Tra pulsioni securitarie e populiste, la guerra elettorale alla povertà è cominciata

I primi a farne le spese sono gli ultimi, i migranti

“Ritorna, come un rosario da recitare quotidianamente nel periodo estivo, la questione della “sicurezza” e del “decoro urbano”. I sacerdoti più scrupolosi a Pisa, in questi giorni di Ferragosto, sono il sindaco, le forze dell’ordine e le organizzazioni dei commercianti”

Francesco Biagi e Sergio Bontempelli, Africa Insieme – Rebeldìa Pisa

Ad accendere la miccia è stata l’ennesima «retata» contro i venditori ambulanti del Duomo, che sostano nei pressi di Via Vecchia Barbaricina. Com’è noto, nell’ultima azione delle forze dell’ordine si è verificato un inasprimento della violenza: secondo quanto si apprende dalla stampa locale, la Guardia di Finanza ha sollecitato l’intervento dei militari in servizio nell’operazione “Strade Sicure”, allo scopo di sedare la rabbia dei venditori ambulanti.

Una rabbia, vale la pena ricordarlo, che non nasce dal nulla, non è un’espressione di furore cieco. È il risultato di un clima politico, e anche di scelte precise: da mesi l’amministrazione comunale rifiuta ogni dialogo con gli ambulanti senegalesi, e da mesi l’unica politica in materia è quella delle retate e dei sequestri. Non è difficile capire che queste scelte incrementano la tensione, e impediscono di trovare soluzioni positive ai problemi.

Queste misure repressive rientrano in un contesto più ampio, in un progetto perseguito dal Ministro Minniti: il quale fin da febbraio – per mezzo del decreto che porta il suo nome, oltre a quello del Ministro Orlando – ha non solo autorizzato, ma anche incoraggiato la “mano dura” nei confronti di tutte le forme di povertà di strada: senza fissa dimora, venditori ambulanti, persone che chiedono l’elemosina. L’obiettivo dichiarato è quello di rassicurare il cosiddetto cittadino-medio, che a sentire il Ministro invocherebbe «sicurezza». In realtà, le retate delle forze dell’ordine hanno ben poco a che fare con la sicurezza: non colpiscono la criminalità, ma la marginalità sociale.

Non è una guerra alla delinquenza, ma una guerra contro i poveri.

Leggiamo nei giornali di questi giorni che il Sindaco di Pisa auspica il “Daspo urbano”: gli fanno eco ConfCommercio e ConfEsercenti che invocano i reparti antisommossa. Un vero e proprio “Al lupo! Al lupo!”, condito da appelli ad una legalità falsa e astratta, che deve riguardare sempre e solo i gruppi meno abbienti. Inoltre, sempre sui quotidiani, il Sindaco riapre la questione dei cosiddetti “parcheggiatori abusivi” in Piazza Santa Caterina millantando inesistenti “racket” e criminalità organizzate. Non possiamo che ribadire la nostra posizione: se vi sono ipotesi di reato simili, si intervenga contro i responsabili del racket e si proteggano immediatamente le vittime. Ricordiamo che esistono norme precise in materia di tratta degli esseri umani: le vittime di tratta hanno diritto ad un permesso di soggiorno e all’accoglienza in strutture protette. Se davvero parliamo di tratta, questa è la strada da seguire. Questo scenario, però, non è confortato da alcuna indagine, ed è stato più volte smentito dalle stesse autorità locali: riproporlo oggi significa soffiare sul fuoco del delirio sicuritario.

Vale ricordalo ancora una volta:

“i venditori ambulanti del duomo sono, nella stragrande maggioranza dei casi, persone che hanno perso il lavoro a causa della crisi economica, e che oggi cercano di sopravvivere vendendo qualche oggetto ai turisti e ai cittadini. Anziché alimentare l’odio contro gli strati più deboli della società, perché non si promuovono politiche sociali di inclusione?” 

E vorremmo chiedere al Sindaco, alla ConfCommercio e alla ConfEsercenti:

“quanti interventi repressivi, quante «retate» vengono fatte per contrastare il lavoro nero e per tutelare i diritti di chi lavora? La bandiera della legalità, anziché essere sventolata strumentalmente in nome di “sicurezza” e “decoro” contro i gruppi sociali meno abbienti, dovrebbe essere usata in nome degli interessi di tutta la collettività. Su questi temi, il Partito democratico si limita ad assecondare le pulsioni securitarie e populiste: quelle che fanno il gioco della Lega Nord di Salvini e dei “sindaci sceriffi” in odor di “tolleranza zero!”

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