per le funzioni specifiche delle Poste, ma anche per tutta una serie di servizi a cui le poste hanno per anni supplito, come ad esempio gli sportelli bancari.
- Dall’altra quelle dell’Azienda che, pur avendo caratteristiche di servizio pubblico, ha come priorità quella del massimo di profitto, pertanto il piccolo Ufficio, per quanto socialmente rilevante ma con pochi introiti, gli risulta, oggettivamente, economicamente da rottamare.