Come Coordinamento Usb Piaggio (da poco entrato in azienda) vogliamo fin dall’inizio individuare alcuni concetti fondamentali che riteniamo debbano orientare il nostro agire sindacale
24marzo 2016 da USB Piaggio, Pontedera
Ci preme innanzitutto chiarire che non intendiamo assolutamente arrenderci di fronte ad una progressiva dismissione delle produzioni verso paesi esteri, quindi rifiutiamo ogni teoria sindacale basata sulla semplice testimonianza o limitazione del danno.
La Piaggio ha deciso di investire i propri capitali in Vietnam ed India effettuando inizialmente produzione soltanto per i paesi orientali, dichiarando che non era possibile perdere un mercato in espansione come quello asiatico. È però di quest’anno la prima produzione con sviluppo di un veicolo interamente in Vietnam destinato anche ai paesi europei. Dobbiamo fidarci di ciò che ci dice Piaggio? Noi crediamo che dobbiamo prestare molta attenzione e rimanere vigili.
Riteniamo necessario provare a porre dei vincoli all’Azienda per far sì che non venga perso il radicamento nel territorio e che non ci sia una migrazione aziendale come avvenuto negli ultimi anni per altre grandi aziende manifatturiere in Italia (Fiat, Trw, e molte altre, che hanno preso per anni o per decenni miliardi di soldi pubblici e casse integrazioni per poi andarsene lasciando migliaia di lavoratori a casa). Migrazione imposta più dalla ricerca del maggior profitto che non dalle perdite e dai fallimenti aziendali. Tutto questo con gravi ripercussioni sul piano occupazionale.
A fronte di tutto questo sarebbe stato opportuno richiedere investimenti a lungo termine che comportassero un minimo di studio sulle possibilità di sviluppo economico/lavorativo. Non può essere sufficiente un investimento come quello effettuato alla Verniciatura 2R, perché questi da parte nostra sono ritenuti investimenti obbligatori per il fabbisogno minimo aziendale, e oltretutto hanno causato una riduzione di operai in quel reparto.
Ci piacerebbe sapere quali garanzie abbiamo sul possibile mantenimento del proprio posto di lavoro per i dipendenti dopo anni di contratto di solidarietà. Ma soprattutto che tipo di sviluppo ha garantito l’azienda per uscire da una crisi ormai consolidata nel tempo. Ad oggi non ci risulta nessuno sviluppo eclatante, né su veicoli di nuova generazione né di veicoli con innovazioni tecnologiche tali da spaccare in due un mercato ormai saturo.