Traffico rifiuti, sui fatti di Lonzi metalli e Ra.RI. I comunicati

Cambiobolla?

17dicembre 2017 da Vertenza Livorno 

Con questa parola in codice le ditte di riciclo di rifiuti Lonzi e Ra.Ri saltavano i controlli previsti dai protocolli .Questa parola è rimbalzata nelle nostre case come una “bolla” o bomba ecologica esplosiva. I media nazionali ancora una volta danno notizia di rifiuti pericolosi non trattati, collocati addirittura accanto ad una scuola.
Le frasi di un (ir)responsabile della ditta, che pronuncia parole agghiaccianti arrivando a deridere la possibile morte di bambini, rimbalzano dentro le nostre case e dentro le nostre teste, creando un allarme non nuovo, purtroppo. 
Come comitati ambientalisti cittadini, insieme all’area antagonista livornese, abbiamo per anni denunciato i tanti siti industriali che inquinano il nostro territorio, quindi la nostra salute. Tra questi siti, la Lonzi e la Ra.Ri hanno sempre avuto un ruolo di spicco. 

  • Abbiamo presentato vari esposti, studi rigorosi sugli effetti dannosi sulla salute dei cittadini, correlati da mappe e studi epidemiologici con parametri differenti a seconda delle località prese in esame. 
  • Avevamo evidenziato l’alta incidenza tumorale nelle zone a nord della città.
  • Avevamo creato un bollettino informativo sulle emergenze ambientali della città, intitolandolo “No al modello Somalia”, citando le operazioni più inquinanti: dal folle progetto del rigassificatore, che continua a succhiarci soldi dalle bollette, allo sversamento dei bidoni tossici della Eurocargo Venezia, all’impatto dell’impianto ENI
    passando per i disastri delle discariche o dell’inceneritore, finendo con il per fortuna mai realizzato distretto delle nocività al Cisternino, e via dicendo.

Tornando alla storia più recente, ricordiamo i nostri presìdi davanti alla Lonzi, per chiederne lo spostamento (o la chiusura), dopo i tanti roghi inquinanti di materiale ritenuto tossico. Dopo questi roghi, la popolazione veniva invece sempre “rassicurata” con messaggi del tipo “è sufficiente lavare la verdura coltivata nel solo raggio di 500 metri dal rogo” o cose del genere. 

Durante i presìdi eravamo noi manifestanti ad essere monitorati dalla Polizia in quanto pericolosi, mentre la società Lonzi con i suoi impiegati, ben tutelati affinché potessero continuare la propria azione inquinante, operavano indisturbati. Questi sono i paradossi. Invece le nostre lotte, contro Lonzi e RaRi come contro la discarica del Limoncino (che magari poteva servire a insabbiare rifiuti tossici), contro il rigassificatore OLT , contro lo spostamento dell’Ospedale in una zona idrogeologicamente fragile come si è visto purtroppo a settembre, sono lotte rilevatesi giuste alla faccia di chi con i Lonzi ci faceva gli affari e gli dava in gestiione lo smaltimento dei rifiuti. 

  • Abbiamo coinvolto cittadini e fatto assemblee, pubblicato dossier e mandato comunicati alla stampa cittadina e in cambio il Sindaco di allora, Cosimi, ci denigrava chiamandoci “professionisti della partecipazione. Oggi vediamo che che le nostre denunce erano erano giuste e vogliamo sperare che le indagini non si fermino qui ma
    scavino a fondo per vedere se esistono responsabilità politiche.
  • Oggi chiediamo che la popolazione resistente, la popolazione che non accetta soprusi sul proprio ambiente a danno di tutti gli esseri viventi, venga ascoltata anziché repressa. 

Battersi per la difesa dell’ambiente e della salute significa affermare anche un modello di democrazia diretta e partecipativa, dove il popolo regna sovrano.

Ci siamo, finalmente il bubbone è scoppiato

Da Francesco Renda, Rifondazione Comunista Livorno

Tutta la città aveva il sospetto che qualcosa non andasse alla Lonzi Metalli. Una parte, naturalmente inascoltata, da anni cercava di far luce sulla vicenda, un’altra sapeva ma ha taciuto, un’altra ancora è responsabile. La giustizia farà il suo corso e speriamo possa farlo fino in fondo, analizzando anche tutti gli intrecci che, da aamps e Lonzi e dalla REA alla discarica di Scapigliato, passando per l’inceneritore, hanno reso i rifiuti una fonte illegittima di profitto. 

  • In primo luogo sollecitiamo ed esigiamo immediatamente una valutazione di danno ambientale causato dal conferimento dei rifiuti pericolosi non trattati oggetto dell’inchiesta. Troppe volte la collettività è rimasta all’oscuro della pericolosità del proprio territorio e tutti noi abbiamo il diritto di sapere.
  • In secondo luogo occorre, da subito, agire sulla tutela dei lavoratori. La propaganda metterà in conflitto il diritto alla salute con quello al lavoro, un ricatto che chi ha in mano il potere non farà che riproporre nel solco del “lavoro ad ogni costo” che ci rende quotidianamente schiavi. Perché lavoro e salute sono in conflitto solo per l’arroganza di chi pretende il profitto ad ogni costo, anche contro la salute di tutti. Infine, ci rivolgiamo a chi, ricoprendo posizioni di responsabilità, resta sordo alle richieste ed alle sollecitazioni di quanti denunciano ed hanno denunciato questi giri di malaffare, affinché vengano ascoltati e non snobbati.

Nel frattempo è davvero deprimente leggere le considerazioni di chi, come il PD, ha voluto le privatizzazioni e messo il piedi la struttura attuale di gestione dei rifiuti, stracciarsi le vesti inorriditi. Ma lo sanno che i privati cercano profitto e non fanno beneficenza? Altrettanto deprimente è stata la reazione dell’attuale giunta. Se sono bastati 5 minuti per fare a meno di Lonzi Metalli e Rari, Nogarin non poteva intervenire prima? Invece di cercare trasparenza nella So.Crem, dove già c’era, come ha fatto a non attivarsi laddove trasparenza non sembra esserci mai stata?

“Caro sindaco, a Livorno un’emergenza rifiuti esiste eccome! Perché i cittadini non vogliono essere rassicurati solo sullo spazzamento delle strade, ma anche sul conferimento dei rifiuti ed è proprio in questo secondo segmento che deve intervenire la mano pubblica. Se i rifiuti sono una risorsa lo siano per l’intera comunità e non per il pascolo di privati inseriti bene e con i giusti agganci.”

La colpa è di chi ha dato credito e fiducia a certi imprenditori e di chi non ha effettuato i controlli

Da Andrea Cionini, Sinistra Italiana, Livorno 

Eppure le avvisaglie c’erano, gli incendi estivi e una nube maleodorante ogni tanto, eppure le segnalazioni ci sono state, e l’ARPAT che ci rassicurava. Eppure il problema dei rifiuti speciali nella nostra provincia è importante forse più dei rifiuti urbani, in quanto ne vengono prodotti in quantità enormi tra Livorno e Piombino.  Si è parlato e si parla dei rifiuti urbani, si sono ideati gli ATO, ma per i rifiuti speciali niente, come se fosse un problema secondario.

Tutto questo è inaccettabile e dimostra se c’era bisogno, la gestione completa dei rifiuti deve essere in mano pubblica anche perchè oltre alla truffa all’erario e comportamenti rilevamenti penali dalle intercettazioni emergono frasi che ricordano comportamenti da terra dei fuochi e delle loro associazioni a delinquere. 
Il Circolo Territoriale Livorno Collesalvetti di Sinistra Italiana è molto preoccupato che di tutta questa vicenda ha pagarne le conseguenze, oltre all’ambiente e la salute dei cittadini, sono i dipendenti di queste aziende che non sanno al momento quale sarà il loro destino.

Rifiuti:cronaca di uno scandalo annunciato?

Da Sindacato Generale di Base Toscana

In provincia di Livorno è scoppiato lo scandalo del traffico dei rifiuti pericolosi conferiti in discarica come rifiuti “normali”. Scandalo di grande portata, reati pesantissimi ma soprattutto la conferma di quanto sapevamo da tempo sugli interessi economici giganteschi che ruotano attorno all’igiene ambientale, su reati e comportamenti scoperti con anni di ritardo quando ormai hanno già prodotto danni incalcolabili alla nostra salute. Non esiste solo la Terra dei Fuochi in Campania, il conferimento in discarica di rifiuti tossici mescolati ad altri non tossici, la diossina che annienta il territorio sono presenti ovunque.

Anni fa leggemmo alcuni dati sui tumori che vedevano Pisa e Livorno tra le città piu’ a rischio d’Italia, le statistiche non sono state certo oggetto di approfondimenti adeguati, quei tumori potrebbero essere collegati allo scandalo rifiuti destinati per altro a due aziende a partecipazione pubblica, a Rosignano e Piombino. Da troppi anni gli enti locali hanno indebolito il sistema di controllo sulle aziende partecipate, sono innumerevoli, anche se di minore portata, gli scandali che nascono dalla sete di profitto a discapito della salute pubblica, se non esiste un controllo effettivo la stessa gestione del personale è piena di contraddizioni nella giungla dei contratti diversi tra di loro con migliaia di lavoratori sottopagati nel sistema degli appalti.

  • Solventi, toner e vernici insieme a carta, materiali da scavo o vestiti, nessuna differenziazione nonostante certi rifiuti dovessero essere trattati a parte e con procedure ben precise, e da tempo conosciute, a tutela della salute pubblica.

Non parliamo di qualche camion ma di oltre 200 mila tonnellate di rifiuti nell’arco di un biennio con una frode di oltre 4 milioni di euro ai danni della Regione Toscana, a fronte di un guadagno di 26 milioni di euro, di rifiuti altamente pericolosi distrutti con altri, un sistema di corruzione che coinvolge ditte pubbliche e private. E poi gli incendi improvvisi di immondizia, gli odori nauseabondi, i disturbi curati in ospedale. Le conseguenze si continueranno a vedere nei prossimi decenni perché l’inquinamento dell’aria, delle falde acquifere, del territorio genera malattie per generazioni.
Sorgono spontanee alcune domande: dove sono state in questi anni le istituzioni preposte al controllo, ci chiediamo se l’inquinamento del nostro territorio venga monitorato e combattuto seriamente o se invece si voglia solo dare notizie rassicuranti soprattutto in vista delle stagioni balneari, perché è stata necessaria una inchiesta della Magistratura e dell’antimafia per far emergere uno scandalo le cui dimensioni si allargheranno ulteriormente. 
La salute e la sicurezza sono una priorità soprattutto per le aziende pubbliche, basta con il business dei rifiuti e lo sfruttamento della forza lavoro nell’igiene urbana.

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