Scusate il ritardo! I Cobas di Pisa: Jobs act e i due dipendenti licenziati della “NPS spa”, società partecipata Cisl

leggeIn merito alla presa di posizione apparsa sulla stampa locale, del segretario della Cisl sulla sentenza della Corte di Appello.

20marzo 2015 da Cobas Pisa

cobas cisl logoSentenza che di fatto ha decretato il licenziamento di due dipendenti della Nuova Pisana Servizi (NPS), è utile ricordare che si tratta di una società ampiamente partecipata dalla stessa Cisl, che attingeva lavoratori in affitto da adibire ad attività tipicamente sindacali, come quelle che si svolgono nell’Ufficio Vertenze.

Jobs Act1Ci scusiamo per il ritardo con cui interveniamo sulla vicenda ma, eravamo (e lo siamo tuttora) impegnati nell’informazione e nella mobilitazione contro la libertà di licenziare, che il Jobs act del Governo Renzi garantisce alle imprese e che vede la stessa Cisl, affiancata alla Confindustria e dintorni, nel salutare quel provvedimento di legge come quanto necessario a domare la volontà dei lavoratori di difendere il diritto al rispetto e alla dignità.

Ma, anche se in ritardo, non possiamo rinunciare a dire la nostra, a fronte di una iniqua sentenza di appello, una sentenza che ha riformato in peggio quella del Tribunale di Pisa, in quanto disponeva: “il reintegro presso la Cisl quale effettivo datore di lavoro” dei due ex-dipendenti NPS, con le indennità previste dall’art. 18 dello Statuto dei lavoratori, di fatto ha spalancato la porta al loro licenziamento, “compensandolo con un’indennità pari alla vergognosa miseria di quattro mensilità e mezza di retribuzione” e di fronte alla spavalderia vendicativa dell’intervento cislino.

Siamo arrivati al punto che, nonostante il licenziamento sia stato dichiarato illegittimo sia in primo che in secondo grado di giudizio, la Cisl (un’organizzazione, che ancora si definisce “sindacato”) si dichiara impudentemente soddisfatta per l’esito della causa e non si sente nemmeno lontanamente in difetto per avere, tramite la SUA società, la NPS appunto, optato per il risarcimento del danno, anziché procedere al reintegro dei dipendenti licenziati, come (con l’alternativa, naturalmente adottata dalla NPS, dell’indennità delle quattro mensilità e mezza di retribuzione) disposto in Appello.

jobs actE non dice il segretario della Cisl che di quel licenziamento, eseguito dalla NPS, il suo sindacato è stato il vero artefice e mandante, e che alla sua base non si trovavano, certo, ragioni relative alle modalità con cui i dipendenti colpiti dal licenziamento svolgevano il loro lavoro.

D’altronde, quel licenziamento è perfettamente in linea con la “filosofia” del Jobs act, che la Cisl si è ben guardata dal contrastare, come si guardò bene dal contrastare, nel 2002, l’analogo progetto del governo Berlusconi, naufragato grazie alla mobilitazione dei milioni di lavoratori che vi si opposero. Dire, però, queste verità è “fare una campagna denigratoria nei confronti dell’Unione territoriale di Pisa della Cisl”, come afferma a mezzo stampa il segretario cislino. “Che fegato!”, viene da esclamare.

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