Aferpi incontro Mise e undicesimo mese Era Cevital: vedere cammelli? Prima dare soldi”

Piombino minoranza sindacale sotto prefettura LivornoPer raccontare l’incontro di ieri al Mise, volendo sdrammatizzare, potremmo citare il famoso proverbio che descrive bene lo scopo di quella riunione

20maggio 2016 da Gruppo Minoranza Sindacale/Camping CIG

piombino RebrabFornoInfatti, doveva essere l’incontro decisivo per capire se finalmente, dopo 11 mesi si voleva fare sul serio o continuare con la narrazione della favola felice. La verità è che ieri, i soldi non si sono visti e anche  i cammelli, di conseguenza, meno che mai. Quindi tra  “premiare” e il fare c’è di mezzo il mare ed è quello che divide Piombino dall’Algeria, dove il patron di Cevital sta attraversando forti turbolenze politico/economiche da non sottovalutare per il destino di migliaia di lavoratori. Dall’incontro, sinteticamente  è emerso:

  1. Non è stato fornito nessun dato verificabile utile ad attestare che Aferpi può contare davvero sui finanziamenti necessari per acquistare il forno elettrico, per la nuova acciaieria e il nuovo treno a rotaie. Ci si è limitati a rassicurazione verbali che a monte delle numerose promesse non rispettate non confortano proprio nessuno.
  2. L’azienda ha ammesso platealmente di non avere i soldi per la gestione ordinaria e non sa neppure dove trovarli. A tal proposito, ha rivolto un appello accorato al governo affinché interceda presso le banche per far ottenere il credito necessario a non far fermare completamente lo stabilimento. Viene però da domandarsi se siano le banche ad essere inflessibili non concedendo i prestiti o se invece dipenda anche dal gruppo algerino che non riesce a fornire le garanzie sufficienti per ottenerli. Comunque, la situazione attuale è quella descritta nella dichiarazione al termine dell’incontro, dal rappresentante nazionale della FIOM Mauro Faticanti, che parla di “un’azienda che sta navigando a vista”. Quindi, non riuscendo nemmeno ad avere sovvenzioni per gestire il presente come si può pensare di assicurare i finanziamenti futuri?
  3. In pratica, non è stato prodotto nessun crono-programma serio e dettagliato sulle fasi attuative degli investimenti previsti, ma sono state fornite solo le date di massima riguardanti l’inizio e la fine dei lavori. Tali scadenze sembrano cozzare palesemente con il buon senso e con ogni logica, infatti analizzandole emerge che le opere civili si faranno in soli quattro mesi (prima produzione rotaie settembre 2018, avvio costruzione opere civili (capannoni, linee elettriche, ecc.) maggio/giugno 2018 ).
  4. I sindacati non hanno esaminato gli accordi Stipulati da Aferpi con SMS demag per la costruzione dell’ acciaieria e del treno per rotaie.
  5. Sulle bonifiche, preliminari all’avvio di qualsiasi lavoro, si sono fissati altri incontri ma senza fornire nessuna certezza sulla soluzione ai mille problemi che esse comportano.
  6. Della parte relativa all’agroindustriale e logistica non se ne è nemmeno parlato. Bisognerà rivolgersi a “Chi l’ha visto?” per capire che fine ha fatto questa parte del progetto industriale che dovrebbe dare lavoro a 750 cassaintegrati. Lo stesso vale per i lavoratori dell’indotto, i più dimenticati e più disperati in assoluto. Infine, affermare tutto questo non vuol significare  (come ha detto qualche sindacalista) cercare di far paura ai lavoratori, ma solo mettere insieme i fatti e provare a ragionare.

Sono i fatti che ci portano ad affermare che l’incontro di ieri è stato fortemente negativo e davanti al giudizio soddisfacente espresso dai sindacati rimaniamo stupiti. Chiediamo perciò che siano i lavoratori ad esprimere nei prossimi giorni, la valutazione dello stato delle cose attraverso un’assemblea ben preparata e pubblicizzata (non certo come quella di ieri).

Infatti, se nonostante l’evidenza continueremo a dire che va tutto bene, difficilmente vedremo arrivare i cammelli a Piombino.

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