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“Ecco che i nodi vengono al pettine, la falda acquifera dei Comuni di Cecina e Montescudaio, sono a grave rischio di inquinamento da Trielina e non solo, (ricordiamo il Cromo esavalente, il cuneo salino, che con la costruzione di quell’enorme e spropositato bacino di acqua di mare, che è entrato nell’interno del territorio con la costruzione del porto, peggiorerà ulteriormente l’inquinamento).”
03settembre 2014 di Renzo Belcari, Montescudaio, Val di Cecina
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Anche se con anni di colpevole ritardo, con tentativi di minimizzare e nascondere la pesantissima situazione di inquinamento in cui sono coinvolti anche pozzi usati l’acquedotto di Cecina), nell’ultima Conferenza dei Servizi, si è annunciato il necessario progetto di bonifica nella zona di Poggio Gagliardo, nell’area inquinata nei pressi dell’ex conceria Massini. http://www.comunemontescudaio.pi.it/index.php?pagina=eventi&id=360
Troppo è stato concesso dagli amministratori pubblici e dalla politica; anche in termini di concessioni alla cementificazione e impermeabilizzazione del territorio, invece poca è stata l’attenzione all’ambiente e al suo delicato equilibrio. Come Rifondazione Comunista è da oltre dieci anni che denunciamo (spesso inascoltati) le criticità dovute ad una assenza di programmazione sostenibile e in particolare i dati relativi all’inquinamento della falda, del fiume, di progetti tipo Idro-s, ecc. In materia, due anni fa, ci trovammo costretti a fare un esposto alla Magistratura contro la Regione Toscana, preoccupati proprio del rischio di sottovalutazione del pericolo ambientale e sanitario, relativo alla Trielina e al Cromo esavalente.
Quell’esposto, assieme ad altre molte proteste, se non altro ha contribuito come sollecito e presa di coscienza verso gli amministratori per operare con i necessari interventi. Ma, a questo punte alcune domande sorgono spontanee:
- Perché su di un sito già inquinato, nel 2008 si costruì un pezzo di un centro commerciale?
- Perché nel 2009 si costruì ancora su quel territorio, un altro pezzo di centro commerciale?
- Perché ancora dopo si impiantò un grosso impianto distributore di carburante?
- Perché gli Enti pubblici, non hanno ritenuto opportuno improntare la causa contro tutti i proprietari nuovi e vecchi, che presumibilmente potevano aver inquinato nel passato Poggio Gagliardo, come per esempio nel processo a Bussi (Pescara), è stato fatto contro la società Solvay e la vecchia proprietaria Montedison?
Non si devono illudere, gli attuali proprietari incolpevoli, perché recita l’art. 253 del D. Lgs 152/06, sono i proprietari dei terreni inquinati a dover sostenere i costi della bonifica. Infatti l’ Assessore Bramerini, in una lettera del 7 Maggio 2012, scrive tra l ‘altro,
“Ciò significa che se, e solo se, la Regione non riuscirà a recuperare i fondi spesi, dai responsabili della contaminazione, può richiedere ai proprietari del sito bonificato, le spese sostenute, ma solo nei limiti del valore di mercato del sito stesso, determinato a seguito dell’intervento di bonifica”.
Naturalmente su il “può richiedere”, nel caso gli amministratori pubblici non lo facessero, forse la Corte dei Conti, avrebbe qualcosa da dire nel merito.
Post precedenti:
- http://www.pisorno.it/progetto-di-bonifica-nella-zona-di-poggio-gagliardo-anni-di-ritardo-dove-linteresse-di-alcuni-privati-ha-prevalso-su-quello-della-collettivita-ma-adesso-chi-paga/
- http://www.pisorno.it/con-il-bacino-di-acqua-di-mare-nel-nuovo-porto-il-cuneo-salino-nei-prossimi-anni-arrivera-sempre-di-piu-nellentroterra/