1921: Livorno tra il congresso socialista e l’adunata dei fasci di combattimento

Livorno tra il congresso socialista e l’adunata dei fasci di combattimento. Precipitano le condizioni della democrazia

10ottobre di Paola Ceccotti

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Il 15 gennaio 1921 si aprirono a al teatro Goldoni di Livorno, sede di una amministrazione comunale socialista appena insediata, i lavori del XVII Congresso del partito socialista che si conclusero dopo un dibattito turbolento con la scissione del partito.

I delegati della mozione comunista abbandonarono la sala, si recarono cantando l’Internazionale guidati da Bordiga al teatro S. Marco inaugurando il 1° Congresso Comunista. Facevano parte del nuovo partito Terracini, Gramsci, Grieco, Scoccimarro, Berti.

Secondo Arfé ci fu una incapacità del partito socialista di cogliere i segnali del cruciale momento politico sociale:
“Nel precedente biennio nessuno dei gruppi dirigenti era stato in grado di impostare in termini realistici il problema di dare uno sbocco alla tumultuaria volontà di potere delle masse. Il biennio che si apre con la scissione di Livorno e si chiude con la ‘ marcia su Roma’ sarà caratterizzato dalla incapacità della maggioranza massimalista di rendersi conto che la lotta è entrata in una nuova fase e di elaborare una linea di difesa attiva e di tradurla in atto” .

Teatro San Marco
Teatro San Marco

In conseguenza della formazione della nuova forza politica, nella seduta del Consiglio Comunale del 21 febbraio 1921 il Sindaco dava comunicazione delle dimissioni di Ilio Barontini dall’incarico di assessore supplente. Nel corso di tale seduta venne aperta la discussione sul bilancio preventivo 1921; il consigliere Barontini intervenne dichiarando di approvare il bilancio con la specificazione che mentre la minoranza bianca si lamentava dell’aggravio di imposte sulla proprietà immobiliare, la frazione comunista sosteneva invece che essa avrebbe dovuto essere gravata di più, “con la sovrimposta di 380 per ogni 100 lire di imposta erariale”.

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Spartaco Lavagnini sito web Anpi Grosseto

I consiglieri socialisti invece dicevano che non era comunque nello spirito socialista far scomparire la piccola proprietà ma realizzare forme di maggiore equità, e quindi mentre la borghesia aveva raddoppiato i dazi di consumo che colpivano i lavoratori, i socialisti intendevano colpire i redditi degli abbienti. Il bilancio venne approvato in prima lettura con 40 voti favorevoli e 10 contrari. Nella seduta successiva del 22 febbraio il Consiglio deliberava l’approvazione della sovrimposta su terreni e fabbricati e quella sui redditi di ricchezza mobile, punti cardinali del programma.
In quell’anno i Fasci di combattimento cercano di riorganizzarsi, creando strutture legate al territorio e rafforzando il coordinamento con altre formazioni locali.

Il 3 gennaio 1921 si insediava il Consiglio direttivo dei Fasci di combattimento nei locali dell’Unione Liberale; il 20 gennaio usciva il primo numero di “ A Noi!”, organo del fascio di combattimento di Livorno, direttore Paolo Pedani. Di ispirazione vagamente populista, cessò la pubblicazione poco dopo le elezioni dello stesso anno.

Sul territorio dilagava la violenza squadristica Viene ucciso a Firenze Spartaco Lavagnini che aveva aderito all’idea comunista dirigendo i cinque numeri del settimanale L’ Azione comunista” fino al 27 marzo quando venne freddato da quattro colpi di pistola sparati da alcuni squadristi.

Il 1921 fu l’anno in cui si fece sentire pesantemente la crisi industriale. Gli industriali reagirono con riduzioni salariali con una lotta aperta alle organizzazioni dei lavoratori ed in particolare verso gli operai sindacalizzati, in concomitanza alla parallela azione delle squadre fasciste. Cominciò ad essere praticato il licenziamento in massa degli operai in molti settori produttivi, in particolare in quello metallurgico-meccanico.

cantiere navale6Al Cantiere i primi licenziamenti avvennero in gennaio insieme a riduzioni di orario per tutti gli operai, in febbraio i licenziamenti interessarono anche la SMI, dove scesero in sciopero anche gli impiegati e i conduttori elettrici.

Nella seduta consiliare del 1° marzo 1921 veniva approvato in via definitiva il bilancio con l’unanimità dei presenti, con trentadue voti per alzata di mano, ma con l’assenza della minoranza capeggiata dall’avv. Corcos, cui il Sindaco aveva rivolto un appello non ascoltato ad essere presenti in aula.

Sull’intensificarsi degli attacchi alle istituzioni e alle organizzazione dei lavoratori venivano presentate interrogazioni parlamentari al ministro dell’Interno e al presidente del Consiglio dei ministri: Philipson demo-liberale “Sui dolorosi e gravissimi fatti di Firenze”; Coda di Rinnovamento “Sull’efferato eccidio dei marinai ad Empoli”; Targetti socialista “Sui fatti di Firenze”; Mascagni socialista “Sui fatti di Siena”; Treves socialista “Per sapere perché fu distrutta la casa del popolo di Siena”…

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Livorno nella guerra nella rivoluzione nell’impero edizione dei fasci di combattimento

Anche a Livorno la situazione precipitava con gravi incidenti nelle piazze dove trovava la morte anche il giovane fascista Ugo Botti. Il Sindaco per essersi rifiutato di esporre la bandiera a mezz’asta il 16 marzo veniva aggredito e percosso da un gruppo di giovani, verso le 23 mentre tornava alla propria abitazione di piazza Magenta. Le violenze non cessarono.

Il 15 marzo in corso Umberto la bottega dell’anarchico Campolmi viene devastata con “scambio di rivoltellate” All’indomani di questi scontri nello stesso teatro Goldoni che pochi mesi prima aveva ospitato il Congresso socialista si apriva la prima “Adunata regionale toscana dei Fasci di combattimento”, in preparazione al convegno nazionale di Roma, con consegna di gagliardetto ai partecipanti da parte delle rappresentanti femminili delle più note e facoltose famiglie della borghesia cittadina.

Nella cronaca cittadina si presenta un Goldoni decorato e addobbato per l’occasione con trofei, bandiere nazionali, piante ornamentali. I primi palchi ospitavano gli esponenti della borghesia con signora; i Menicanti, Trumpy, Tonci Ottieri (che sarà l primo podestà), Perti, Villarosa, Orlando, Cave Bondi. Alla adunata erano presenti Umberto Pasella a capo del Comitato centrale, e Alessandro Burnside segretario politico del fascio di Livorno, numerose le rappresentanze intervenute da altre città della Toscana.
goldoni.Tra gli interventi, quelli di Perrone (che avrebbe guidato dopo circa un anno le squadre fasciste della Toscana contro la legittima amministrazione comunale), e Pasella (già segretario della Camera del lavoro di Piombino, aderente all’USI prima di diventare interventista e poi segretario nazionale del Fascio ) che confermarono l’indifferenza per le questioni puramente teoriche a favore della supremazia dell’azione. Infatti le “adunate” si proponevano di creare legami territoriali, allargando la trama del movimento, che via via precisassero l’azione al di là di prospettive ideologiche.

In tale occasione venne pubblicato un opuscolo dal titolo “Orientamenti programmatici dei fasci italiani di combattimento” dove erano presentate varie relazioni con i seguenti argomenti: la posizione teorica e pratica del fascismo di fronte allo stato; l’assalto allo stato , la posizione del fascismo di fronte alla questione agraria, i fasci e l’organizzazione sindacale.

Il 26 marzo, giorno di sciopero per la liberazione del leader Malatesta, ci furono gravi scontri tra operai e squadre fasciste, impegnate dalla mattina alla sera a “tutelare la libertà del lavoro” ed  ad ostacolare in ogni modo la riuscita della protesta.

Livorno primo novecento, altri articoli:

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