La Provincia che non c’è più o forse c’è, un suo Presidente-Sindaco irrintracciabile e, l’irruzione della Forza Pubblica alla Limonaia di Pisa

Questa mattina, alle 7.30, un folto commando di forza pubblica – comprendente varie camionette del reparto celere, vigili del fuoco, membri della Digos, polizia municipale e provinciale, guardia di finanza – ha fatto irruzione nella Limonaia- Zona Rosa, in vicolo del Ruschi.

3maggio 2017 dall’ufficio stampa del Comune di Pisa, La Limonaia-Zona Rosa

Questo spazio, che era chiuso e abbandonato da ormai quattro anni, nell’ultimo mese era stato riaperto e restituito alla città, diventando una Zona Rosa, una zona “safe” e femminista, dove avevano già trovato casa i desideri e i bisogni di decine e decine di persone. La Provincia, proprietaria dell’immobile, non ha mai voluto interagire in nessun modo con chi stava animando la Limonaia – Zona Rosa, nonostante le numerose sollecitazioni. Né il responsabile Viale, né il presidente della Provincia, nonché sindaco di Pisa Marco Filippeschi, si sono mai espressi in merito a questa esperienza né hanno voluto provare a dialogare con i tantissimi abitanti della città che la stavano animando.

L’unica risposta ricevuta dalle istanze dei molti cittadini è stata un ordine di sequestro emesso appena dopo la riapertura della Limonaia, e una successiva richiesta di sgombero sollecitata dall’ente proprietario. Questo è tutto ciò che è stato ricostruito a posteriori, poiché in queste settimane nessun esponente dell’amministrazione né nessun funzionario si è mai messo in contatto con la Limonaia-Zona Rosa, nemmeno per notificare il fatto che quello spazio sarebbe presto stato sgomberato con la polizia.

“Oggi, a seguito di un’assemblea pubblica cittadina tenutasi alle Logge dei Banchi, alle ore 15, a cui hanno partecipato decine e decine di persone che hanno portato la loro solidarietà alla Zona Rosa e hanno espresso la volontà di chiedere ragione ai diretti responsabili della chiusura di questo spazio, siamo entrate nell’edificio del comune di Pisa, occupandone la sala stampa”.

La richiesta avanzata era che il Presidente della Provincia, Marco Filippeschi, il cui consiglio comunale ha approvato pochi mesi fa una mozione che esprimeva solidarietà allo sciopero delle donne dell’8 marzo, si esprimesse pubblicamente in merito alla sgombero e desse conto di tale operazione militare violenta e ingiustificata. Naturalmente il sindaco non era presente né si è reso rintracciabile.

“Abbiamo, inoltre, richiesto di diramare un comunicato stampa dagli Uffici del comune: la risposta è stata il tentativo di chiudere a chiave la porta dell’ufficio, nel quale, nel frattempo era giunto anche l’assessore ai lavori pubblici, Serfogli, che ha inscenato una breve fuga per sottrarsi al confronto!”

“In seguito alle nostre pressioni, quest’ultimo si è fermato per comunicare ai presenti di essere all’oscuro dell’intera dinamica, e che il sindaco Marco Filippeschi è “solo casualmente anche il Presidente della Provincia”, ma che il suo operato non riguarda l’amministrazione comunale di Pisa”.

Al silenzio dei responsabili e dell’amministrazione rispondiamo con le molteplici voci che animano i nostri spazi partecipati. Continuiamo a decidere tutti e tutte sulle nostre vite e a chiedere conto a chi pensa di poterle governare con la propria ceca violenza.

Domenica si terrà una nuova assemblea pubblica aperta a tutta la città per decidere tutt* insieme come continuare questo percorso.

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