Ljubljana – Druga Godba giorno 2 – Report e photogallery

Secondo giorno del Druga Godba, diviso fra tre location diverse

21 Giugno 2025, di Michele Faliani

Secondo giorno della 41^ Edizione del Druga Godba, il Festival che Ljubljana ospita ogni anno nell’ultimo weekend di maggio.
Oggi le location sono addirittura 3, una in più di ieri: si parte nel tardo pomeriggio presso l’accogliente Vodnikova Domačija, un angolo di pace e tranquillità nella periferia della capitale slovena. Un bar offre birra fresca e cocktail, e il palco allestito nel cortile del complesso ospita il trio polacco delle Sutari, con ospiti Ana Kravanja e Samo Kutin dei Širom. Il nome Sutari significa Armonizzare, e infatti le tre musiciste Basia Songin, Kasia Kapela e Dobromiła Życzyńska basano la loro musica sull’intreccio armonico delle loro voci, aiutandosi con strumenti antichi come la viella e proponendo un folk evocativo e suadente. Per qualche brano salgono sul palco anche i due terzi dei nostri amati Širom, per una collaborazione che auspichiamo possa diventare più frequente e magari anche sfociare in un lavoro discografico.
Si torna poi al Kino Šiška, per il secondo concerto che vede protagonista il duo Aïta Mon Amour, composto dalla rapper e musicista marocchina Widad Mjama e dal polistrumentista algerino Khalil Epi, che prende il suo nome proprio dagli Aïta, antichi canti popolari del nord Africa; la loro musica nasce proprio da quella tradizione, che viene arricchita da samples ritmici, elettronica e l’oud elettrificato di Khalil, per un risultato davvero entusiasmante. Ogni brano del loro set è stato una vera e propria sorpresa per bellezza, potenza, emotività e originalità: Widad è un’autentica forza sul palco, canta alla perfezione e fa cantare tutta la venue sulle note di una scatenata “Radouni”, uno dei brani migliori dello splendido “Abda”, unico album finora prodotto dal duo. Il set finisce con il grido di “Palestina libera” urlato da tutto il Kino.
Breve cambio palco ed è il turno dei maliani Songhoy Blues, quartetto di Timbuctou che però è nato a Bamako durante l’esilio dei membri durante la guerra civile. Giunti da un paio di mesi al traguardo del quarto album in carriera, hanno proposto per un’ora e mezzo il loro tipico sound che contamina la tradizione melodica sub-sahariana con il rock e il blues. Non a caso il cantante Garba Touré ha asserito di essere cresciuto ascoltanto Beatles, John Lee Hooker e Jimi Hendrix, provate ad ascoltare “Soubour” o “Mali Nord” per vedere quanta verità contenga questa frase. Un concerto, quello dei Songhoy Blues, travolgente ed intenso, con tutta la sala a ballare dal primo all’ultimo secondo.
Trasferimento di qualche chilometro verso la periferia nord di Ljubljana per l’ultimo concerto di questo secondo giorno, al centro sociale Metelkova, un’enorme caserma austroungarica del XIX secolo che è occupata dal 1993 ed è stata trasformata in un immenso spazio dove hanno trovato posto sale da concerto, discoteche, spazi per mostre d’arte e laboratori. Per arrivare alla sala dove aveva luogo il concerto di Ibelisse Guardia Ferragutti & Frank Rosaly siamo passati attraverso un cortile popolato da alcune migliaia di persone con età compresa dai 16 ai 60 anni, davvero un luogo unico e bellissimo. Ibelisse è una musicista boliviana cresciuta in una famiglia con radici brasiliane, che adesso vive ad Amsterdam con il marito Frank Rosaly (a sua volta musicista portoricano cresciuto in Arizona e con un passato nell’ambiente del jazz d’avanguardia di Chicago). Tutte queste componenti hanno finito per confluire nel loro disco “MESTIZX”, eseguito nella sua intierezza, che presenta testi in spagnolo, portoghese ed inglese. In “Invocação” si sentono echi di musica brasiliana, tradizione andina e sperimentazione che ricorda band come Tortoise o geni come Arto Lindsay, in “Writing with knots” è più evidente l’influenza dell’avantjazz e della scena post-rock di Chicago, in “Balada para la corporatocracia” siamo davanti a un mix fra minimalismo, elettronica e cumbia. Insomma, un melting pot che potrebbe destabilizzare e che invece ci mette davanti ad una band originale, trascinante e mai banale.

Appuntamento a domani per la terza ed ultima serata del Festival.

 

La gallery delle Sutari con Ana Kravanja e Samo Kutin dei Širom:

La gallery di Aïta Mon Amour:

La gallery dei Songhoy Blues:

 

La gallery di Ibelisse Guardia Ferragutti & Frank Rosaly:

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