Vescovo Giusti: “a Livorno manca la cultura del lavoro”. E Renda (Rif.zione Comunista): “affermazioni false e strumentali alle politiche Renziane”

Monsignor Simone Giusti
Monsignor Simone Giusti

“Ho letto con sincero disappunto le dichiarazioni del Vescovo di Livorno Giusti, sull’assenza di una cultura del lavoro a Livorno”

Livorno 04 maggio 2016 da Francesco Renda, Rifondazione Comunista

Questa la reazione a caldo di Francesco Renda, in reazione al messaggio inviato dal pulpito della parrocchia di Sant’Agostino, dal monsignor Simone Giusti durante la veglia per il lavoro, alla vigilia del 1° maggio, indetto dal Movimento Lavoratori dell’Azione Cattolica.

Francesco Renda segretario provinciale Rifondazione Comunista Livorno
Francesco Renda segretario provinciale Rifondazione Comunista Livorno

Pur condividendo l’appello ad uno sforzo unitario affinché nella nostra città possano tornare a crescere i posti di lavoro, questa affermazione dà la misura di quanto i rapporti di forza tra lavoratori e datori di lavoro siano ormai sproporzionati a vantaggio di questi ultimi.

E’ al corrente il Sig. Giusti che, in questo paese, i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici sono in via di smantellamento progressivo in un sostanziale clima di rassegnazione sociale? Come spiega che, nonostante il blocco della contrattazione collettiva, l’abolizione dell’articolo 18 e via discorrendo, non si sia verificata nessuna impennata della crescita economica? Col fatto che i lavoratori sono dei fannulloni?

Non me ne voglia il Vescovo, ma leggere che i livornesi non hanno la cultura del lavoro non è solo falso, ma strumentale alle politiche del Governo Renzi, di cui infatti utilizza proprio il linguaggio e l’atteggiamento sprezzante.

Per quanti esempi lui possa portare ne esistono altrettanti dove i lavoratori e le lavoratrici livornesi continuano ad andare sul posto di lavoro senza percepire lo stipendio, o sottopagati, subendo soprusi quotidiani da parte del datore di lavoro, del quale sono completamente in balia, e che, nonostante tutto, difendono la propria professionalità continuando ad adempiere al loro dovere. Perché allora rammentare presunti fannulloni? Semplicemente per lo stesso motivo per cui, ad ogni fatto di cronaca, occorre specificare la nazionalità del reo, in modo così da scaturire una reazione generalizzata di colpevolezza attorno a tutti gli altri. La colpa del lavoratore indisciplinato o fannullone ricada su tutti gli altri, sarà più facile attaccare le ultime vestigia della nostra lotta il prossimo anno!

La colpa non è dei lavoratori Sig. Giusti, la colpa è stato il permettere l’adozione a-critica del modello neoliberista dopo la caduta del Muro di Berlino, senza mantenere in vita quanto di buono la tradizione della lotta operaia aveva da offrire. L’Italia ha scalato la classifica della disuguaglianza, foraggiato un sistema finanziario crudele, abbandonato qualsiasi politica industriale ed illuso i suoi cittadini con parole da imprenditore macchietta, insegnandoci che dovevamo essere “giovani, dinamici e flessibili” o “reperibili H24” mentre stavamo tornando ad essere sfruttati come nell’800.

Chieda pure a qualsiasi lavoratore o lavoratrice se oggi è possibile far valere in azienda i propri diritti rimasti, le verrà risposto con secco NO! Voglio portare alla sua attenzione una vicenda personale, cosa farebbe se non percepisse lo stipendio da mesi e scoprisse che il suo datore di lavoro è in villeggiatura all’estero senza aver minimamente giustificato il proprio inadempimento con lei? Sig. Giusti, se lavorasse, si scoprirebbe in malattia pure Lei!

lavoroLa soluzione alla stagnazione economica italiana non è inculcare ai livornesi la cultura del lavoro, cultura che anzi potrebbero insegnarLe, ma quella di smetterla di sbilanciare dal lato imprenditoriale le politiche governative, dirottandole su quello dei lavoratori e delle lavoratrici, con una sana opera di redistribuzione del reddito capace di rilanciare i consumi senza tagliare i servizi.

Papa Francesco sarebbe d’accordo, e lei?

 

Recommended For You

About the Author: Pisorno