Riccardo Antonini, ferroviere licenziato per aver detto la verità sulla strage di Viareggio. Il 15 presidio alla stazione di Pisa e, il 17 assemblea con i lavoratori di Alitalia

“Quando abbiamo organizzato il presidio, il 18 gennaio 2017 alla Corte di Cassazione a Roma, contro il licenziamento di Riccardo Antonini, avevano già emesso la sentenza di rigetto del ricorso”

14maggio 2017 da Giusti Federico

Decisione comunicata dopo due mesi e mezzo, il 4 aprile, in nome del popolo italiano.  Il ricorso è stato rigettato per “infedeltà” a Moretti/Elia/Soprano&company, condannati per la strage ferroviaria del 29 giugno 2009. Nelle 7 pagine è stata confermata la sentenza di 1°grado del 4giugno 2013 del dottor L. Nannipieri.

I sigg. Vincenzo Di Cerbo (presidente), Giuseppe Bronzini, Antonio Manna, Federico Balestrieri, Federico De Gregorio (consiglieri) della Corte Suprema di Cassazione, sezione lavoro, e ancor prima i sigg. Luigi Nannipieri di Lucca e Giovanni Bronzini (presidente), Gaetano Schiavone e Simonetta Liscio (consiglieri) della Corte d’Appello di Firenze, hanno (ri)prodotto la sentenza di 1°grado. Facendo carta straccia delle sentenze della magistratura di Genova che ha archiviato la denuncia/querela di Moretti nei confronti di Riccardo e della magistratura di Lucca, che ha condannato Moretti a 7 anni per le gravi e pesanti responsabilità nella strage ferroviaria.

La Cassazione ha rigettato il ricorso perché “improcedibile” e “inammissibile”. Tra le righe si legge: “… emerge che il ricorrente aveva più volte sostenuto… la responsabilità della società e dei suoi vertici per aver cagionato il disastro ferroviario di Viareggio…”.

Una verità scolpita nel corso di questi anni che gli stessi giudici del Tribunale di Lucca hanno riconosciuto e sentenziato il 31 gennaio scorso a 7 anni e mezzo dalla strage ferroviaria. Forse, a Riccardo, anziché una pesante “condanna” come il licenziamento, avrebbero dovuto proporre un premio sia per il coraggio e la responsabilità manifestata, sia per aver anticipato la verità giudiziaria sul disastro del 29 giugno 2009. 

Moretti congelato

Il cavalier Moretti è stato destituito da Amministratore delegato di “Leonardo-Finmeccanica”. I mass media “riconoscono” che questo mancato rinnovo è dovuto alla condanna in 1°grado per la strage ferroviaria di Viareggio. I mass media non “riconoscono”, però, che quella condanna è dovuta alle sue gravi responsabilità nel disastro ferroviario e, soprattutto, alla straordinaria mobilitazione di 7anni e mezzo. Moretti ha sempre dichiarato che, come per gli altri disastri ferroviari in cui è stato coinvolto, ne sarebbe uscito pulito. Questa volta, così non è stato. La “politica” ce l’ha messa tutta per farlo assolvere: nominandolo, rinominandolo, promuovendolo… e con uno Stato che non si è costituito parte civile nel processo. Cav. Moretti non aveva compreso quanto è scritto, da tempo, sui muri di Viareggio (dove nel 2010 sono state raccolte 10mila firme per le sue dimissioni).

Ma, l’abbandono della sicurezza non sembra avere freni. In queste settimane sono avvenuti incidenti e mancati incidenti

Episodi di cui siamo a conoscenza e che fortunatamente non hanno causato vittime e feriti:

  • ad Aurisina, non lontano da Trieste;
  • a Giulianova in provincia di Teramo;
  • a San Miniato sulla Pisa-Firenze;
  • sulla Roma-Viterbo; all’Eurocity Milano-Basilea;
  • tra Campomarino e Chieuti sulla linea Termoli-Foggia; gravi episodi di cui siamo a conoscenza e che fortunatamente non hanno causato vittime e feriti.

Ma ricordiamo:

  • 11 aprile: tra Albate Camerlate e Cucciago (Como), un uomo rimane con il piede incastrato nella porta di salita treno e muore trascinato dal treno.
  • 23 aprile: grave infortunio ad un operaio di Trenitalia in Calabria, Roberto Nucera di 51 anni, è rimasto folgorato durante la manutenzione di una locomotiva 464 nell’officina. Soccorso immediatamente e trasportato in ospedale, le sue condizioni sono gravi.
  • 25 aprile: incidente gravissimo con due operai morti e tre gravemente feriti, ricoverati in ospedale, tra le stazioni di Fortezza e Bressanone, al Brennero, per lo scontro tra due macchine operatrici durante lavori di manutenzione.
  • 28 aprile: una ragazza di 16 anni perde la vita a Parona (Pavia) trascinata dal treno dopo essere rimasta col piede incastrato nella porta.

Se, il enunciare questi gravi e tragici fatti e schierarsi apertamente a fianco di familiari che pretendono verità, giustizia e sicurezza, comporta incorrere nel reato di violazione dell’obbligo di fedeltà e di porsi in conflitto d’interessi, non possiamo che dedurne due cose:

  • che, la coincidenza d’interessi (ideologici, economici, psicologici e culturali), ha travalicato ogni limite del buon senso;
  • che, simili sentenze non aiutano certamente a garantire maggio sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro. Errore disumano è trascurare la sicurezza, errore umano è non lottare per garantirla.

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