Ieri 2 giugno, a Camp Darby per dire No alla ferrovia che collegherà la base militare a Pisa e Livorno per trasporto di armi e logistica militare

Numerosissime le associazioni presenti, realtà sociali, partiti, ambientalisti, tutti insieme accomunati da un intento comune: non far passare sotto silenzio questa grande opera di militarizzazione del territorio di Pisa e Livorno che si aggiunge all’allargamento del Fosso dei Navicelli per consentire il trasporto di armi sulle chiatte direttamente al porto di Livorno.

3giugno 2017 da “La Rete Civica Livornese Contro la Nuova Normalità della Guerra”

I comandi militari Usa ordinano e il Governo italiano esegue, seguito a ruota delle amministrazioni locali e da quella regionale del presidente Rossi che da tempo erano a conoscenza dell’opera ma non hanno mai avvertito i cittadini considerati come dei sudditi senza diritto di parola. Nel giorno della Festa della Repubblica abbiamo capito che non c’è niente da festeggiare in un paese che ha cancellato diritti, welfare e non rispetta la volontà popolare come nel caso dell’abrogazione del voucher che stanno, sotto nuove forme, per essere ripristinati. Una repubblica con i suoi armadi della vergogna e una palese subalternità ai voleri del comando Usa, disposta a distruggere 1000 alberi per assecondare i piani militari, pronta a militarizzare i territori piegandoli a fini di guerra. Pisa e Livorno, la Toscana non sono zone di guerra. Nei prossimi giorni organizzeremo assemblee a Pisa e provincia per denunciare l’opera di militarizzazione, saremo in consiglio comunale il giorno 15 quando discuteranno dell’argomento, disposti e pronti a boicottare la costruzione della ferrovia a uso e consumo della guerra.

  • 300.000 livornesi e pisani, una popolazione inerme e pacifica, corrono il rischio di essere travolti da vicende belliche soltanto perché abitanti di un’area in cui gli statunitensi hanno impiantato uno dei maggiori insediamenti della loro  logistica di guerra.
  • Il troncone ferroviario Tombolo/Camp Darby che si intende costruire si accompagnerà all’avviato ampliamento del canale dei Navicelli e al regolare servizio già iniziato da fine marzo 2017 di trasferimento di armi da Livorno ad Aqaba e Rabat,  con tre navi della classe “Liberty” di 200 metri di lunghezza, 36 metri di larghezza e 50.000 tonnellate di portata.Questo in una situazione che vede susseguirsi preoccupanti “segnali” di una possibile guerra imminente a Est o a Sud, in un Medio Oriente in cui – oltre a Siria e Yemen – l’Iran sembrerebbe essere sempre più nel mirino.

Purtroppo di questi “segnali” ne abbiamo sempre di nuovi ogni giorno.

Per indicarne solo alcuni negli ultimi 24 mesi, si va dalla vendita di armi degli statunitensi per oltre 100miliardi di dollari all’Arabia Saudita annunciata da Trump poche settimane fa, alla straordinaria impennata della vendita di armi durante tutto il 2016 anche da parte  della UE (Italia compresa) verso l’Arabia Saudita e gli altri Paesi arabi del Golfo, fino al  dispiegamento in questi giorni in Gran Bretagna di bombardieri strategici B52 Stratofortress a capacità nucleare dell’aeronautica USA, per “esercitazioni congiunte” che si terranno a giugno alle porte della Russia, dal mar Baltico, all’Artico, fino alle frontiere fra paesi NATO e  Russia.  

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