Bus navetta in servizio all’interno dell’Ospedale Cisanello, si è ribaltato a pochi metri dal Pronto soccorso, compiendo un volo di circa 3 metri e causando la morte del conducente oltre al ferimento di 8 passeggeri, tra i quali una donna in stato di gravidanza
4maggio 2015 di admin
Un avviso di garanzia con ipotesi di reato di omicidio colposo sarà notificato al legale rappresentante della “Angelino Srl”, la ditta per la quale lavorava da tempo Adriano Profeti, l’autista 53enne di Cecina, deceduto intorno alle 11 di lunedì sotto il minibus che stava guidando, a pochi metri dal pronto soccorso.
Dopo i primi rilevamenti e sentiti i soggetti coinvolti e interessati, le ipotesi su cui la Polizia Stradale, coordinata dal sostituto procuratore Giovanni Porpora, sta orientando gli approfondimenti per accertare le cause e le dinamiche di questo tragico incidente sono tre: malore dell’autista, distrazione, e non è scartata neanche l’ipotesi del guasto meccanico.
Allo stato attuale, anche l’iscrizione sul registro degli indagati dell’imprenditore, si tratta solo di un atto dovuto della Procura per dare modo al titolare della ditta di nominare periti e legali.
Questo il comunicato emesso dallo “Sportello salute e sicurezza nei luoghi di lavoro Cobas Pisa”:
“Fare piena luce sulle responsabilità della morte dell’autista e sulle cause dell’incidente all’Ospedale di Cisanello”
Il 1 giugno un autobus che stava effettuando servizio navetta all’interno dell’Ospedale Cisanello si è ribaltato, causando la morte sul colpo dell’autista Adriano Profeti e provocando numerosi feriti che solo per caso non hanno avuto ben più gravi conseguenze.
Il bus Navetta di proprietà della ditta Angelino, per la quale lavorava il lavoratore ucciso, si è ribaltato nei pressi del pronto soccorso, mentre affrontava un rettilineo. Improvvisamente ha avuto uno scarto sulla sinistra e con il fianco ha sfondato una ringhiera precipitando in una discesa di servizio sottostante, profonda circa 6 metri.
Secondo quanto riportato da La Nazione, una passeggera che era sul bus al momento dell’incidente mortale ha dichiarato:
“Appena siamo ripartiti ho sentito chiaramente l’autista del nostro autobus chiamare con la radio la centrale. Stava chiedendo istruzioni sul da farsi. Era chiaro che qualcosa non andava come avrebbe dovuto. Ho ascoltato la loro conversazione. Il conducente diceva che il problema al mezzo persisteva e che sarebbe stato meglio fermarsi. Ma dall’altra parte della radio è giunto l’ordine di continuare”.
Se confermata questa lettura dei fatti, i responsabili della ditta Angelino avrebbero mandato il proprio lavoratore incontro all’incidente che ne ha provocato la morte senza tenere in nessun conto il problema segnalato dall’autista. Sarebbe bastato indicare all’autista di fermare immediatamente il bus e attenderne la riparazione o la sostituzione per evitare l’infortunio mortale. Si tratta quindi di un reato assimilabile all’omicidio volontario o comunque di omicidio con dolo cosciente.
Non è certo il primo caso in cui i lavoratori vengono mandati allo sbaraglio dalle proprie aziende, facendoli lavorare in condizioni di obiettivo e grave rischio. Il motivo è sempre lo stesso: non perdere tempo, risparmiare sulle manutenzioni o sulla messa a norma delle attrezzature, aumentare l’efficienza produttiva. Secondo questa spietata logica del profitto fatto sulla pelle dei lavoratori, ogni anno in Italia si hanno circa un milione di infortuni, di cui circa 1.200 mortali e 50.000 casi di nuove malattie professionali.
Chiediamo alle autorità inquirenti di fare piena luce su questo ennesimo infortunio mortale e individuarne le gravissime responsabilità e chiediamo all’autorità giudiziaria di avviare i dovuti procedimenti penali per reato di omicidio volontario o con dolo cosciente.
Chiediamo all’Azienda Ospedaliera di Pisa, su quali basi è stato affidato il servizio di bus navetta interno all’Ospedale e soprattutto se sono stati fatte tutte le verifiche richieste dalla legge per accertare l’idoneità della ditta appaltata e dei mezzi rispetto all’adempimento degli obblighi di tutela di salute e sicurezza dei lavoratori.
Ricordiamo:
- ai lavoratori che il Testo Unico per la sicurezza (il Decreto Legislativo n.81 del 2008) impone ai lavoratori non come diritto, ma come preciso obbligo, quello di segnalare ai propri superiori e al proprio rappresentante per la sicurezza (RLS) qualunque condizioni di pericolo.
- che è diritto dei lavoratori (diritto sancito dal Testo Unico) in caso di pericolo grave, immediato e che non può essere evitato, di allontanarsi dal posto di lavoro o da una situazione di pericolo. Alcune recenti sentenze di Cassazione giustificano la mancata esecuzione di ordini se viene concretamente messa in pericolo l’inclumità , la salute e la sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici.