Referendum modifiche costituzionali: l’Azienda nel pisano che invita i lavoratori a votare Si

19novembre 2016 da “Delegati e Lavoratori Indipendenti” Pisa
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Valerio Castelli, proprietario di una azienda informativa della provincia di Pisa, potrebbe ricondurci alla memoria dei vecchi “padroni delle ferriere” o quei capitalisti ottocenteschi che facevano il bello e il cattivo tempo nella vita degli operai, con pratiche tese ad invadere la sfera privata e la dignità personale per imporre costumi, comportamenti e idee politiche piegando così  la libertà individuale alla logica del profitto. 
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La TD Group non sarà la prima né l’ultima azienda che prova a indirizzare il voto dei suoi dipendenti a favore dei promotori del  Si, del resto troviamo tutto il mondo imprenditoriale unito in un intento comune, quello di sopprimere qualsiasi libertà di espressione del pensiero e, soprattutto, qualsiasi forma di rappresentanza associativa.

Ue e Confindustria parlano di urgenza delle riforme per indirizzare il sistema verso il semipresidenzialismo in una logica di crescita e sviluppo che si ispira alle idee neoliberiste spinte alle più estreme conseguenze.  Da questi fatti si evince che il Si al referendum accomuna Governo e Confindustria ma, gli interessi dei lavoratori e delle lavoratrici potranno identificarsi con quelli dei loro datori di lavoro? L’accentramento dei poteri, le riforme, la modifica dell’impianto costituzionale (tanto per abusare  di una parola) stravolgendone il significato e per dare al Si una accezione positiva ma, fanno veramenye gli interessi dei lavoratori? Noi pensiamo di No.

Td Group non penserà che la vittoria del Si al referendum possa occultare alcune scelte imprenditoriali fallimentari che hanno determinato la perdita di innumerevoli posti di lavoro, la perdita di alcune commesse importanti quali Servizio Ict Comune Pisa e Estav, ed il ricorso, da quattro anni ,agli ammortizzatori sociali? In proposito ci chiediamo cosa ne pensi la  stessa Fiom, sindacato maggioritario presente in Td Group ,di questa sponsorizzazione del Si’. Non vorremmo che nei luoghi di lavoro lo schieramento per il No, al referendum del 4 dicembre, venisse annacquato dal quieto vivere e dalla sudditanza ai padroni che sviliscono la libera forma di espressione dei lavoratori e la loro dignità individuale riducendola a semplice merce di scambio.

Ci pare evidente che il solo voto al referendum del 4 dicembre per contrastare i padroni sia il No, perché le loro riforme sanciscono per noi perdita di diritti e di potere di acquisto e di contrattazione

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