
Questa l’impresa affrontata da Matteo Miceli, romano, classe 1970, detentore di record di traversata atlantica e che ha fatto della tecnologia e del rispetto per l’ambiente la sua filosofia anche di navigazione.
Resoconto di una serata con Matteo Miceli
09 ottobre 2015 da Yacht Club Repubblica Marinara di Pisa
Miceli è stato ospite dello Yacht Club Repubblica Marinara di Pisa nella serata inaugurale degli eventi culturali del club e, un gran numero di persone hanno riempito il locale.per l’occasione, messo a disposizione da Fuorionda al Porto di Pisa. Un successo dell’iniziativa grazie all’ottima organizzazione e alla felice intuizione di Francesco Bianciardi, consigliere dello Ycrmp, che ha l’idea della serata.
Presentati da Roberto Lacorte, presidente dello Ycrmp, Miceli e l’ ing. Paolo De Girolamo, con l’ausilio di filmati e diapositive, hanno descritto le fasi tecniche e più affascinanti della navigazione a bordo del suo Este 40, entrando nei dettagli più interessanti e avvincenti per un pubblico di velisti e amanti del mare e dell’avventura: l’alimentazione, legata alle uova delle due galline, ovviamente livornesi, e alla pesca molto ricca nell’Atlantico, ma scarsa e difficile nei mari più freddi; i problemi legati agli inconvenienti tecnici come le rotture delle vele, tutte cose semplici quando si è in equipaggio e in mari caldi, ma di grande difficoltà nella navigazione in solitario e alle latitudini di 40-50° sud facendo il giro dell’Antartide. De Girolamo, che coordinava il team che da terra, forniva i dati meteo e riceveva le informazioni inviate dall’imbarcazione, un vero e proprio laboratorio, ha mostrato i grafici dell’intensità del vento, della posizione degli iceberg, dell’altezza delle onde.
Numerose le domande da parte del pubblico con le curiosità tecniche specialmente legate al naufragio che ha coinvolto Miceli e la sua barca quando ormai l’arrivo era in vista. Superato l’equatore , il distacco della chiglia, ha provocato il rovesciamento della barca e grazie alla sua ottima preparazione e al sangue freddo è uscito dalla barca e entrato nella zattera di salvataggio.
Una curiosità da parte del pubblico è stata quella relativa al sonno che Miceli ha risolto grazie a studi approfonditi e un accurato allenamento: il sonno “a comando”. Allenarsi a dormire quando uno decide di farlo per pochi minuti rispettando i propri ritmi.
A bordo nessun motore a combustibile fossile ma solo pannelli solari, pale eoliche che alimentavano batterie al litio per le necessità elettriche di bordo. E le galline? Una, la Mora, è morta dal freddo e l’altra, la Bionda, si è persa nel naufragio, ma facendo egregiamente il loro dovere.