20settembre 2014 di Silvio Lami
“… la mortificazione di essere cacciati dal Villaggio potrebbe rappresentare, come avvenne per i buddisti in Cina, l’opportunità per una nuova ripartenza, con un valore aggiunto, nella consapevolezza che, tutte le attività svolte negli anni passati non sono state dimenticate, ma sedimentate nel tempo e che oggi si ritrovano per continuare questa esperienza”.
Con queste parole, il Presidente Renzo Bacci sintetizza lo stato d’animo che ha caratterizzato la fiaccolata di Corea, a difesa della testimonianza di Don Nesi e della sua continuità all’interno del quartiere.
Una fiaccolata, con credenti e non, che ha voluto significare una luce non spenta e che, ostinatamente si deve e si vuole tenere accesa.
Infatti, la pretesa dei 55 mila euro, del Vescovo risulta del tutto irragionevole perché, di fatto, insostenibile per una Associazione “povera e rivolta ai poveri”, che presta servizi sociali in modo del tutto gratuito, se in Giudizio dovesse essere accolta potrebbe rappresentare la fine di questa storica esperienza, come ha affermato, senza nascondersi, Marcello Allegri, uno degli operatori di Don Nesi.
Giorni addietro sembrava maturare una disponibilità di incontro, da parte del Vescovo Giusti, ma a quanto pare se esistono parole giuste per il Sindaco Nogarin e/o per il presidente Rossi (incontri avvenuti di recente), per gli operatori poveri di Corea, esiste solo l’anticamera dell’Economato e del Tribunale.
Tra i partecipanti molti in rappresentanza dei soggetti sociali vivi e attivi a Livorno, molti anche gli attori della politica, esponenti 5Stelle, Buongiorno Livorno, Rifondazione Comunista, Città Diversa e poi: Giovanni Ceraolo (sindacalista di ASIA), prof. Sandro Marchiori, Lamberto Giannini, Luca stellati, Stefano Romboli, Andrea Tani, Carlo Bornaccini, Annarita Saluzzi (cresciuta con don Nesi), Lisa Oliviero, e tantissimi altri cittadini che, in qualche misura sono riconoscenti e affettivamente legati per crescita e formazione individuale, ricevuta dalla Comunità di don Nesi e dall’esperienza del Villaggio scolastico.
La manifestazione finisce dove Don Nesi visse per molti anni, una casa popolare (attualmente ci vive Mario Barontini, un ex ferroviere)
“…Queste sono le finestre dell’appartamento dove viveva Don Nesi, perché Lui scelse di non avere la canonica o la comodità di una casa privilegiata a due piani e magari con il giardino, ma fece la scelta di vivere nelle stesse case in cui viveva la stessa gente di Corea”. Con queste parole è Rocco Pompeo a ricordare un pezzo del vissuto in coerenza di Don Nesi.
A conclusione Pio Gianelli, legge una lettera scritta in occasione della “festa della musica” da Beppe di Corea (primo chierichetto della chiesina), una lettera testimonianza molto commovente e che potete ascoltare nella parte finale del filmato, assieme a molte altre testimonianze, dichiarazioni e parti della manifestazione.
Video e foto di Giacomo Bazzi
Articoli precedenti:
http://www.pisorno.it/un-appello-affinche-la-curia-di-livorno-rifletta-e-salvi-il-centro-don-nesi/
