Perignano: la Festa Rossa di Lari chiude col botto. Migliaia le presenze alla serata di chiusura allo Spazio Festa Sandro Pertini.

Domenica 20 Agosto si è chiusa la Festa Rossa di Lari, tradizionale manifestazione organizzata dall’Associazione politico-culturale La Rossa dell’omonimo paesino delle colline pisane. Dieci giorni di dibattiti, eventi culturali e politici, buon cibo e buona musica, con stand artigianali, delle associazioni del territorio e addirittura uno spazio free camping

24agosto 2017 di Serena Campani, Lari


La serata di chiusura è iniziata alla ore 18.00 con una iniziativa “In difesa della Repubblica Bolivariana del Venezuela. Un nuovo Plan Condor minaccia l’America Latina” alla quale sono intervenuti il console generale aggiunto de segunda Eduardo Barranco del consolato venezuelano di Milano, Alejandro Montillo -figlio del capo scorta del presidente cileno Salvador Allende (1970-73)-, e la giornalista Geraldina Colotti, rientrata appena l’8 Agosto da Caracas.

Il dibattito, al quale hanno partecipato circa 200 persone, tra le quali anche numerose personalità di spicco delle associazioni del nostro territorio come Manlio Dinucci, è stato introdotto da Carla Cocilova dell’Arci Toscana e, successivamente, coordinato e moderato dal Andrea Vento del Giga (Gruppo Insegnanti Geografia Autorganizzati) che ha aperto anche la serata con un intervento introduttivo sulla situazione dell’America Latina in generale per poi approfondire la questione del Venezuela in particolare.

  • E’ emerso un complesso quadro economico, sociale e geopolitico, tratteggiato dall’ascesa dei governi progressisti, ad inizio millennio, fino ai giorni nostri approfondendo in particolare la difficile congiuntura economica attuale della macro-regione, il processo di integrazione regionale latino-americano e la strategia di riconquista del Patio trasero da parte della potenza imperialista nordamericana attuata attraverso la ben più raffinata strategia dei golpe soave. Azione, quest’ultima, coordinata a livello macroregionale che si sta sempre più chiaramente delineando nel subcontinente, facendo leva sul potere giudiziario e mediatico, allo scopo di rovesciare governi democraticamente eletti ma di matrice politica avversa rispetto ai loro interessi imperialistici. L’analisi di Andrea Vento, supportata da dati e informazioni puntuali ricavati dalla sua recente pubblicazione “Il Continente Americano. L’America Latina” (http://www.pisorno.it/presentazione-di-il-continente-americano-lamerica-latina-di-andrea-vento-giovedi-22-giugno-presso-ristorante-soul-kitchen-pisa/), si è conclusa denunciando la massiccia opera di disinformazione attuata dai media nazionali con in prima fila la Rai che operando in tal modo viene meno non solo al suo ruolo di servizio pubblico ma soprattutto compie un grave attacco al diritto dei cittadini italiani ad una veritiera e corretta informazione.
  • E’ intervenuto poi Alejandro Montillo, che ha permesso di approfondire sia il caso del Cile, dal colpo di stato dell’11 settembre 1973 che portò alla caduta del governo di Unidad Popular di Salvador Allende, del quale il padre di Alejandro era capo-scorta, e all’insediarsi della dittatura militare di Augusto Pinochet, che il Plan Condor[1] del quale è stato testimone al processo italiano celebratosi a Roma nei mesi scorsi. Intensa, a tratti drammatica, la testimonianza del giovane che ha ricordato i “voli della morte” degli oppositori politici che venivano fatti sparire dal regime in mare, nelle bocche dei vulcani…nelle ciminiere… Di molti di loro non è stato trovato niente se non frammenti di ossa, come nel caso del padre di Alejandro e degli altri componenti della scorta. (per approfondire la drammatica vicenda personale di Alejandro e di suo padre:  https://www.internazionale.it/opinione/alessandro-leogrande/2017/01/19/sentenza-processo-plan-condor).
  • Dopo questa toccante testimonianza, che ha scosso sia i relatori che il pubblico presente, è stata la volta di Geraldina Colotti, di fresco ritorno dal Venezuela. La giornalista, della quale Il Manifesto ha deciso di non pubblicare più gli articoli durante la sua “vacanza” in Venezuela durante i delicati giorni dell’elezione dell’Assemblea Costituente (http://www.pisorno.it/venezuela-caracas-da-geraldina-colotti-la-cronaca-di-oggi-sul-risultato-elettorale-di-questa-notte/http://www.pisorno.it/venezuela-la-costituente-arriva-in-parlamento/), ha continuato a lavorare assiduamente scrivendo i suoi articoli e pubblicandoli sulla sua pagina Facebook e su Pisorno.it, nel tentativo di diffondere informazioni veritiere e comprovate, basate su fonti attendibili, sulla reale situazione in Venezuela in opposizione ai principali media nazionali e internazionali che hanno scelto una linea dura nei confronti di questo paese, presentando Maduro come un oppressore del parlamento, cercando di distruggere la speranza della Rivoluzione Bolivariana. Narrazione nella quale l’opinione pubblica ci casca “con tutte le scarpe”. Ma in realtà in Venezuela vi è in questo momento la speranza di una trasformazione radicale verso un orizzonte socialista. Il governo Maduro, succeduto a quello indubbiamente più carismatico di Hugo Chavez (“Maduro non è Chavez, ma ha gli stessi nemici di Chavez” cit.) ha indetto le elezioni per l’Assemblea Costituente che proprio in questi giorni si è insediata e sta iniziando il processo di elaborazione di una nuova Costituzione. Un momento estremamente delicato che ha visto la straordinaria partecipazione di oltre 8 milioni di elettori. Vi è poi l’interesse di difendere i loro beni comuni, che sono beni soprattutto ambientali, si parla di pace e di giustizia sociale. Noi, che apparteniamo al Nord del mondo, che decidiamo le guerre e il costo – a volte disumano- del lavoro, guardiamo al Venezuela e all’America Latina con una visione neocoloniale che non ci permette di vedere le immonde contraddizioni che produciamo. E se “il primo dovere di un comunista è fare la Rivoluzione nel proprio paese, con quale coraggio la gran parte della sinistra italiana si permette di ‘fare le pulci’ al governo Maduro, se lei per prima non riesce neanche a comportarsi da sinistra?”
  • Al termine della lucida e appassionata analisi di Geraldina Colotti, è intervenuto il console Eduardo Barranco, accompagnato da Carmen Prato che ha tradotto dallo spagnolo il lungo intervento  del console. Un nuovo Plan Condor minaccia l’America Latina. Perché gli Stati Uniti ce l’hanno tanto col Venezuela? Perché dopo l’elezione di Trump alla presidenza degli Stati Uniti si è scatenato questo accanimento -anche, ma non solo mediatico- nei confronti della Repubblica Bolivariana? Presto detto: Il Venezuela ha di gran lunga le principali riserve petrolifere del pianeta, la quinta riserva di oro, l’undicesima di alluminio, la seconda d’acqua…senza dimenticarsi il coltan, indispensabile per le nuove tecnologie dei telefoni cellulari. Motivi di natura prevalentemente economica quindi, che negli anni Settanta, ai tempi del primo Plan Condor messo in atto nei confronti dei paesi comunisti latino-americani, si univano a motivi di natura ideologica. Il console ha smentito poi la situazione che la guerra mediatica in atto sta diffondendo. Solo in 10, quelli più ricchi, dei 345 municipi venezuelani ci sono le violenze mentre nei restanti non c’è guerra, come invece le televisioni di tutto il mondo vogliono far credere diffondendo una visione distorta della realtà. E non è neanche vero che da parte della sinistra venezuelana non vi sia autocritica. L’Assemblea Costituente ne è la prova più tangibile. L’invito del console Barranco ai presenti è stato quello di diffondere la verità sul reale stato delle cose in Venezuela, parlandone con gli amici e i conoscenti, per contrastare la falsa visione che i media main stream tendono a divulgare cercando di distruggere la speranza nella rivoluzione bolivariana.
  • A conclusione degli interventi degli interventi dei relatori è stata data la parola al pubblico ed è intervenuto il geografo e analista geopolitico Manlio Dinucci del Coordinamento No Guerra No Nato che ha denunciato l’aumento della pressione internazionale sul Venezuela attuata anche attraverso la grande esercitazione militare Mobility Guardian a guida Usa svoltasi dal 31 luglio al 12 agosto a ridosso del suo territorio anticipando il contenuto del suo articolo “Grandi manovre attorno al Venezuela“.

La serata si è conclusa con lo strepitoso concerto dei Modena City Ramblers, che ha attirato oltre 3.000 fans di tutte le età che hanno cantato in coro insieme al gruppo canti della resistenza e di lotta come Bella Ciao, Fischia il Vento e Contessa oltre alle più belle canzoni del gruppo modenese.

Un successo stra-meritato quello della Festa Rossa, che anno dopo anno si consolida come punto di riferimento e di aggregazione per i movimenti e le associazione del territorio che gravitano nell’area della sinistra alternativa.

[1] Plan Condor fu il nome dato dall’establishment dei servizi segreti statunitensi, la CIA e l’amministrazione Nixon, a una massiccia operazione di politica estera statunitense, che ebbe luogo negli anni settanta del XX secolo, in alcuni stati del Sud America, volta a tutelare l’establishment in quegli stati dove l’influenza socialista e comunista era ritenuta troppo potente, nonché a reprimere le varie opposizioni ai governi partecipi dell’iniziativa. Nel 1993 sono stati desecretati documenti sulla connivenza di Richard Nixon presidente degli Stati Uniti ed Henry Kissinger, Segretario di Stato degli Stati Uniti d’America, con Augusto Pinochet. Le procedure per mettere in atto questi piani furono di volta in volta diverse, tutte però ebbero in comune il ricorso sistematico alla tortura e all’omicidio degli oppositori politici. Spesso ambasciatori, politici o dissidenti rifugiati all’estero furono assassinati anche oltre i confini dell’America Latina. Alcune fra le nazioni coinvolte furono Cile, Argentina, Bolivia, Brasile, Perù Paraguay e Uruguay. Fonte Wikipedia

Post precedente: (http://www.pisorno.it/festa-rossa-di-lari-in-difesa-della-repubblica-bolivariana-del-venezuela-un-nuovo-plan-condor-minaccia-lamerica-latina/).

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