Rifondazione Comunista, i quesiti referendari della CGIL e l’unità della Sinistra a Collesalvetti

Vorremmo ripartire da dove eravamo rimasti  l’ultima volta, alla nostra Costituzione, che a l’articolo 4 recita così:

“La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendono effettivo questo diritto.”

25gennaio 2017 da Valerio Bianconcini,  Rifondazione Comunista Collesalvetti

Ripartire politicamente da qui e da l’undici Gennaio scorso, quando la Corte Costituzionale si è espressa per l’ammissibilità o meno dei referendum proposti dalla CGIL in termini di Statuto dei lavoratori e diritti. Le questioni poste erano, eliminazione dei Vaucher, chiarezza normativa per i sub-appalti e ripristino ed estensione dell’art. 18 dello S.d.L., quest’ultimo dichiarato inammissibile.

Insomma, la CGIL ha raccolto milioni di firme per promuovere e tentare di abrogare le modifiche apportate allo Statuto dei lavoratori dal Job’s Act, strumento neoliberista creato dal governo Renzi, dopo anni di richieste in questo senso da parte della finanza europea e Confindustria anche ai precedenti governi di centro destra. Sentenza che alla fine ha approvato due quesiti:

  • Il primo quello con cui viene chiesto di abrogare i “famosi” Vaucher. Strumento nato per contrastare il lavoro in nero, secondo il governo, mentre è  stato solo il tentativo di rendere il mercato del lavoro sempre più precario e deregolamentato a scapito dei lavoratori. Questi non sono altro che una nuova forma di sfruttamento del lavoratore, tant’è che molti datori di lavoro usano i Voucher per retribuire una parte delle ore di lavoro svolte, pagando in nero il resto delle ore. In questo modo i datori di lavoro si sottrarrebbero ai controlli e alle sanzioni.
  • Il secondo quesito invece tratta di ripristinare la normativa per i subappalti chiedendo di ripristinare la responsabilità in solido dell’azienda appaltatrice, oltre a quella che prende l’appalto, in caso di violazioni subite dai lavoratori. Questa normativa era stata eliminata dalla legge Biagi, prima, e modificata dalla legge Fornero poi, se ne chiede il ripristino.

Come detto il quesito riguardante l’articolo 18, e’ stato dichiarato inammissibili dalla C.C. Quesito che, ci piace ricordare, Rifondazione Comunista propose nel referendum del 2003 chiedendone l’ampliamento anche per le aziende sotto i quindici dipendenti, in un periodo storico, tra l’altro, dove questo articolo dello Statuto dei Lavoratori era ancora vigente. All’epoca non fu raggiunto il quorum, da una parte per scarsa convinzione sul tema da parte della CGIL, dall’altra per via di un centro sinistra che già all’epoca probabilmente risentiva dei richiami al liberismo.

Per tornare all’oggi invece, per i due quesiti che sono stati ammessi, probabilmente si andrà al voto tra il 15 Aprile e il 15 Giugno data che verrà prossimamente scelta naturalmente dal governo. Anche in questo caso si è già messa in moto la macchina del fango, utilizzata per una campagna tutta tesa a sminuire il problema in nome del neoliberalismo, di Confindustria e più in generale del padronato italiano. Ovviamente Rifondazione Comunista ritiene di grande importanza il successo di questi due quesiti, per i lavoratori dipendenti, i quali, al contrario continueranno a dover accettare lavori sempre più precari, mal pagati e sotto ricatto, vedendo azzerati i propri diritti e la propria dignità. La CGIL ha raccolto un gran numero di firme, per sostenere e presentare i quesiti,  3 milioni e 300 mila firme, sono una buona base di partenza che lascerebbe un po’ di spazio all’ottimismo, ma sappiamo che così non sarà. Servirà una mole di lavoro importante e crediamo che anche in questo caso, come è stato per la difesa della nostra Costituzione, la Sinistra alternativa al PD potrà avere un ruolo importante se riuscirà a compattarsi e a lavorare unitariamente attorno a questi temi,

E’ per questo che Rifondazione Comunista Collesalvetti, auspica che possa partire, sull’onda di ciò che è avvenuto con tutti i Comitati nati in difesa della Costituzione, un lavoro capillare e unitario che solo bene potrà fare ai lavoratori, ma anche alla Sinistra nei nostri territori e nel paese intero.

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